Acqua: bene prezioso
di Antonio Gualdo, da Il Messaggero del 04-12-08

Il consumo dell'acqua in Italia è uno spreco assoluto. Quasi un paradigma dello sperpero di risorse naturali che si consuma ogni giorno, nell'indifferenza generale. La prima tappa di questo viaggio nell'assurdo è il buco nero della rete idrica: per ogni litro d'acqua che attraversa i 291mila chilometri di tubi, se ne conta un altro che finisce disperso. Sprecato. Un terzo degli acquedotti italiani, che hanno una vita media superiore ai trent'anni e ormai somigliano a delle gruviere, non vedono un intervento di manutenzione straordinaria dagli anni Ottanta. E mentre, durante l'estate, si moltiplicano le crisi idriche, specie nelle regioni meridionali, è stato calcolato che recuperando le dispersioni di acqua nella rete, si potrebbe dare da bere a tre regioni popolose come la Puglia. Dodici milioni di italiani.
La seconda tappa dello spreco si consuma nelle nostre mura domestiche. Ci piace lavare i denti con il rubinetto del lavandino aperto ( 30 litri ), schiacciare continuamente il bottone della scarico del water ( 12 litri ), fare la doccia senza un attimo di tregua per insaponarci ( 60 litri ). Il risultato finale di questi comportamenti è che un cittadino italiano consuma attorno ai 215 litri d'acqua al giorno per usi domestici. E distanza nella classifica dello scialo gli abitanti di Madrid ( 140 litri ), Londra (159) litri) e Berlino ( 163 litri ). Infine, l'ultima tappa è a tavola. Le nostre sorgenti sono molto ricche, ma considerando lo spreco di acqua attraverso la rete e nei consumi domestici, siamo sempre a corto di una risorsa che pure abbonda. E la parola inquinamento, anche quando è gonfiata dal catastrofismo di maniera, ci fa paura e ci rende diffidenti con lo stesso rubinetto che, invece, nel caso di una doccia è sempre in funzione. Conclusione: siamo diventati i primi consumatori al mondo, dopo gli Emirati Arabi, di acqua minerale. Scoliamo 202 litri di acqua imbottigliata all'anno. E' chiaro che lo spreco di acqua, in tutti i passaggi della catena, rappresenta qualcosa che viene prima dell'inefficienza della pubblica amministrazione e delle cattive abitudini in famiglia. Gli italiani, ecco il punto, si sono abituati a considerare l'acqua un bene infinito, non deperibile e sempre disponibile. Un teorema del tutto infondato, da perfetti spreconi.

 

 

 

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