Pensioni: accordo!!

Passa la gradualità: 58 anni dal 2008 ( con 35 anni di contributi ), quota 95 tra età e anni di contributi ( con almeno 59 anni di età ) nel 2009, quota 96 con almeno 60 anni nel 2011, quota 97 con almeno 61 anni nel 2013 ( su questa quota è prevista una verifica perché entri in vigore ) Esclusi lavori usuranti. Invariato il quadro per le donne. 23-07-07
 
Dopo una lungo rush finale durante la notte, Governo e sindacati hanno raggiunto il 20 luglio 2007 l'accordo sulle pensioni. L'aumento dell'età pensionabile sarà graduale con un meccanismo fondato sull'età anagrafica e gli anni di versamento contributivo. Il costo della riforma è stimato in 10 miliardi in dieci anni. Di seguito l'accordo in pillole:

2008 : sarà possibile andare in pensione con 58 anni di età e con 35 di contributi, due anni in meno dell'attuale norma.

2009 : si va in pensione con l'incrocio tra età e anni di versamenti che sommati dovranno raggiungere quota 95 (es: 58 anni più 37 anni di contributi oppure 59 anni e 36 di contributi)).
2011 : la quota passa a 96 ma saranno necessari almeno 60 anni di età.

2013 : quota a 97 con 61 anni di età.

Verifica : a questo punto verrà fatta una verifica per calcolare i risparmi ottenuti. Con un esito positivo la quote 97 potrebbe non entrare in vigore.

Donne : immutata la situazione delle donne, che resta a 60 anni di età.

Lavori usuranti : saranno esclusi dall'inasprimento. Si stimano 1,4 milioni di lavoratori per 5mila uscite l'anno.
Autonomi : l'uscita dal lavoro sarà di un anno superiore a quella dei dipendenti.

Coefficienti : dal 2010 revisione al ribasso del 6, 8%, ma possibilità di modifica entro il 2008. Sarà triennale e automatica.

Finestre : chi ha già raggiunto 40 anni di contributi potrà uscire dal lavoro con 4 finestre l'anno: gennaio, aprile, luglio e ottobre.

Una breve ulteriore osservazione

Questo accordo va sommato alle decisioni prese sulla previdenza integrativa e all'accordo firmato il 10 luglio scorso sulla rivalutazione delle pensioni basse, il potenziamento del sistema di rivalutazione annuale, la copertura contributiva dell'indennità di disoccupazione, la totalizzazione dei periodi contributivi, un migliore sostegno ai giovani contro il precariato, più adeguati ammortizzatori sociali, il riscatto contributivo dei periodi di laurea.

E ancora alla eliminazione di alcuni privilegi anacronistici e a qualche ulteriore passo verso l'armonizzazione delle norme.

E non secondarie appaiono le altre misure date in dirittura d'arrivo come la detassazione dei premi di risultato aziendale, la detassazione degli aumenti da accordi integrativi, i tagli ai contributi Inps sugli straordinari.

Con questa visione di insieme credo sia possibile dare un giudizio più equilibrato e più obiettivo di quanto non sia stato fatto finora da alcuni settori economici e da alcuni ambienti politici.

Gavino Deruda

 

 

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