I vacanzieri cambiano abitudini

Vacanze condizionate dal portafoglio più leggero - di Rossella Ronconi- 10/05/06

Di nuovo e ancor più quest'estate, saranno da registrare notevoli cambiamenti dal punto di vista delle abitudini dei vacanzieri sia per la possibilità di effettuare vacanze, sia riguardo alla durata delle stesse. Circa la metà della popolazione, il 42%, in base a recenti sondaggi "Tempo Reale", un sistema di rilevazione dell'opinione pubblica che si basa su una progettazione esclusiva dell'Istituto di sondaggi e ricerche Ipr Marekting, apparsi su Il sole 24 ore, non andrà in vacanza principalmente per ristrettezze economiche. Se a questo si aggiunge il fatto che per 6 italiani su 10 il periodo di vacanza sarà più breve rispetto a quelle del 2004, si evidenzia un profondo mutamento in atto nello stile di vita degli italiani; la fruizione ludica del tempo libero è un costo e il minore potere d'acquisto della busta paga sta influenzando la formazione di nuovi comportamenti sociali. O meglio si sta delineando anche un nuovo modo di "vivere" le vacanze, in funzione delle compatibilità economiche.
Si abbandona la vacanza tradizionale, intesa come permanenza prolungata in una località turistica, e si vive il periodo di ferie cambiando i propri comportamenti quotidiani, riducendo il tempo dedicato o addirittura rimanendo a casa propria. Questa nuova tendenza del "turismo casalingo" come si evince ancora dai sondaggi, interessa la maggior parte, il 55%, di coloro che dichiarano che non trascorreranno soggiorni fuori casa. Dunque la crisi economica in atto nel nostro paese sembra che stia generando un nuovo modo di consumare le vacanze. Fenomeno, questo, che con tutta probabilità influenzerà anche l'economia del turismo, che in futuro dovrà immaginare
I mutamenti dei comportamenti sociali si determinano su dati di lungo periodo, ma la registrazione del trend degli ultimi anni fornisce uno scenario in movimento che lascia presagire che tale comportamento è destinato ad incrementarsi.
Ma quali sono i comportamenti di chi va in vacanza? La maggior parte resta in Italia, il 71%, e per un terzo degli italiani le ferie estive non superano una settimana; solo un ulteriore 31% trascorre due settimane, cosicché per il 64% dei cittadini il periodo di vacanze estive dura al massimo quindici giorni. Quindi, se le ristrettezze economiche incidono sul numero dei giorni di vacanza, anche la scelta della tipologia di alloggio risulta condizionata dalla contingenza critica. Sempre meno persone soggiornano in hotel, mentre sale la percentuale di chi opta per B&B, il camper e per la vacanza in campeggio. Per la maggior parte di questi non si tratta di una scelta "ecologica", ma dalla compatibilità con il portafoglio. Di fatto il 78% degli interpellati riferisce aumenti di prezzo generalizzati ed estesi a ogni settore del consumo estivo, ma i costi degli alberghi e dei ristoranti sono percepiti in maggiore aumento, mentre si registrano basse variazioni di incremento nei mezzi di trasporto.
Le agenzie di viaggio rappresentano il canale prioritario di informazione turistica per la scelta del viaggio per il 37% della popolazione, ma non è da sottovalutare il "fai-da-te" che coinvolge una grande quantità di persone. Anche l'utilizzo di Internet è in continua crescita e oggi rappresenta il 13 per cento. Il mezzo di trasporto più utilizzato, nonostante l'aumento della benzina, rimane l'automobile per il 47%, un quarto dei vacanzieri andrà in treno, mentre il 15% si imbarcherà su un aereo e il 10% su una nave. Al di là del portafoglio più leggero, nel periodo estivo gli italiani spendono per il "divertimentificio" molto più che negli altri periodi dell'anno. Se infatti durante l'inverno la spesa procapite per attività ludiche è di 111 euro, nell'estate si incrementa di circa 50 euro, arrivando a 167 euro mensili. In sostanza, l'economia legata al turismo in futuro dovrà riequilibrarsi rispetto alle nuove tendenze di consumo, tendenze in mutamento anche nei "vacanzieri tradizionali" che, pur non rinunciando alle vacanze, mutano le abitudini.

Articolo pubblicato pure sul sito della Cgil Nazionale

 
 

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