di Rossella Ronconi

Gli italiani  sono agli ultimi posti in classifica per consumo culturale. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Rapporto Eurostat sulla cultura 2011, siamo ai primi posti tra coloro che vantano il maggior numero di lavoratori nell’ambito della cultura, con oltre 120 mila “creativi” addetti nell’ambito di discipline culturali. A tale offerta non corrisponde però una degna domanda, con un consumo culturale che si attesta tra i più bassi in Europa e che incide sul bilancio familiare per l’appena 3%.

Nell’analisi dei consumi culturali è stato evidenziato che solo il 46% degli italiani si reca al cinema almeno una volta l’anno, contro il 70% degli islandesi o dei danesi, il 57% degli inglesi e il 54% di francesi e spagnoli, con una depressione al 30% riguardo gli spettacoli dal vivo.
Inoltre, risultiamo poco collegati con il mondo: viaggiamo almeno 3 volte l’anno, frequentiamo ristoranti etnici e navighiamo poco su internet registrando un gap tecnologico di oltre 30 punti percentuali al di sotto dei paesi del Nord Europa che vantano un utilizzo di internet pari all’80% della popolazione. Nutriamo ancora molta diffidenza all’acquisto online di beni o servizi culturali.

A sentire il presidente della Fitel, Luigi Pallotta, che conosce i dati relativi ai consumi nell’ambito del Tempo libero dei lavoratori – “i dati di Eurostat, non fanno meraviglia e non si discostano molto da quelli che già potevamo prevedere: nonostante che il nostro Paese goda di  tanta ricchezza culturale, gli italiani, per passare qualche ora di relax, spesso anche per motivi di difficile accesso, come la scarsa tecnologia e informazione, preferiscono andare al ristorante che al museo o a visitare siti archeologici”.

Il Bel Paese, non sta meglio neppure in merito alla lettura: dai dati del Rapporto si evince che solo il 45% della popolazione legge almeno un libro l’anno, confinandoci al penultimo posto della classifica europea, seguiti solo dal Portogallo. Senza contare che, in fondo estremo alla classifica ci attestiamo invece per la lettura dei quotidiani: ben il 46% della popolazione femminile italiana e il 22% di quella maschile non legge neanche un quotidiano.

 

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