”Tornare dentro Maasstrich e sviluppare la concorrenza”
di Gavino Deruda - 05/06/06

Il Governatore, Mario Draghi, all'annuale Assemblea della Banca d'Italia

Come è consolidata consuetudine, il 31 maggio scorso il Governatore della Banca d'Italia, da alcuni mesi Mario Draghi, ha fotografato il dettaglio del Paese anche in considerazione del contesto e delle tendenze internazionali e non mancando di fornire le proprie indicazioni per una ricetta cui istituzioni, imprenditori e forze sociali guardano sempre come ad un attendibile polso della situazione.

Due filoni fondamentali: risanamento e crescita

Il Governatore ha subito focalizzato il necessario macro obiettivo nella crescita sulla base di una solida stabilità. Draghi sottolinea come la ciclica ripresa non basta, ma la spinta alle viste che potrebbe portare ad un incremento del Pil all'1,5% non va sciupata. Senza invadere il campo delle politiche di governo, Draghi ha chiaramente fatto presente che, al netto di interventi per il necessario sostegno all'economia come il taglio del cuneo fiscale ed il rilancio di investimenti pubblici, occorre una manovra correttiva da 28 miliardi di euro che consenta al Paese di rientrare nei parametri di Maastricht. La via di Draghi è quella del contenimento della spesa mediante l'innalzamento dell'età pensionabile e la responsabilizzazione di Regioni ed Enti locali sempre in termini di controllo della spesa.

Il rilancio economico, poi, passa per la concorrenza. Specifiche aree di intervento indicate sono il lavoro, l'istruzione, i servizi, il fisco, l'innovazione e la tecnologia e, quindi, il ricambio generazionale alla guida delle imprese. Sottolineature che permeano la relazione di Draghi riguardano il sistema bancario e la necessità di uno sviluppo dimensionale per supportare la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese.

Conti pubblici ma anche sviluppo imprenditoriale nelle attenzioni del Governatore. Per Draghi competitività e crescita passano, come per il fondamentale supporto che può venire dagli istituti bancari, per l'aumento dimensionale delle imprese. Occorre agganciarsi alla globalizzazione per coglierne le opportunità e per tale obiettivo le dimensioni delle aziende restano un crocevia ineludibile. Occorre innovare, recuperare produttività, ricorrere ai mercati finanziari. Per quel che concerne i cronici squilibri territoriali del Paese, Draghi non ha parlato di questione meridionale definendo il rilancio economico e la riduzione di detti squilibri obiettivi complementari. Le azioni a favore della crescita dimensionale delle imprese e del riorientamento della loro specializzazione possono portare vantaggi maggiori al Sud dove sono accentuati “i mali” del Paese.

Di seguito alcune “pillole” dalle considerazioni del Governatore Draghi. Abbiamo scelto di partire con una nota positiva.

Buone nuove dall'emisfero femminile

Cresce l'occupazione femminile, in aumento il tasso di figli per donna, significativa la presenza di imprenditrici nel commercio al dettaglio e nei servizi pubblici. L'emisfero femminile esce con dati positivi dalle analisi di Bankitalia. L'occupazione femminile è passata dal 40,4 al 47,2 % e le distanze dagli uomini in termini di retribuzione è diminuita del 3%, dal 78 all'81% della retribuzione maschile. In aumento anche le lavoratrici mamme: da 1,18 a 1,29 figli per donna. Interessante anche la fotografia delle imprenditrici. Per lo più (l'80%) a capo di ditte individuali e società di persone, le donne sono particolarmente impegnate nel commercio al dettaglio e nei servizi pubblici. Caratteristiche e distinguo principali rispetto all'emisfero maschile sono il ricorso a capitale proprio, alto tasso d'avvio d'impresa e basso di fallimento.

Fisco: il Paese dei condoni

L'ago nel pagliaio. Parliamo di assenza totale di condono fiscale nell'Italia tra il 1970 ed il 2004. Si citano due bienni: il 1974/75 e il 1994/95. In realtà nella sanatoria del 1983 rientrarono gli anni a partire dal 1973. Rimarrebbe, quindi, un solo anno privo di condono.

Pensioni, intervento strutturale significativo

Draghi va ben oltre la riforma Tremonti-Maroni , ma anche rispetto alla riforma Dini. La Questione per il Governatore è da affrontare subito e nettamente mediante una riforma strutturale in grado di contribuire al contenimento della spesa pubblica ed all'aumento della partecipazione al mercato del lavoro. Draghi cita alcuni elementi a sostegno della sua tesi: l'età dell'uscita media dal lavoro degli ultimi anni, in Italia, è stata attorno ai 60 anni, inferiore rispetto a Germania, Regno Unito e USA; l'aspettativa di vita a questo punto è di 25 anni per le donne e 21 per gli uomini; solo un significativo innalzamento dell'età pensionabile unitamente allo sviluppo della previdenza integrativa può rendere sostenibile il finanziamento del sistema contributivo.

Credito, sviluppo dimensionale per servire la crescita del Paese

Il Governatore Draghi si sofferma sul sistema finanziario e creditizio più volte. Nelle considerazioni finali riprende le premesse per un necessario impegno prioritario per la crescita. E dice: il sistema bancario italiano è solido, ma necessità di ulteriore sviluppo, anche dimensionale, perché questo aiuta la concorrenza e l'economia. Crescita ed internazionalizzazione delle imprese sono favorite dalla crescita e dall'internazionalizzazione delle banche. Per crescere servono banche con dimensioni in grado di assicurare disponibilità a basso costo.

Prezzi, l'eterno dualismo Nord/Sud

L'analisi di Bankitalia rileva nell'andamento dei prezzi l'eterno dualismo Nord-Sud. Nel Nord del Paese, con una maggiore presenza della grande distribuzione, i prezzi restano invariati massimo 1 anno e mezzo, mostrando tangibili segni di flessibilità; nel Mezzogiorno la maggiore concentrazione di piccoli operatori, specialmente nei servizi, e la minore intensità di concorrenza depone a favore di una rigidità e di un'invarianza dei prezzi che supera anche i due anni.

Servizi stretti nelle maglie delle regole

La crescita del Paese per il Governatore Draghi passa inevitabilmente per i servizi. Qui occorre puntare con decisione anche mediante la via delle liberalizzazioni, ma innanzi tutto c'è da superare lo scoglio della rigidità delle regole che pone il nostro Paese tra i più restrittivi in Europa.

Infrastrutture in frenata

Il 2005 ha fatto registrare una diminuzione pari al 2% in termini reali dell'attività infrastrutturale per opere pubbliche. Tra il 2002 ed il 2004 era aumentata del 3,5%. Solo al Centro si registra una conferma dei dati ante 2005, mentre al Sud la produzione di opere pubbliche è finita al di sotto del periodo precedente il 2002. Significativo anche il dato sul ritardo dell'avvio dei lavori, mediamente pari a 4 anni.

Università, il modello anglosassone

Si lamenta la scarsa autonomia dallo Stato nella valutazione e nei finanziamenti. Si sottolinea il valore del modello anglosassone dove controlli, accreditamenti e finanziamenti sono a discrezione di Authority indipendenti.

 
 

Indietro Home