OCSE e FMI: l'Italia è ferma
Puubblicate le fotografie economiche delle due organizzazioni internazionali - 10 -04 -08

Una produzione inferiore ai partner e fondata su un maggiore impiego di risorse: questo il quadro del Factbook dell'OCSE, l'annuario statistico annuale sui Paesi industrializzati, che posiziona l'Italia all'ultimo posto per produttività tra i Paesi aderenti all'organizzazione. Tra il 2001 ed il 2006 il tasso di crescita nazionale è rimasto fermo al di sotto dello 0,5% contro una crescita media pari al 2%. Il maggiore indicatore preso in esame è il contributo della produttività del lavoro al PIL nazionale e anche in questa particolare classifica non si spostiamo dall'ultimo posto. Non muta molto il dato di crescita registrato nel 2006, il migliore dal 2000 con un 1%. E' infatti inferiore sia alla media OCSE, 1,4%, che a quella del G7, 1,3% e dell'UE a 15, 1,7%.

In cima alla graduatoria Slovacchia, 5%, Corea e Ungheria. A fare compagnia al nostro Paese, ma con percentuali ben più considerevoli, sono Francia e Germania. L'Italia registra un –0,5% se si analizza la sottrazione di investimenti e crescita del lavoro dall'aumento produttivo. Discorso sempre negativo guardando al costo del lavoro, da noi pari al 2,5% contro lo 0,5% della media della UE. Chiude il triste quadro l'accento su donne e uomini meno occupati e studenti meno preparati.

E veniamo al Fondo Monetario Internazionale (FMI). Anche qui, nel World Economic Outlook, il quadro non è roseo. Il pil italiano crescerà quest'anno solo dello 0,3%, ovvero -0,5% rispetto alle stime di gennaio, senza peraltro che la prospettiva per il 2009 lasci spazio a miglioramenti. Il rapporto deficit-PIL si attesterà al 2,5% sia nel 2008 che nel 2009, a fronte di un debito quest'anno pari al 103,6% e il prossimo al 104%. Il FMI ci riconosce buoni risultati sul fronte dei conti pubblici ponendoci alla guida dello sforzo del risanamento lo scorso anno in Europa, ma ciò non toglie che l'analisi del FMI ci collocano comunque tra le economie più lente dell'area euro. La crescita sarà bassa ma non si arriverà alla recessione. Secondo il FMI non supereremo lo 0,3% sia nel 2008 che nel 2009.

 

 

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