FAO, Rapporto Sofa: un terzo degli aiuti umanitari non va a destinazione
Servono cambiamenti radicali, proposti aiuti in denaro e buoni pasto - 26/01/07

Vincoli insormontabili per un terzo del budget destinato agli aiuti umanitari nel mondo con il risultato che ben 600 milioni di dollari non arrivano mai a destinazione, restando nei Paesi donatori. Lo ha detto Jaques Diouf, direttore generale della FAO, presentando il 24 gennaio a Roma il Rapporto sulla situazione mondiale dell'alimentazione e dell'agricoltura (Sofa).

Servono cambiamenti radicali nel modo in cui sono gestiti e distribuiti gli aiuti alimentari internazionali – si sostiene nel Rapporto – e la FAO propone trasferimenti di denaro e buoni pasto al posto delle scorte alimentari. Poi, "nel lungo periodo – ha affermato Diouf – occorrerà intervenire sulla prevenzione a favore della sicurezza alimentare".

Il Rapporto mette in luce enormi inefficienze dell'intervento umanitario mondiale: il 90% delle risorse destinate agli aiuti alimentari possono essere vincolate a condizioni specifiche che rendono difficile, per le agenzie specializzate, l'utilizzazione degli aiuti ed è complicato anche che raggiungano effettivamente coloro che ne hanno più bisogno.

Come è organizzato l'aiuto: i principali donatori spendono circa metà del budget destinato agli aiuti alimentari nella trasformazione dei prodotti e nel trasporto, riducendo di fatto di un terzo il totale delle risorse destinate agli aiuti a livello mondiale.

Le macrocifre dell'aiuto: 10 milioni di tonnellate l'anno di aiuti alimentari internazionali; 200 milioni di persone i destinatari; 2 miliardi di dollari l'anno il costo annuo; l'emergenza copre dalla metà ai tre quarti del totale dell'assistenza globale, 39 i Paesi beneficiari; negli ultimi due decenni le emergenze sono raddoppiate, da 15 a 30 l'anno, il picco è in Africa, dove sono triplicate; il più grande beneficiario di aiuti d'emergenza è stata la Corea del Nord.

Nel Rapporto si riconosce il successo degli aiuti in diversi casi, milioni di vite salvate da crisi umanitarie e fame cronica, ma gli stessi aiuti vanno anche a destinatari sbagliati o giungono in momenti inopportuni turbando i mercati locali e compromettendo le capacità di recupero dei sistemi alimentari locali.

Per la FAO i trasferimenti di denaro ed i buoni pasto possono stimolare la produzione locale, rafforzare i sistemi alimentari locali e le comunità.

 

 

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