Giornata mondiale dell'alimantazione

Fame e obesità sullo stesso piano d'intervento - 18-10-06

Il dato è a dir poco allarmante, ma c'è da dire anche noto: 854milioni di persone nel mondo soffrono la fame e se a questi aggiungiamo coloro che subiscono gli effetti degli squilibri alimentari come obesità e soprappeso si arriva alla cifra di 1,8 miliardi di persone. Una persona su quattro nel mondo, in sostanza, difetta di sufficiente e corretta alimentazione e quando non è determinante la denutrizione il rischio è comunque quello del terreno fertile per gravi malattie come il diabete, problemi cardiaci, l'ipertensione, l'infarto e certi tipi di cancro. Sono dati che emergono dalle analisi Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione che il 16 ottobre scorso ha dato il via ad un fitto calendario di iniziative in materia anche nel nostro Paese.

Negli ultimi anni agli ostacoli all'equa distribuzione del cibo si sono aggiunti gli effetti negativi della sovralimentazione. Oltre i Paesi ricchi, la questione comincia a toccare quelli in via di sviluppo. In Cina, ad esempio, un terzo dei maschi tra i 3 e i 69 anni è in soprappeso e il 9,3 per cento addirittura obeso. La Coldiretti sottolinea la necessità di intervenire attraverso l'educazione al consumo, promuovendo ad esempio la diffusione di alimenti naturali come la frutta e verdura che garantiscono l'equilibrio dietetico, e regolamentando la vendita di cibo spazzatura come si è già iniziato a fare nelle scuole degli Stati Uniti con l'accordo raggiunto dalla William J. Clinton Foundation dell'ex Presidente USA con grandi gruppi come Kraft Foods, Mars, Campbell Soup, Danone and PepsiCo con severi limiti sul contenuto di grassi, zuccheri, sale e calorie negli snack venduti in macchinette, negozi o bar delle scuole.

L'obesità non è estranea all' Unione Europea, dove si stima che 400mila ragazzi perdono ogni anno la forma fisica, oltre 14 milioni di giovani sono già soprappeso e tre milioni di questi obesi. Il Governo britannico, ad esempio, sta correndo ai ripari mettendo al bando gli snack distribuiti nelle scuole per sostituirli con prodotti più vicini al concetto di dieta mediterranea, soprattutto frutta e verdura. Le malattie collegate direttamente all'obesità sono responsabili di ben il 7 per cento dei costi sanitari dell'UE. Il problema tocca anche l'Italia: su 5 milioni di obesi 800mila sono affetti da obesità grave. C'è inoltre da considerare una tendenza all'allontanamento dalla dieta mediterranea se è vero che per la non corretta alimentazione l'aumento dei casi di obesità o soprappeso nel nostro Paese riguarda il 36% dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch. E' allora tempo, sostiene la Coldiretti, di intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menù anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali. In definitiva, per quanto emerge da queste analisi, il problema della fame nel mondo viaggia sullo stesso binario d'intervento di quello dell'obesità e potrebbe essere approcciato con possibili positivi risvolti anche partendo dalla massima diffusione culturale in materia di sana alimentazione, evitando sprechi e potendo meglio orientare le risorse finanziarie.

 
 

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