Costo del denaro
a Reggio Calabria il denaro costa l'80% in più di Firenze -19-12-06

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il costo del denaro negli ultimi anni si e' ridotto, ma non in tutte le province italiane e la 'forbice' tra Nord e Sud Italia si e' allargata. E' quanto emerge dal quinto rapporto annuale sul credito provinciale realizzato da Unioncamere, in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne, nell'analisi dei tassi di interesse praticati dalle banche sui prestiti a breve termine a livello provinciale. La ricerca mostra che in 90 province su 103 i tassi si sono ridotti, ma questo processo non e' avvenuto in modo uniforme. Firenze sottrae a Trento il primato delle province in cui il denaro costa meno, mentre Reggio Calabria paga l'80% in piu' e passa a fanalino di coda. Sulla base degli ultimi dati disponibili relativi al 2005, la ricerca evidenzia che tra le prime 10 province (tutte del Nord) e le ultime 10 (tutte del Sud) ci sono 3,5 punti percentuali di differenza dei tassi di interesse e il divario tra Settentrione e Meridione e' aumentato.
Lo scorso anno, nell'87,4% delle province (90, di cui 29 del Mezzogiorno), il costo del denaro si e' ridotto rispetto al 2004, mentre nel 12,6% (13 province, di cui 7 del Sud) e' ulteriormente aumentato. E' il caso di Cosenza (0,79 punti percentuali in piu' rispetto al 2004), Reggio Calabria (+0,74), Catanzaro (+0,70), Crotone (+0,33) e Napoli (+0,21). Mediamente, al Nord i tassi di interesse sono diminuiti, facendo cosi' ulteriormente allargare la forbice del differenziale fra la provincia in cui il denaro costa meno (Firenze, con tassi del 4,63%) e l'ultima (Reggio Calabria, con il 9,09%). Ma anche tra le prime dieci posizioni della graduatoria e le ultime dieci: se nel 2004 il differenziale medio era pari a +3,16 punti percentuali, nel 2005 esso e' salito a +3,26. La crescita dei tassi di interesse non e' stato un fenomeno conosciuto esclusivamente da alcune realta' del Sud, in quanto anche nel Centro-Nord il costo del denaro e' aumentato.
E' il caso di Aosta, Pesaro-Urbino, Rimini, Ascoli Piceno, Perugia e Parma. Inoltre, all'interno delle stesse province settentrionali, si rileva la presenza di "un Sud del Nord". L'esempio piu' eclatante e' quello di La Spezia (520 posto), Imperia (570), Savona (620) e Genova (640), province settentrionali nelle quali, insieme alla Valle d'Aosta, il costo del danaro e' piu' elevato rispetto alla media dell'area. L'indagine Unioncamere-Tagliarcarne coglie anche l'impatto che i processi di acquisizione e fusione a livello bancario hanno avuto sul costo del denaro. Dall'analisi emerge che la presenza di un polo bancario di rilevanza nazionale ha avuto un evidente effetto sulla formazione dei tassi di interesse di alcune province, tra le quali Firenze, Bologna, Milano, e Torino. Al contrario, l'evoluzione del sistema creditizio meridionale negli ultimi anni sembra non aver avuto un proporzionale effetto positivo nella riduzione dei differenziali Nord-Sud del costo del denaro.

 
 

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