Poco tempo libero e pochi soldi tra i motivi che inducono le donne italiane a non fare figli

Secondo l'Istat: le italiane rinunciano a fare il secondo figlio, il primo arriva oltre i 29 anni e il 12,4% delle neo-mamme lasciano il lavoro incompatibile con la maternità.

di Rossella Ronconi - 18/01/07

Troppo spesso, essere donna, mamma e lavoratrice è inconciliabile. Tra le mamme italiane una su cinque ha perso o mollato il lavoro. E il 40% che l'ha mantenuto , ha grandi difficoltà nell'abbinare l'esigenze di famiglia con quelle del lavoro.

Secondo l'indagine istat sulla maternità nel nostro paese confermano che nascono pochi bambini italiani. Il 61% ne vorrebbe almeno due, il 26% addirittura più di tre. Ma la preoccupazione che un altro figlio costi troppo mantenerlo o interferisca sugli impegni di lavoro poco flessibile fa si che il sogno delle donne di essere madri una seconda volta e, addirittura anche una terza, non si realizzi.

Per ciascuna italiana in età fertile (tra i 15 e i 49) vengono alla luce 1,33 bimbi. Una delle medie più basse nei paesi sviluppati. E le donne diventano madri in età sempre più avanzata, non più a 25 anni ma a partire dai 29. Prima terminano gli studi e trovano un lavoro, poi mettono su famiglia. Eppure le buone intenzioni ci sarebbero: più di 6 donne su 10 desidererebbero almeno due figli. Oltre di 2 su 10 addirittura dai tre in su e solo il 12% fa la scelta del figlio unico.

Conciliare scelte riproduttive e lavorative non dovrebbe significare avere l'obbligo di subordinare una scelta all'altra. Ma dall'indagine emerge che il diritto di scegliere per molte madri con figli piccoli è solo teorico. Circa una madre su cinque (il 18,4%) perde o è costretta a lasciare il lavoro dopo che ha avuto dei figli. Dell'oltre mezzo milione di donne che nel 2003 ha messo al mondo un figlio, ben 4 su 10 hanno rinunciato ad averne altri per motivi economici (20% dei casi), perché in età troppo inoltrata (14%) o impegnate nel lavoro (9%). Sempre nel 2003 il 5,6% delle donne occupate all'inizio della gravidanza è stato licenziato o non si è vista rinnovare il contratto a tempo. E il 12,4% ha dovuto rinunciare all'occupazione volontariamente perché incompatibile con la cura dei figli.

Stando al quadro emerso dall'indagine, il modello familiare prevalente in Italia rimane quello del nucleo con un solo figlio. E chi resta al lavoro e non ricorre al part-time o ai congedi parentali utilizza sempre più frequentemente i nonni (52,3%) perché gli asili nido, soprattutto al Sud non sono sufficienti.

L'allungamento degli orari di lavoro o l'impiego anche delle donne al di fuori delle quattro mura domestiche hanno trasformato radicalmente le nostre abitudini, soprattutto quelle familiari. Nell'epoca della “seconda modernità” il nostro tempo, in particolare quel poco che ci rimane libero dal lavoro, è sempre più ridotto.

 
 

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