U.E. Effetto serra
La Commissione : senza rimedi crisi umanitaria ed economica. Turismo in primo piano - 02/01/07

70 anni: è questa la scadenza posta all'Europa dalla Commissione UE per quello che è ipotizzato come un disastro umanitario ed economico. Causa: l'effetto serra, ovvero le conseguenze della produzione e dell'utilizzo energetico da parte dell'uomo. I danni, enormi, riguarderebbero ogni settore e, per quel che concerne le aree geografiche, il Mediterraneo e l'Italia sono additati in prima fila.

Si capovolgerebbe la natura alla quale siamo abituati da millenni: il Nord Europa avrebbe un clima mite e un' agricoltura più generosa, mentre al Sud si avrebbero siccità e inondazioni e quanto ne conseguirebbe.

Lo strumento utilizzato dalla Commissione per quest'analisi è quello satellitare.

Due i possibili scenari di riferimento: l'innalzamento della temperatura di 2,2 o 3 gradi.

In entrambi i casi lo scenario conseguente è drammatico: circa 11.000 persone in più potrebbero morire ogni anno a causa del caldo e, in secondo luogo, danni per un valore di miliardi di euro. Nel primo scenario (+2,2 gradi), quasi 29.000 persone in più potrebbero morire ogni anno nel Sud Europa dal 2071. L 'Italia sarebbe destinata alla siccità, alla riduzione della fertilità del suolo, a incendi e ulteriori effetti negativi del cambiamento di clima. In genere potremmo registrare lo spostamento di piante e animali tipici di certe aree geografiche in altre, quando non moriranno. L'innalzamento del livello del mare, ipotizzato fino a un metro, comporterebbe costi ingenti. Già nel 2020 la spesa per far fronte al disastro delle coste potrebbe essere di 4,4 miliardi di euro.

Con il secondo scenario, quello di un innalzamento della temperatura di 3 gradi, la spesa aumenterebbe a 5,9 miliardi e potrebbe crescere a 42,5 miliardi nel 2080.

Difronte a tali catastrofiche prospettive prendiamo in considerazione in ultima analisi il turismo. Non è da poco quello che emerge: degli attuali 100 milioni di persone che ogni “invadono” il Mediterraneo alimentando un giro d'affari di circa 130 miliardi, da qui ai prossimi settanta anni si rischia l'azzeramento totale, con un Sudeuropa ridotto a deserto e le rive che affacciano verso il Polo Nord come nuova meta.

 
 

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