Il DPEF 2007/2011

07/07/06

Approvato dal Governo il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria. Crescita, risanamento ed equità gli obiettivi dichiarati. Manovra per 35 miliardi di euro

Precisato che il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria non è una legge dello Stato e che, quindi, non contiene necessariamente il dettaglio su singole misure e cifre, ma rappresenta l'orientamento di politica economica che l'Esecutivo propone per i prossimi cinque anni (in questo caso assume la valenza di un vero e proprio documento di legislatura), andiamo a vedere le principali indicazioni del testo approvato in Consiglio dei Ministri il 7 luglio scorso.

Crescita, risanamento ed equità sono le parole chiave che sintetizzano gli obiettivi dichiarati del Governo nel DPEF 2007/2011. Una manovra da 35 miliardi di euro, pari a 3 punti di PIL, che pesa più in direzione del risanamento, 20 MLD, che per lo sviluppo, 15 MLD.

“Il Governo si riserva di valutare con più precisione il percorso di rientro in relazione al profitto temporale degli effetti strutturali delle misure che verranno adottate” si legge nel testo. Vale a dire, sostiene il Ministro Padoa Schioppa, che i tempi previsti nel DPEF sono coerenti con gli impegni presi con l'Unione Europea (rientro sotto il 3% del deficit nel 2007), ma che taluni effetti potrebbero verificarsi nel 2008.

I numeri

  • Finanziaria 2007 da 35 MLD di euro (3 punti di PIL) da aggiungere agli oltre 11 lordi della manovra 2006 bis appena varata. 20 MLD sono destinati al risanamento; 15 allo sviluppo.

  • La crescita del PIL è stimata all'1,5% entro il 2006, all'1,2% nel 2007, all'1,5% nel 2008, all'1,6% nel 2009 ed all'1,7% nel 2010.

  • Il deficit è stimato al 4% nel 2006, al 2,8% nel 2007 (possibile slittamento al 2008) ed al 2,2% entro il 2008.

  • Le stime sul rapporto debito-Pil individuano una crescita al 108% per quest'anno ed una progressiva riduzione fino al di sotto del 100% alla fine del quinquennio.

  • L'avanzo primario è fissato al 4% nel 2011.

  • Tasso di inflazione programmata dall'1,9 al 2%.

  • Tasso di disoccupazione previsto al 7,6% per l'anno in corso, al 7,5 nel 2007, al 7,4% nel 2008, al 7,2% nel 2009, al 7% del 2010, fino al 6,7% nel 2011.

  • Taglio di 5 punti del solo cuneo fiscale, e quindi nessun intervento di questo genere sulla previdenza, che premierà le imprese che assumeranno a tempo indeterminato. Ipotizzabile un 60% dell'incidenza della misura a favore delle imprese (IRAP?) ed un 40% a favore dei dipendenti (IRPEF?)

Le principali misure di risanamento

La manovra economico- finanziaria del Governo interverrà su grandi campi che messi assieme costituiscono oggi la maggior parte della spesa pubblica totale: pubblica amministrazione, previdenza e sanità.

Pubblica amministrazione - Previsti interventi finalizzati alla semplificazione ed alla modernizzazione della macchina statale e una riorganizzazione delle authority. Una possibile riduzione del personale dovrebbe essere limitata alle uscite pensionistiche non rimpiazzate, ovvero non sempre chi andrà in pensione sarà sostituito. Possibili, inoltre, nuovi incentivi per favorire ulteriori uscite volontarie.

Previdenza - Previsto un intervento nella prossima finanziaria che andrebbe a rappresentare una riforma. Tra le misure ipotizzabili il blocco delle finestre di anzianità e l'aumento dell'età minima. Obiettivo puntato anche sul TFR. Possibile avvio dei fondi pensione nella pubblica amministrazione.

Sanità - Molto si gioca sul rapporto con le Regioni. Certezza di risorse per il prossimo triennio, così da render possibile la programmazione, autonomia, ma anche “inderogabile responsabilità” cosicché le Regioni provvedano da sole a coprire i deficit. Possibile ritorno trasversale al ticket, ovvero anche in quelle Regioni che l'hanno abolito. Se avrà un seguito, questa misura dovrebbe essere contenuta nella finanziaria 2007.

Il Mezzogiorno al centro della crescita

Con una cifra pari a 12, 13 miliardi, il Mezzogiorno entra di diritto al centro delle opzioni di rilancio e crescita del Paese. L'obiettivo è quello di portare l'intervento pubblico al Sud dall'attuale 38,7% al 42,3%.

 
 

Indietro Home