Risparmio energetico, lacune nella percezione del problema dei nostri giovani
un'indagine della Coldiretti invita ad una formazione ad hoc- 11/02/08

Solo la metà dei giovani spegne sempre la luce quando esce dalla stanza, solo uno su quattro programma sempre il proprio personal computer per risparmiare energia, solo il 20 per cento riduce sempre la durata della doccia e solo il 40 per cento spegne sempre la televisione dopo averla guardata. L'allarme sull'aumento delle bollette di luce e gas, inoltre, non sembra condizionare l'atteggiamento dei giovani.

A portare alla luce questi dati estremamente negativi negli stili di vita quotidiani dei giovani italiani rispetto alla percezione del problema dell'energia è un'indagine promossa dal coordinamento Coldiretti Donne Impresa.

L'indagine è svolta su un campione di 4627 studenti delle scuole secondarie e fotografa i comportamenti quotidiani dei giovani nell'uso dell'acqua, dell'energia, nell'alimentazione, ma anche il livello di conoscenza e il grado di sensibilità nei confronti dei cambiamenti climatici, facendo emergere la necessità di investire sulle formazione per incentivare il risparmio energetico che salva l'ambiente e il portafoglio.

Fortunatamente v'è anche qualche dato più rassicurante e viene dall'analisi dei comportamenti a tavola con il 72 per cento dei giovani che dichiara di mangiare di preferenza prodotti alimentari stagionali, che non dovendo essere trasportati per lunghe distanze consumano meno energia. Tale dato, tuttavia, è ridimensionato dal fatto che il 41 per cento non sta mai attento alla provenienza del cibo indicato in etichetta. Anche sul lato delle conoscenze emergono luci ed ombre: il 77 per cento dei ragazzi ritiene che i cambiamenti climatici in atto siano il risultato dell'uso massiccio e a volte sconsiderato di risorse naturali per produrre l'energia necessaria per tutte le attività umane; il 76 per cento è a conoscenza del fatto che il protocollo di Kyoto richiede ai paesi industrializzati una riduzione delle emissioni del 5,2 per cento rispetto ai valori del 1990; il 55 per cento sostiene correttamente che l'emissione di anidride carbonica (CO2) sia causa dell'effetto serra; il 39 per cento ritiene erroneamente che provochi il buco nell'ozono.

I risultati dell'indagine – sostiene la Coldiretti - dimostrano la necessità di intervenire nelle case e nelle scuole per colmare le lacune formative ancora presenti che sono spesso alla base di comportamenti sbagliati.

 

 

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