Estratti dal Rapporto Censis 2006

Turismo, Formazione, Sport, Comunicazione- 06-12-2006

La società italiana al 2006

….Si consolida l'economia delle vacanze. Gli ultimi dati ufficiali relativi al movimento turistico negli esercizi ricettivi attestano per il 2005 un aumento annuo del 2,7% sia degli arrivi che delle presenze, con un significativo effetto di traino da parte della componente straniera della domanda (+3,6% gli arrivi e +5,0% i pernottamenti). Vi sono segnali di passaggio a un turismo post-industriale: a vocazione individuale, residenziale, “artigiana” e immobiliare. Vi è un'accentuata tendenza a spalmare le ferie durante l'anno, ormai solo il 43,5% dei viaggi per vacanze è concentrato nel trimestre estivo. Le vacanze brevi, di 1-3 notti, sono aumentate del 13,1% rispetto all'anno precedente, arrivando a costituire ormai il 46,7% del totale. Vi è un crescente uso delle seconde case di proprietà per fini turistici, che nel 2005 ha riguardato il 13% delle vacanze (l'11,8% nell'anno precedente). La disponibilità complessiva delle seconde case per vacanza può essere stimata in almeno 10 milioni di posti letto, ovvero circa 2,5 volte la ricettività alberghiera ed extralberghiera.

…L'involuzione retorica di scuola e università . Si conferma per l'Italia una tensione all'investimento sociale in istruzione più debole rispetto agli altri paesi; la spesa pubblica in istruzione sia in rapporto al pil (4,9%), sia in rapporto al totale della spesa pubblica (9,9%) sono inferiori alla media dei paesi Ocse, dove raggiungono rispettivamente le quote del 5,5% e del 13,3%.

 

I processi formativi

…Sulla formazione linguistica l'Italia è divisa in due: da una parte gli indifferenti, i diffidenti e i perplessi (in totale il 54% della popolazione) che ritengono non serva conoscere le lingue; dall'altra parte i fiduciosi (25%; soprattutto giovani studenti) e i globetrotters (21%) , gli unici che sembrano veramente a proprio agio in un contesto multilinguistico.

Per gli immigrati conoscere l'italiano è importante per stringere rapporti di amicizia con gli italiani (82,1%), per utilizzare i servizi pubblici (78,6%), per lo svolgimento dell'attività lavorativa (86,5%), per trovare un lavoro migliore (71,4%). Il 72,2% degli intervistati vive in Italia da un periodo compreso tra 3 e 10 anni; il 55,7% non ha intenzione di tornare nel proprio paese di origine e il 24,9% afferma che vi tornerà tra molto tempo; solo il 17,9% manifesta la volontà di andare a vivere in futuro in un altro paese.

…Nelle scuole italiane 100 allievi si dividono 8 computer, contro gli 11,3 computer della media europea a 25 paesi. Vi sono però alcune aree in cui la scuola italiana appare più dinamica: 69 scuole italiane su 100 dispongono di un accesso a banda larga, contro le 67 della media europea; il 73% delle scuole italiane ha un proprio sito internet contro il 63% dell'Unione europea. La quota dei docenti che ritiene di possedere competenze adeguate è pari al 77,4%, la media europea è dell'82,1%. Gli insegnanti italiani presentano una percezione più positiva degli effetti dell'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sulla didattica: 81% contro il 70% della media europea.

 Territorio e Reti

…Lo sviluppo della pratica fisico-motoria nel nostro paese ha avvicinato l'Italia agli standard raggiunti dai paesi europei di più consolidata tradizione sportiva. I risultati dell'indagine Multiscopo promossa dall'Istat evidenziano che nel 2005 quasi 12 milioni di italiani, pari ad oltre il 20% del totale della popolazione in età superiore alla soglia dei tre anni, hanno praticato con continuità una o più attività sportive, mentre poco più di 20 milioni hanno dichiarato di aver svolto saltuariamente qualche forma di attività fisica e/o sportiva. Nello stesso anno il numero di tesserati alle società affiliate alle federazioni sportive nazionali ha oltrepassato la soglia dei tre milioni e mezzo di unità, mentre si registrava la presenza di quasi 100 società presenti sul territorio ogni 100.000 abitanti.

 Comunicazione e media

…Centralità e multi-medialità della musica nella vita quotidiana. Nel rapporto con i media ben il 46,5% degli italiani attribuisce la “massima importanza” all' interesse per la musica (al terzo posto dopo i più urgenti/diffusi bisogni di informazione e approfondimento ). Quali sono i media a cui si fa ricorso per assecondare tale interesse e con quale grado di soddisfazione? Ai primi posti per l'uso, la radio (77,4%) e persino la televisione (57,3%). Ma la “massima soddisfazione” si ottiene con i lettori mp3 (77,2%) e con internet (69,7%), che tuttavia sono ancora usati da quote di popolazione modeste rispetto ai grandi pubblici di radio e televisione.

Sta tornando il piacere di leggere libri. Per la prima volta la percentuale di quanti in Italia hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno supera la metà della popolazione (sopra i 14 anni) collocandosi al 55,3%. Ma nonostante questo notevole passo avanti, siamo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi, che oscillano dal 62% della Francia al 75% della Gran Bretagna. Dal punto di vista degli acquisti la distanza tra l'Italia e gli altri paesi è meno marcata rispetto alla lettura: gli italiani che comprano libri (48,7%) sono anche un po' più dei francesi (46,6%) e poco meno degli spagnoli (53,3%), mentre solo tedeschi (61,5%) e britannici (64,7%) si collocano su di un piano nettamente superiore.

I quotidiani si vendono poco, ma vendono molto. I dati a disposizione sulle opere allegate ad alcuni dei principali quotidiani italiani, tuttora disponibili in edicola, perché ancora in corso o da richiedere come arretrati, sono sorprendenti per le dimensioni del fenomeno: ben 89 iniziative editoriali per un numero complessivo di volumi pari a 1.397. 

 

 

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