Redditi Irpef del 2005 on line
di Gavino Deruda - 05/05/2008

Non ci interessa qui dire se la pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi dei cittadini italiani sia una violazione della privacy o il rispetto del principio di trasparenza di cui tutti parlano o si fanno paladini.

E' una questione che ci appassiona assai poco perché si presta alle solite speculazioni e alla mania italiana di buttare tutto in politica, distogliendo l'attenzione dal vero problema. A noi interessa la sostanza delle cose per capire come si formano le entrate del paese, quali parti sociali vi contribuiscono ad alimentarle, come si genera la montagna delle evasioni fiscali e infine e soprattutto cosa bisogna fare per dare una soluzione non persecutoria né discriminatoria ma giusta e solidale ai problemi della collettività.

E allora facciamo parlare i fatti e lasciamo che ciascuno si formi la sua idea e la sua convinzione.

a) Il reddito medio dichiarato dagli italiani nel 2005 è stato di 17.297 euro, il 3,1% in più rispetto all'anno precedente. Secondo il Dipartimento delle Finanze, quello complessivo dichiarato in rapporto al numero di famiglie è di 32.168 euro.

b) Su 40.742.497 contribuenti oltre 22 milioni (per la precisione 22.030.485, il 54 per cento del totale) dichiarano un reddito inferiore ai 15.000 euro all'anno. In pratica, più della metà vive con circa 1.250 euro al mese.

c) Il 38 per cento dei contribuenti con partita Iva (imprenditori, professionisti, autonomi) dichiara un reddito inferiore ai 10.000 euro l'anno. In pratica, 4 su 100. Sopra i 100.000 euro all'anno resta solo il 2,5 per cento.

d) Poco più di 300.000 sono i contribuenti italiani che guadagnano oltre 100.000 euro all'anno. A conti fatti si tratta appena dello 0,74 per cento di coloro che pagano le tasse. Cioè meno di uno su cento.

e) A vivere poi con oltre 200.000 euro all'anno è soltanto una esigua minoranza di italiani: 58.650, cioè lo 0,14 per cento degli oltre 40 milioni di contribuenti.

f) Il 51% delle società di capitali nel 2005 ha dichiarato un'imposta negativa o nulla mentre il restante 48,9% ha dichiarato un'imposta positiva. L'Ires è molto concentrata: lo 0,8% delle società italiane paga quasi il 60%.

 
 

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