Migliorano i conti pubblici, ma è un Paese che subisce sperperi e corruzione
la Relazione della Corte dei Conti- 07/02/2008

Se i conti pubblici mostrano segni di importante miglioramento, politica dei redditi, sperperi di danaro pubblico e corruzione continuano a rappresentare le note più dolenti del nostro Paese. E' quanto emerge, in estrema sintesi, dalla Relazione della Corte dei Conti, presentata dal presidente Tullio Lazzaro in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2008.

Troppa confusione a livello di competenze amministrative. La Corte denuncia una crescita diffusa e confusa di strutture, di modelli amministrativi, di sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali e enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti e propone di riconsiderare alcune scelte per ridare sistematicità all'insieme degli organismi amministrativi a tutti i livelli. Anche da qui secondo la Corte nasce l'inadeguata politica dei redditi per gli statali. La dinamica delle retribuzioni supera sistematicamente gli obiettivi programmatici a causa di molteplici distorsioni, tra le quali i ritardi dei rinnovi contrattuali o la non connessione con la produttività.

Gravi distorsioni gestionali sono legate, inoltre, alla creazione di società pubbliche spesso senza trasferire in tali società personale delle amministrazioni pubbliche che in origine gestivano il servizio. La conseguenza potrebbe essere per le amministrazioni centrali e locali che si servono di consulenze esterne la perdita del controllo della gestione strategica delle operazioni.

La Corte dei Conti punta poi l'indice senza mezzi termini contro la gestione delle risorse pubbliche che, evidentemente, potrebbe rappresentare un importante risparmio e, invece, prosegue su binari di spesa non giustificabile, tanto più rispetto a quelle che sono le esigenze di risanamento dell'Italia. I filoni additati sono quelli dei costi della politica, dei contratti pubblici e delle consulenze esterne. La Corte dei Conti lamenta di non poter effettuare un adeguato controllo sugli sperperi e di non poter disporre direttamente il blocco delle risorse che vengono dilapidate.

La corruzione, inoltre, si annida particolarmente secondo la Corte nel settore dei lavori pubblici, delle pubbliche forniture e della sanità.

 

 

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