Tempo di lavoro: l'Europarlamento ha detto no alla possibilità di deroga alle 48 ore
di Rossella Ronconi – 17/12/2008

Soddisfazione della FITeL, per la decisione del Parlamento europeo di respingere la proposta di estendere la settimana di lavoro nell'Unione europea a 65 ore. Un provvedimento che di fatto ha scongiurato il tentativo del Consiglio Ue di introdurre la possibilità di derogare al limite delle 48 ore settimanali. Un incremento delle ore di lavoro che avrebbe finito per svantaggiare ancora una volta i più i soggetti più svantaggiati come ad esempio le donne, già poco presenti nel nostro mercato del lavoro e sempre più marginalizzate nei lavori di cura, dei figli, degli anziani non autosufficienti e ridotto il tempo libero per tutti. Quel tempo libero per tutti che sempre più nella società odierna fa la differenza. A dimostrarlo dati statistici recenti che dicono che il 50% della popolazione italiana vorrebbe averne di più a disposizione.

Con tale deliberazione è stata bloccata la decisione di esportare e istituzionalizzare l'opt out individuale sull'orario di lavoro che avrebbe potuto costringere i lavoratori europei ad orari settimanali di 60-65 ore.

Un grande risultato ottenuto grazie sopratutto all'iniziativa sindacale della CES che si è battuta e ottenuto risultati contro il brutto segnale arrivato da Brouxelles l'estate scorsa volto a derogare alla durata massima settimanale di lavoro pari a 48 ore (possibilità di revisione della direttiva europea n. 104 del 1993 sull'orario di lavoro).

 
 

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