Rapporto OCSE sulle prospettive occupazionali - 14-06-2006
In Italia rallenta la crescita. Note dolenti dal lavoro femminile, per anziani e giovani. Positiva la via del taglio del cuneo fiscale.

G. D.

Crescita occupazionale in frenata: contro il +0,7% del 2005 i dati positivi del 2006 e 2007 si attesteranno rispettivamente al +0,6% e al +0,4%. E' quanto emerge dal

Rapporto OCSE sulle prospettive del mercato del lavoro. Ma il dato perde ulteriore valore nel raffronto con le medie europee e Paesi OCSE in genere, dove la crescita occupazionale è stimata nel +1,1% nel 2006 e +1,2% nel 2007, per quel che concerne l'Europa, nel +0,9% e +1,1%, per l'UE a 15, nel +1% e +1,1% per l'UE a 19, nel +1,3% e +1,1% per i Paesi europei dell'OCSE. Oltre all'Italia, a rallentare sono gli Stati Uniti, dall'1,8% del 2005 all'1,6% del 2006, la Spagna, dal 4,8% al 4,1%, il Regno Unito, dall'1% allo 0,3%.

Dato in caduta libera, inoltre, se si mette a fuoco l'occupazione femminile: siamo quart'ultimi davanti a Corea, Messico e Turchia. Il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2005 era pari al 45,3%, il 56,1% nella media OCSE e il 57,8% dell'Europa a 15. Al contrario il tasso di disoccupazione tra le donne in Italia supera il 10%, contro il 7% della media OCSE e il 9% dell'Europa a 15. Il 29,2% delle donne sono occupate part-time contro il 5,3% degli uomini, ma sono le donne a primeggiare in questa scelta: il 78% del part timer totale.

Siamo quart'ultimi anche tra gli anziani lavoratori e 23° su 30 nell'occupazione giovanile. Tra i lavoratori a bassa professionalità occupiamo il 24° posto.

Tra le caratteristiche prettamente italiane v'è il lavoro a tempo determinato. Cresce solo in Belgio, Olanda e Portogallo.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe passare, invece, dal 7,8% del 2005 al 7,7% nel 2006 ed al 7,6% nel 2007. I n Italia i disoccupati sono circa 1,9 milioni, mentre nel complesso dei Paesi OCSE si arriva a 34,8 milioni. Il rapporto OCSE, considerando il decennio 1994-2004, fa emergere la stagnazione italiana nella riduzione della disoccupazione. Una riduzione molto forte del tasso di disoccupazione è stata registrata in Irlanda, Spagna e Finlandia, tutti Paesi in cui il tasso di disoccupazione a metà degli anni 90 era molto alto. La disoccupazione dei Paesi europei OCSE si dovrebbe attestare all'8,5% nel 2006 e all'8,2% nel 2007 (nel 2005 era all'8,7%). Nella UE a 15 si passa dal 7,9% del 2005 al 7,6% del 2006 e al 7,3% del 2007. Nella UE a 19 la disoccupazione scende dall'8,7% dello scorso anno all'8,4% del 2006 e all'8,1% per il 2007. In particolare sofferenza Francia e Germania, rispettivamente al 9,5% e all'8,5% quest'anno. La media dei Paesi OCSE si attesterebbe invece al 6,2% quest'anno e al 6% per il 2007, contro il 6,5% del 2005.

Il tasso di crescita delle remunerazioni reali per lavoratore, nel settore delle imprese, é in crescita nell'area OCSE. La media dell'1,1% del 2004 è passata all'1,6% del 2005 ed è data in aumento (tra l'1,5% e l'1,9%) nel 2006 e nel 2007. Per quel che concerne il nostro Paese si rinnovano le dolenti note: la crescita dei salari reali non superava lo 0,6% nel 2005, è data allo 0,5% per quest'anno e all'1% nel 2007.

Il Rapporto, infine, fa un riferimento esplicito al taglio del cuneo fiscale annunciato nel programma dell'attuale maggioranza di governo in Italia. Esso è definito come una misura che favorisce il crescere dell'occupazione e il calo della disoccupazione. In ambito OCSE, emerge nel Rapporto, la riduzione del cuneo fiscale del 10% ridurrebbe la disoccupazione del 2,8% e aumenterebbe il tasso di occupazione di almeno il 3,7%. Ciò in base all'esperienza sulla riduzione del cuneo fiscale praticata negli ultimi anni in alcuni Paesi.

 
 

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