L’ipotesi di aumento del biglietto del cinema incide sul tempo libero. Allontana i cittadini, dalle sale cinematografiche e incoraggia sopratutto i più giovani a scaricarsi illegalmente i film da internet. La miope intenzione del Governo di introdurre una tassa di scopo per mezzo del prelievo sul biglietto del cinema era già comparsa nelle prime bozze del milleproroghe. Viene riproposta adesso con un emendamento in Senato. Un euro in più a biglietto per coprire le agevolazioni fiscali alla produzione cinematografica. Il testo proposto dall'esecutivo prevede che «a decorrere dal primo luglio prossimo e fino al 31 dicembre 2013» sia istituito «per l'accesso alle sale cinematografiche, ad esclusione di quelle delle comunità ecclesiali e religiose, un contributo speciale a carico dello spettatore pari ad un euro da versare all'entrata del bilancio dello Stato». Una scelta  a dir poco azzardata, con il risultato certo di pesare sugli utenti e su molte sale filmiche impegnate a programmare cinema italiano e di qualità. L’aumento del prezzo del biglietto del cinema, infatti,  inciderebbe negativamente sulle frequenze nelle sale soprattutto dei maggiori fruitori come i giovani che già mal sopportano i costi attuali ( 8 euro nei multisala) e precluso lo spettacolo e momenti di svago ai meno abbienti. Rattrista constatare come, ai mancati investimenti per la cultura, si tenti di porre rimedio con soluzioni estemporanee, che gravano sulla produzione culturale e i suoi fruitori. Non è certo tassando l’anello più debole che si recuperano i danni derivati da mancati investimenti e tagli consistenti alla cultura.

 

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