Governo: partita la campagna giovani
Comunicazione istituzionale sulle opportunità contenute nella finanziaria 2008 e nel provvedimento sul welfare per iniziativa dei ministeri del lavoro e delle politiche giovani ed attività sportive 16-01-08

Il Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale e il Ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive (Pogas) hanno realizzato insieme una campagna di comunicazione istituzionale per informare i giovani ed in generale l'opinione pubblica sulle attività svolte dal Governo in materia di lavoro e previdenza che li interessano direttamente e, in particolare, sui provvedimenti contenuti nell'ultima Finanziaria e nel recente provvedimento sul Welfare (legge 247/2007).

La campagna, partita il 13 gennaio scorso e in calendario fino al 26 gennaio, si propone con un "media-mix" composto da tv, cinema, radio, affissioni e internet. I principali mezzi individuati per la diffusione delle informazioni sono le tv musicali e le radio più ascoltate dai giovani e un ruolo importante è affidato al web: la campagna, infatti, sarà online sui principali portali italiani, compresi quelli dei maggiori quotidiani nazionali.

Le leggi 296/2006 e 247/2007 hanno introdotto alcune misure volte a stabilizzare i rapporti di lavoro co.co.pro. e co.co.co per favorirne la trasformazione in lavoro subordinato. Si tratta di un processo che si propone l'obiettivo di trasformare la precarietà del lavoro in buona flessibilità, garantendo ai giovani la possibilità di progettare il proprio futuro sulla base di un lavoro stabile.

Le leggi 296/2006, 247/2007 e 244/2007, contengono alcune misure che puntano ad inserire importanti tutele nella vita dei giovani, ed in particolare dei giovani lavoratori.
L'obiettivo è quello di favorire una maggiore autonomia dei giovani, garantire sostegno economico ai lavoratori precari e con contatto di apprendistato anche in momenti particolari di non lavoro (malattia, maternità…) o di disoccupazione.

La legge 247/2007 prevede interventi sul sistema previdenziale che hanno l'obiettivo di finanziare adeguatamente le future pensioni dei giovani lavoratori; ciò anche in considerazione dell'allungamento dell'età media della vita e del carattere discontinuo delle carriere. Si tratta di misure per rendere più stabile e finanziariamente sostenibile il sistema pensionistico, garantendo una pensione sicura e adeguata alle nuove generazioni. Per conseguire questo obiettivo si è proceduto alla revisione del sistema che regola l'età di accesso alla pensione e all'applicazione del sistema di calcolo contributivo per determinare la pensione (pensione più alta per chi accede alla pensione ad età più alte). Il nuovo sistema contempla l'aggiornamento dei coefficienti di trasformazione ogni tre anni.
A ciò, come noto, si potrà aggiungere, volontariamente, una pensione integrativa finanziata attraverso il trattamento di fine rapporto. Questa “aggiunta” discrezionale e non obbligatoria viene incentivata con alcuni benefici fiscali previsti dalla legge.
Grazie alle nuove misure, a prescindere dalla pensione integrativa, un lavoratore con carriera normale ed almeno 35 anni di contributi avrà diritto ad una pensione pubblica netta equivalente al 60% dell'ultimo stipendio.

Cos'è il "Protocollo Welfare"

Il protocollo su “Previdenza, Lavoro e Competitività per l'equità e la crescita sostenibile”, chiamato comunemente Protocollo Welfare, è un accordo siglato tra Governo e parti sociali il 23 luglio 2007, e approvato a larga maggioranza dal Referendum indetto da Cgil, Cisl e Uil nei giorni 8, 9 e 10 ottobre 2007.

Il protocollo è stato recepito con la legge 247 del 24 dicembre 2007 e prevede, tra l'altro, l'incremento delle pensioni basse, il miglioramento delle misure previdenziali per i giovani e per i lavoratori immigrati extracomunitari, il sostengo al reddito delle carriere discontinue e la diminuzione del costo del lavoro.

Il pacchetto Welfare è uno dei più rilevanti tra le riforme di riorganizzazione e miglioramento dello stato sociale degli ultimi venti anni, e comporta un importante impiego di risorse, senza compromettere, nello stesso tempo, la stabilità finanziaria del sistema economico. Proprio per questo il protocollo, e tutte le misure che ne scaturiscono, fanno in modo che gli obiettivi di crescita ed equità non confliggano tra di loro, ma si rafforzino a vicenda.

Fonte: http://www.governo.it/

 

 

Indietro Home