Libano/Palestina/Israele: basta alle armi e alla spirale di violenze
Presidenza Fitel - 17/07/2006

L'attacco deciso dall'esercito israeliano in Libano, seguito all'uccisione di alcuni soldati israeliani e al sequestro di altri da parte di Hezbollah, con la distruzione di infrastrutture del paese e l'uccisione di numerosi civili libanesi, rappresenta una reazione, pur nel diritto di ogni popolo a difendersi, rischia tuttavia di estendere il conflitto a tutto il Medio Oriente, e di trasformare il quadro globale già esplosivo della regione in guerra aperta. E' auspicabile che le Nazioni Unite, l'Unione Europea e l'intera Comunità internazionale, e con esse anche il Governo italiano, si facciano ascoltare per far deporre le armi e mettere fine a una spirale di violenze, atti terroristici e rappresaglie, che produce solo distruzioni e vittime innocenti, considerando anche la eventualità di una forza di interposizione internazionale a protezione dei civili. Chiediamo che innanzitutto si ritorni a dare voce alla ragione: ci sia il reciproco riconoscimento tra i Governi e venga promosso l'avvio di negoziati per riaprire la strada del processo di pace che non può che stabilirsi sulla coesistenza dei due popoli nel quadro di due stati all'interno di frontiere sicure, sul rispetto della legalità internazionale da parte di tutti e sulla fine degli atti di terrorismo e delle ritorsioni. In questo quadro la Fitel unisce la propria voce a quella delle tante associazioni per i diritti umani, che in Palestina, in Israele, in Libano chiedono la fine delle violenze e il ripristino della pace.

 
 

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