L'avvio della procedura per l'erogazione dei "buoni vacanza", riservata ai cittadini italiani, permetterà, a chi ha redditi bassi, di fare qualche giorno di vacanza, nei periodi di bassa stagione. Tutto questo grazie a quanto già previsto dalla legge quadro sul turismo (L.135 del 2001) voluta dell 'allora governo D'Alema, ripreso successivamente dall' On. Rutelli e perfezionato con decreto dell'ottobre 2008 dal ministro del Turismo, Michela Brambilla. Un provvedimento che ha al centro un'attenzione particolare per il turismo sociale e parte, tra l'altro, dalla constatazione che molti cittadini (più del 50%) sono esclusi dalle vacanze e che è dovere anche dello Stato contribuire a garantire l'accesso alle vacanze per tutti. In sostanza si tratta di un contributo da 250 a 500 euro, a seconda del reddito e numero di figli e riguarderà circa 20 mila famiglie. Il tutto su domanda dell'interessato e per il quale ci auspichiamo siano garantiti sistemi di garanzia e di trasparenza per l'accesso ai buoni stessi.

Per questa prima fase, il Governo stanzia 5 milioni di euro, inoltre, cinque mesi fa, il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo ha firmato una convenzione con l'Associazione Buoni Vacanze, che gestisce l'operazione. Le strutture ricettive (alberghi, campeggi, bed and breakfast e ostelli) comprese nella convenzione sono numerose e dislocate su tutto il territorio.

Cos'è il 'buono vacanza' e come utilizzarlo. Il "buono vacanza" è un titolo di pagamento che può avere un valore di 5 o 20 euro ed è spendibile nelle aziende turistiche o di servizio, riportate nella 'Guida buoni vacanze'. Si può anche consultare il sito http://www.buonivacanze.it/, rivolgersi alle sedi Fitel o sindacali e avere tutte le informazioni necessarie. I voucher valgono fino al 30 giugno 2010. Le domande per ottenere il contributo potranno essere consegnate dal 20 gennaio. Il criterio d'assegnazione si basa sulla priorità cronologica e il reddito. Inoltre, i buoni non potranno essere spesi nel comune di residenza e all'estero e non danno diritto a ricevere somme di denaro.

Qualche esempio prendendo due tipologie: una persona con reddito da 0 a 10mila euro lordi e un nucleo familiare di 4, il cui reddito va da 30 a 35mila euro. La prima può usufruire di una spesa massima di 500 euro e di questa cifra, 275 euro sono a suo carico, mentre 225 (45%) dello Stato. Il secondo ha invece una spesa massima di 1.230 euro, di cui 984 a proprio carico e 246 (20%) a carico dello Stato.
 
 

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