Rapporto Eurispes 2006
"un Paese che non trasforma la propria potenza in energia" - 27/01/06

Dati negativi per tempo libero e turismo, ma per l'italiano è sempre Belpaese.

Considerazioni di G. Deruda presidente FITeL

E' stato presentato lo scorso 27 gennaio il 18° Rapporto Eurispes sullo stato socioeconomico italiano. Nell'illustrarne le grandi linee, il presidente Eurispes, Gian Maria Fara, ha confermato un quadro da noi più volte sottolineato circa le potenzialità del Paese e i dati di fatto: “un Paese - ha dichiarato - che non riesce a trasformare la propria potenza in energia”.

Proprio il raggio d'azione della Fitel trova posto al centro dell'attenzione e dal Rapporto emerge un'Italia che non riesce a sfruttare le enormi doti artistiche, turistiche, culturali e paesaggistiche.

Tra le responsabilità individuate a livello generale, per un sistema economico e produttivo in pieno declino non solo la politica, ma anche la classe imprenditoriale che ha abbandonato la formazione per galleggiare sul precariato e sulle risorse pubbliche.

Su tutto impera la scena di un Paese sempre più povero. Al quadro macroeconomico corrispondono i dati sul potere d'acquisto, i consumi ed il ricorso al credito. Quest'ultimo ha fatto registrare una crescita nel 2005 pari al 23,4%, ovvero 47miliardi di euro. Tale aumento si spiega in buona parte con la destinazione dell'indebitamento delle famiglie oggi sempre più connessa alle spese essenziali come quelle alimentari, per le cure mediche, per elettrodomestici ed auto. Il ricorso al credito, tuttavia, non trova riscontri nei consumi. La spesa condotta mediante indebitamento, in sostanza, non apporta aumenti di quantità o qualità ma è mirata al mantenimento dell'attuale tenore di vita.

Gli indicatori di povertà sono allarmanti: il 23% indigenti, l'11% a rischio povertà, il 58% fatica a far quadrare i conti fino alla fine del mese.

Tra le rinunce, da notare l‘addirittura 61,5% per il tempo libero ed il 64% per viaggi e vacanze. E a proposito, questo il macro dato sul turismo: una bilancia in calo del 16%. Il dato riguarda sia il valore aggiunto e l'occupazione attivata dal sistema turistico nazionale, sia l'economia allargata dell'industria dei viaggi e del turismo. Positiva eccezione viene dal felice connubio turismo e agricoltura. Il mercato dell'agriturismo muove complessivamente 800 milioni di euro ogni anno. La crescita del giro d'affari del settore agrituristico, nell'arco temporale compreso tra il 1999 e il 2004, è stata pari al 128%. Le aziende sono aumentate del 53% (dalle 8.500 del 1999 alle 13.000 del 2004). I turisti, tra italiani e stranieri, che nel 2004 hanno scelto le mete agricole del Belpaese sono stati circa 12 milioni.

Le categorie che più accusano tale situazione sono i lavoratori dipendenti, i piccoli risparmiatori coinvolti nei recenti scandali finanziari, i piccoli e medi imprenditori agricoli, gli operatori dello spettacolo e i pensionati. I “nuovi ricchi” appartengono al settore finanziario, assicurativo, immobiliare, al commercio all'ingrosso ed al dettaglio, al libero professionismo, avvocati, dentisti, commercialisti.

1300 pagine del rapporto divise in sezioni tematiche che segnano una sostanziale perdita di fiducia degli italiani nel futuro. Il 50% della popolazione individua un netto peggioramento nel 2005 e nel restante 50% circa il 20 non vede luce per l'anno appena iniziato. Nonostante tutto, un “positivo controsenso” arriva dal 75%, 3 italiani su 4 - e qui tornano le potenzialità inespresse - degli italiani soddisfatti di vivere in Italia. Quasi una fortuna per il 67%, così da spingere il presidente Eurispes a risollevare in qualche modo la proiezione sul futuro affermando la presenza di tutte le condizioni necessarie per passare dalla potenza all'atto.

Quali i motivi di tale soddisfazione? Tra l'altro, per un terzo del campione, sono le bellezze naturali del Paese, per il 28,9% la tradizione artistico-culturale, per i l 16,7% il clima piacevole, per il 14,3% la buona cucina. Sono potenzialità, indubbiamente, soprattutto se pensiamo che la graduatoria del World Economic Forum ci vede ben al di sotto dei partner europei e staccati anche da Tunisia, 40°, e Sud Africa, 42°.

Concludiamo con una vena di speranza che arriva direttamente dalla capitale. Roma traina il Lazio e il Lazio l'Italia. Così parrebbe stando agli indicatori positivi che differenziano il Lazio dal quadro generale. E tra i motivi fondamentali di quest'isola felice il record di arrivi e presenze a livello turistico. 

 

 

Indietro Home