ITALIA , salari più leggeri del 20% e occupazione femminile a picco
di Antonio Paolini (dal messaggero del 3 luglio 2008 ) 03-07-2008

ROMA Paghe più basse del 20% rispetto alla media dei paesi più sviluppati, occupazione frenata nel prossimo biennio e pesante terz'ultimo posto, meglio solo di Messico e Turchia, per il lavoro femminile. Sono dati e previsioni riguardanti l'Italia inseriti nell'outlook 2008 dell'Ocse.
Il documento fissa il livello medio delle retribuzioni 2006 in Italia a 31.995 dollari contro 39.743 della media Ocse, lontanissimo dai paesi leader (prima è la Svizzera con quasi il doppio, 60.384) e comunque da Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia, Nord Europa. E il confronto con la media Ocse e la maggior parte dei partner Ue storici diventa ancor più punitivo guardando al potere d'acquisto reale: 29.844 dollari da noi contro i 38.252 della media (meno 21,98%). E nel 2006 i salari in Italia sono scesi dello 0,2% contro un più 1,1% medio negli altri paesi Ocse.
Note dolenti per l'occupazione. Il tasso italiano «resta tra i più bassi» e, non bastasse, nei prossimi due anni la crescita «rallenterà ancora». Da noi «meno del 58% della popolazione in età lavorativa è occupata, contro oltre il 70% nei paesi dal tasso più elevato. L'occupazione è salita di un solo punto nel 2007, 0,5% meno dell'area Ocse e sotto la media degli ultimi dieci anni». E nei prossimi due potrebbe andare peggio.Migliora, invece, il tasso di disoccupazione, sceso anche nel 2007 e ora un punto sotto la media dell'Ue a 15 e solo 0,5% sopra la media Ocse. Ma questa voce, si sa, risente anche del numero di quanti rinunciano a cercare lavoro e spariscono dal conto.
Nessun dubbio, infine, per quel che riguarda il lavoro delle donne. Solo il 46% delle italiane ne ha uno; il tasso «è molto basso» anche nella fascia d'età più attiva (25-54 anni), il terzo peggiore dopo Messico e Turchia. Non solo: le italiane hanno anche minor chances di trovare un impiego buono e ben pagato. Nel 2005 il 15% delle occupate tra i 25 e i 54 anni era a termine contro il 9% dei maschi. E, a parità di laurea, i guadagni risultano del 22% inferiori a quelli maschili.
Discrete notizie invece dal fronte della spesa sanitaria: la crescita rallenta e l'Italia è a metà classifica, 9% del Pil contro l'8,9% medio, ma ben dietro a paesi come Francia (11,1%), Germania (10,6%), Austria (10,1%).
Conseguenti le reazioni. Se da sindacati e deputate Pdl arriva un appello per interventi a favore del lavoro femminile, le organizzazioni dei lavoratori si soffermano anche sul dato salari. In casa Cgil si fa notare che l'Italia risulta uno dei paesi «dove si lavora di più al mondo con 1.824 ore medie annue, e dove si guadagna meno».

 

 

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