C'è anche una buona sanità
negli ultimi giorni in Italia due interventi mai eseguiti al mondo hanno salvato 3 individui - 05/05/2008

Una donna greca di 25 anni in coma per un'epatite fulminante e con un bambino in grembo al settimo mese, un uomo di 47 anni affetto da grave artrosi post-traumatica di spalla. In entrambi i casi e, quindi, per i tre interessati c'è ancora un futuro. Sono due recenti esempi di buona sanità che è giusto rimarcare in un Paese troppo spesso abituato a notizie negative sulla gestione della salute pubblica. In entrambi i casi, peraltro, si tratta di interventi eseguiti per la prima volta al mondo. La donna è arrivata al Sant'Eugenio di Roma in condizioni disperate ed ha subito un doppio intervento in simultanea, parto cesareo e trapianto di fegato, che le hanno ridato la vita così come al suo piccolo. I due interventi sono durati complessivamente 15 ore e hanno visto coinvolti venti operatori sanitari, tra chirurghi, infermieri, anestesisti. Le condizioni della donna e del bimbo sono buone e grazie alle terapie antivirali è stato debellato anche il virus dell'epatite B. La complessa operazione, ha spiegato Alessandro Nanni Costa, direttore del centro nazionale trapianti, è stata possibile grazie ad un accordo internazionale tra Italia e altri paesi in vigore da alcuni anni e al quale partecipano alcuni centri di eccellenza.

All'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, invece, è stato eseguito pochi giorni fa un trapianto di spalle, anche qui il primo al mondo. L'intervento non ha avuto complicazioni, il decorso post-operatorio è normale e in due, tre mesi il paziente riprenderà la completa funzionalità della spalla.In entrambi i casi sono state fondamentali le donazioni degli organi necessari.Il metodo sperimentato al Rizzoli ha il vantaggio di utilizzare tessuto biologico invece di una protesi meccanica e può rappresentare un'alternativa chirurgica in grado di garantire una soddisfacente ripresa dell'attività quotidiana e sportiva anche nei pazienti giovani ed attivi.

 

 

Indietro Home