La Finanziaria 2006 taglia su tutto anche sul turismo
di Rossella Ronconi - 15/10/05

In merito alla finanziaria 2006 è già stato detto tutto quello che di negativo c'era da dire dalle organizzazioni sindacali, di nostro riferimento, Cgil, Cisl,Uil, che noi condividiamo, le quali hanno definito una piattaforma unitaria e proclamato lo sciopero generale per il prossimo 25 novembre.
Ne sono stati svelati i tratti più negativi e mentitori. Il carico di falsità, a partire dai dati sull'entità del deficit, sul livello del debito, sulle previsioni di crescita del prossimo anno e sull'aleatorietà di alcune voci d'entrata previste dalla finanziaria in questione e da quelle precedenti. Il carattere elettoralistico, perché assegna risorse rivolgendosi a interessi precisi, come nel caso del taglio di un punto degli oneri impropri, che farà risparmiare alle imprese due miliardi, oppure quando annuncia, senza dire come e per quali finalizzazioni, soldi alle famiglie sotto forma di "bonus" per il secondo figlio, per i libri di testo, per i nonni, e chissà cosa altro ancora. E ancora, perché rinvia le scelte di finanza pubblica, che sarebbe assolutamente necessario compiere oggi, - anzi, che sarebbe stato giusto definire fin dall'inizio del mandato di questa maggioranza di governo - per non lasciare un'eredità pesantissima a chi verrà dopo di loro. L'assoluta estraneità rispetto alla gravità della situazione economica e produttiva nella quale versa il nostro paese. Si prosegue in un totale disinteresse verso le situazioni di difficoltà - e, spesso, di vera e propria sofferenza - nelle quali versano milioni di famiglie di lavoratori e pensionati per i quali, ovviamente, non vi è traccia di restituzione del fiscal drag. Si conferma l'assoluta assenza di scelte di politica industriale, in grado di intervenire nella pesante situazione di perdita di competitività di interi settori della nostra economia, in particolare il manifatturiero, ma anche il turismo, (solo promesse, da parte di Berlusconi, di 300 milioni di euro non mantenute, e la certezza del taglio di 9 milioni di euro all'ENIT nel triennio) . IL Governo sembra che non si accorga di un settore strategico della nostra economia, che per reggere alla concorrenza internazionale, ha bisogno di aiuto: 5 milioni di turisti in meno nella stagione appena trascorsa, e dell'Italia, che dopo essere stata a lungo tra le primissime destinazioni turistiche del mondo, è scesa al quinto posto dopo la Cina, con la tendenza ad ulteriore scivolamento fuori dal gruppo di testa. E' così che si và sempre più "dissipando" la grande forza attrattiva, sia culturale sia turistica, che ha da sempre contraddistinto il nostro paese.
Ed ancora, quando parlano di innovazione, ricerca, formazione, anziché immaginarli come cardini per costruire una nuova competitività del nostro assetto produttivo, utilizzano questi termini, per giustificare la contro-riforma dell'università, consumatasi in Parlamento la settimana scorsa.
Il vero e proprio taglieggiamento alle Regioni e al sistema delle Autonomie Locali, che dal 2001 in poi ha progressivamente ridotto le risorse attraverso riduzioni gigantesche ai trasferimenti, con il solo scopo di accrescere la spesa "elettorale" del governo centrale. Il taglio della spesa corrente dalla finanziaria 2006 rappresenta il colpo definitivo alla capacità di Regioni, Province e Comuni non solo di rispondere alla domanda di servizi essenziali, ma anche di orientare le risorse residue sul terreno della competitività investendo in servizi, cultura e turismo e cioè nella riorganizzazione delle città e dei territori. Una ennesima mannaia che incide per il 10-12 per cento, non può che determinare una situazione di enorme gravità e perciò aderiamo allo sciopero generale del 25 novembre.

 
 

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