Istruzione in Italia, c'è molto da rivedere
l'indice OCSE su investimenti, valutazione dei docenti, e completamento degli studi 10-09-09

Investimenti che si fermano alla scuola primaria per decrescere e divenire insufficienti nei livelli superiori, docenti in eccesso, sottopagati e lasciati soli, ovvero senza adeguata valutazione del loro operato e ancora primi per numero di studenti che non terminano l'università. È la fotografia della scuola italiana contenuta nel Rapporto annuale dell'OCSE "Regards sur l'éducation / Education at a Glance”.

Per l'OCSE l'Italia spende 6.835 dollari per ogni suo alunno del ciclo primario contro una media di 6.252 dollari.

Nell'istruzione secondaria il vantaggio si annulla: 7.648 dollari per studente contro una media OCSE di 7.804 dollari.

Nel terzo livello dell'organizzazione formativa, poi, a fronte di una media OCSE di 11.512 dollari, in Italia la spesa si assesta a 8.026 dollari.

Esistono varie letture delle cifre: l'Italia spende cumulativamente per ogni suo studente tra i 6 e i 15 anni 70.126 dollari, oltre 2mila in più della media OCSE di 67.895 dollari, ma se si guarda all'incidenza delle spese in istruzione rispetto al PIL, l'Italia appare in netto ritardo. La media delle principali economie mondiali si attesta al 5,8% del PIL, mentre in Italia la percentuale scende al 4,7%. Tra il 1995 e il 2005, inoltre, gli investimenti nella scuola nei Paesi OCSE sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto al 12%.

Gli stipendi per gli insegnanti italiani sono relativamente bassi. Lo stipendio di un maestro di scuola elementare con 15 anni di esperienza si assesta attorno ai 29.287 dollari, in sesta posizione nella classifica OCSE, ma con un trend che preoccupa: gli stipendi infatti crescono ogni anno meno della media OCSE. Tra il 1996 e il 2006 gli stipendi OCSE sono cresciuti del 15%, mentre in in Italia non hanno superato l'aumento dell'11%.

Docenti e istituti scolastici godono comunque della fiducia dei genitori: l'80% di questi ritengono che gli standard degli istituti seguiti dai figli (15 anni) siano buoni o molto buoni, contro una media OCSE del 77%.

Per quanto riguarda la formazione degli adulti, la percentuale di italiani di età compresa tra i 25 e i 34 che persegue o hanno completato studi terziari rimane ampiamente al di sotto della media euro: 17% contro il 33% OCSE. Le lauree brevi hanno contribuito all'aumento di quanti finiscono gli studi universitari, dal 19% al 39% contro una media OCSE del 37%. Restiamo, tuttavia il primo Paese per il maggior numero di studenti che non terminano gli studi universitari: arrivano alla laurea il 45% degli iscritti, contro una media OCSE del 69%.

 
 

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