Se il pianeta resta senz'acqua
i canbiamenti climatici e i consumi prosciugano le risorse idriche: allarme siccità in Italia - 07-03-07

In tutto il mondo alcuni dei fiumi più grandi-quelli che noi tutti ricordiamo di aver studiato ascuola-sono sempre più in secca. Per buo na parte dell'anno il fiume Giallo in Cina, l'Indo in Pakistan, il Murray in Australia, il Colorado negli Stati Uniti e il Nilo in Egitto praticamente non convogliano più acqua nel mare. Negli ultimi due anni in alcuni punti si è abbassa to di livello perfino il possente Rio delle Amazzoni, che da so lo trasporta un quinto di tutta l'acqua di tutti i fiumi della Terra. E il Po in Italia nelle ulti me estati ha fatto registrare livelli al minimo storico.

Gli atlantii non dicono più il vero. In Asia centrale l'anti co fiume Oxus non raggiunge più le sponde del lago d'Aral: la sua acqua è prelevata per le colti vazioni di cotone. Il lago d'Aral un tempo era il quarto più grande "mare" interno del mondo. Oggi è soltanto un deposito di sale in pie no deserto. Se ci si ferma in piedi in corrispondenza della vecchia linea costiera del Mynak in Uzbekistan, davanti a sé si scorge lo spoglio letto del mare un nuovo deserto che si distende per oltre cento chilo metri.

Il problema è in parte una conseguenza del cambiamento del cli ma. Alle sorgenti di tutti questi fiu mi le precipitazioni sono diventate scarse. Buona parte dell'area mediterranea, Italia inclusa, sta di ventando sempre più secca e i mo delli climatici prevedono che in fu turo le aree aride del pianeta diven teranno ancora più aride. In realtà, i nostri fiumi si stanno prosciugan do essenzialmente a causa del no stro eccessivo consumo di acqua, destinata soprattutto all'irrigazione. L'agricoltura è responsabile dei due terzi di tutta l'acqua che gli es seri umani prelevano dalla natura nel mondo. In Italia questa percen tuale sale intorno al 50 per cento, e nelle regioni molto aride tale quan tità aumenta ancor più, raggiun gendo il 90.

L'anno scorso ingegneri, politi ci e finanzieri convenuti a Città del Messico in occasione del World Water Forum che si tiene ogni tre anni hanno suggerito di creare molte più dighe e di definire nuovi parametri di prelievo dell'acqua per far fronte alla crescente domanda in tutto il mondo di acqua pulita. Ma a che scopo erigere altre dighe, se i fiumi si stanno già pro sciugando?

In molti Paesi stiamo esaurendo anche le riserve idriche sotterra nee, sia legalmente sia illegalmen te. Si calcola che l'Italia abbia più di un milione di pozzi illegali. In In dia, dove i fiumi sono già secchi per buona parte dell'anno, negli ultimi dieci anni i coltivatori hanno sca vato oltre venti milioni di condut ture sotterranee sotto i loro campi, al fine di prelevare l'acqua presen te in profondità. Poiché le loro pompe funzionano 24 ore al gior no, le falde freatiche si stanno rapi damente abbassando. Di recente i ricercatori hanno calcolato che ogni anno i coltivatori prelevano la sbalorditiva quantità di cento chi lometri cubici d'acqua in più di quello che le precipitazioni riescono a sostituire. Attualmente l'India è autosufficiente da questo punto di vista, ma come numerosi altri Paesi asiatici sta per esaurire il tempo e l'acqua a sua disposizione.

I presupposti di questa emer gente crisi idrica globale risalgono alla "rivoluzione verde", la crocia ta scientifica combattuta negli an ni Settanta e Ottanta per produrre nuove varietà di colture ad alto ren dimento con le quali dar da man giare alla popolazione terrestre che stava crescendo a ritmi incalzanti.

Allora si temeva che miliardi di persone avrebbero potuto morire di fame di questi nostri tempi. Così non è stato. La "rivoluzione verde" ha fatto il suo dovere, producendo maggiori quantità di cibo. Ma ciò ha avuto un suo costo. Se da un lato le nuove colture hanno assicura to rendimenti eccezionali, al con tempo dall'altro utilizzano l'acqua in modo meno efficiente rispetto alle colture di un tempo. Di conse guenza, oggi nel mondo si coltiva circa il doppio delle colture degli anni Settanta, si è al passo con la crescita della popolazione, ma dai fiumi e dalle riserve idriche sotter ranee si preleva almeno tre volte l'acqua di allora.

La quantità di acqua che occorre per riempire la nostra borsa della spesa è impressionante. Occorro no cinquemila litri di acqua per ot tenere un chilo di riso, 11 mila per far crescere il foraggio sufficiente ad alimentare una mucca affinché questa ci dia un hamburger, tremi la per un sacchetto da un chilo di zucchero e 20 mila per ottenere un barattolo da un chilo di caffé. Con simili presupposti, non stupisce che nel mondo l'acqua scarseggi, o che le organizzazioni delle Nazioni Unite che si occupano di cibo e agricoltura affermino che in almeno un terzo dei campi coltivati esi stenti al mondo "l'acqua, e non la terra, è il vero vincolo" per la pro duzione. Non stupisce neppure che le tensioni internazionali per il con trollo sulle risorse idriche stiano moltiplicandosi. Allorché un Paese a monte riesce a dare fondo alle ac que di un fiume prima che questo attraversi il confine, la popolazio ne confinante a valle comprensi bilmente è molto preoccupata. Le dighe erette in Turchia possono prosciugare completamente l'Eu frate prima che questo arrivi a scor rere in Siria e in Iraq. Gli Stati Uniti svuotano pressoché del tutto il Rio Grande e il Colorado prima che questi corsi d'acquariescano ad at traversare il confine messicano. Israele preleva tutta l'acqua del fiu me Giordano prima ancora che es so arrivi a scorrere nel Paese dal quale prende il nome. Le guerre per l'acqua sono imminenti.

L'acqua in natura si ricicla natu ralmente: evapora dagli oceanieri cade sulla Terra sotto forma di pioggia. Ciò nonostante abbiamo soltanto una data quantità di ac qua a disposizione. La buona noti zia è che possiamo utilizzarla più efficientemente. In India migliaia di villaggi hanno iniziato a racco gliere l'acqua delle precipitazioni monsoniche che cadono ogni esta te e a immagazzinarla in bacini e pozzi. "Raccogliere l'acqua piova na" non è certo una novità, ovviamente. Un tempo raccogliere l'ac qua dal tetto delle abitazioni e im magazzinarla in seguito in agricol tura era prassi usuale dalla Toscana a Kathmandu. Più avanti, però, si è iniziato a fare affidamento sol tanto sulle riserve idriche pubbli che. Ora che i fiumi si stanno pro sciugando, in ogni caso, raccogliere l'acqua piovana è un sistema che sta sicuramente riprendendo pie de.

Dobbiamo anche riciclare l'ac qua e adoperarci per ridurre le sempre più esorbitanti perdite che si verificano in buona parte dei si stemi idrici. L'evaporazione che ha luogo dalle riserve idriche, per esempio, è esorbitante. Il lago Nasser, situato dietro l'Alta Diga di As suan in Egitto, nel deserto nubia no, per l'evaporazione perde più acqua ogni anno di quanta l'Italia intera ne consumi nello stesso arco di tempo. Le piccole riserve idriche situate in varie zone d'Italia ogni anno arrivano a perdere il 40 per cento del loro contenuto.

Milioni di contadini in tutto il pianeta ancor oggi irrigano i loro campi allagandoli: la maggior part e dell'acqua così utilizzata evapo ra ed è ben poca quella che penetra effettivamente nel terreno rag giungendo le piante. Sistemi di irri gazione a goccia a goccia, econo mici quanto moderni, in grado di far sì che ogni singola goccia di ac qua cada accanto alla radice della pianta coltivata, possono tagliare il fabbisogno odierno di acqua del 70 o dell'80 percento.

Gli ingegneri parlano e discuto no molto di come reperire maggio ri quantità di acqua per poter far fronte alla domanda in netto au mento, ma la vera soluzione consiste invece nell'iniziare a contenere la domanda. Occorre considerare definitivamente finiti i giorni in cui l'acqua era ritenuta una risorsa gratuita e disponibile per diritto naturale. Un mezzo molto valido per riuscirci è quello di imporre al l'acqua un p rezzo realistico. I colti valori in Italia e nella maggior par te degli altri Paesi ancor oggi paga no l'acqua a un prezzo nettamente inferiore a quello reale. E questo in coraggia gli sprechi.

Adesso, dopo decenni di sprechi, è giunta l'ora di lanciare una "rivoluzione blu", e dare quindi inizio a una gestione migliore della nostra acqua. Se questa rivoluzio ne non partirà, allora i conflitti e le guerre per questa risorsa umana, la più importante, l'unica della quale non possiamo fare a meno e so pravvivere neppure un giorno, saranno inevitabili.

Fred Pearce

 
 

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