Pensioni: rivalutazione e armonizzazione innanzi tutto
12-02-07

Io mi auguro che i segretari generali di Cisl, Cgil e Uil non accettino, quando sarà, di sottoscrivere una revisione ( considero errato il termine riforma ) del sistema pensionistico se essa non contempla in termini chiari e verificabili la definitiva armonizzazione ( in aggiunta alla rivalutazione di cui parlerò appresso ) delle regole che disciplinano tutti i trattamenti pensionistici, eliminando quelle sacche di privilegio che hanno resistito alle diverse legiferazioni, nascondendosi nella palude inesplorabile di leggi e leggine che molti di quei privilegiati conoscono assai bene e gestiscono a loro vantaggio.

Mi riferisco alle pensioni dei rappresentanti politici, nazionali e regionali, che tanto scalpore stanno destando in questi giorni a seguito di inchieste giornalistiche, sebbene non fossero affatto sconosciute, ma non bisogna trascurare altri santuari intoccabili che giudicano e sentenziano mettendo sotto lenti di ingrandimento le pagliuzze presenti negli occhi di coloro che tengono sotto osservazione e guardandosi bene dal vedere la trave nei loro occhi e dal dare il buon esempio, partendo dalla abolizione dei privilegi anacronistici che si annidano all'interno di talune alte istituzioni e che gridano vendetta a fronte di milioni di pensioni da fame, erose da una inflazione che cammina implacabile e da almeno 14 anni non rivalutate rispetto ad una perdita di valore accertato del 34%, come peraltro prevede lo stessa norma del 1992 che le ha imbrigliate ( articolo 11 del decreto legislativo 503/1992, noto come riforma Amato).

Noi abbiamo sinceramente apprezzato, e lo abbiamo ripetutamente scritto, la decisione assunta dal governo e dai suoi membri di autoridursi lo stipendio così come abbiamo condiviso la norma che fissa un tetto massimo ai compensi dei managers pubblici anche per non dover leggere sulla stampa certe cifre stratosferiche, scandalose e irritanti che sarebbero state elargite a certi amministratori che peraltro non avevano dato esempi da imitare in quanto a risultati aziendali ( si leggano i giornali di questi giorni!).

Adesso è giunto il momento di fare piazza pulita e di porre ordine nel groviglio di storture, distorsioni e ingiustizie che contraddistingue il sistema pensionistico di alcune “nicchie” del parlamento nazionale e dei consigli regionali, di Istituzioni e Autorità di controllo le cui dirigenze continuano a usufruire di condizioni normative vergognose e oggettivamente intollerabili.

Queste sì sono le vere riforme che occorre fare e che dimostrano quanta strada bisogna percorrere per alzare il grado di civiltà di un paese che vuole uscire da uno stato di inferiorità e di sottomissione ad alcune caste oppure, a dirla come Eurispes, da forme arcaiche di feudalesimo, mai dimenticando un antico ma sempre attuale detto secondo cui le parole insegnano e gli esempi trascinano.

E gli esempi da che mondo è mondo debbono venire dall'alto, come sempre è stato e come sempre sarà.

Sarà questa la volta buona perché il governo, il parlamento e le istituzioni tutte abbiano un sussulto di dignità e riconquistino un po' di quella credibilità perduta uscendo da situazioni davvero imbarazzanti? Soprattutto e innanzi tutto per loro.

Gavino Deruda

 
 

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