Consiglio Nazionale FITeL

Castrocaro Terme 27 ottobre 2007

Documento della Presidenza Nazionale per il dibattito nelle strutture

La Presidenza Nazionale intende riassumere in un documento sintetico le proprie posizioni di ordine politico, organizzativo e operativo che dovranno costituire punto di riferimento per l'attività delle strutture a tutti i livelli di responsabilità.

Ritiene di grande rilevanza strategica per il consolidamento e lo sviluppo del ruolo dei CRAL nella società italiana e, più in particolare, nell'ambito della valorizzazione del tempo libero, il percorso di informazione, promozione e proposta, iniziato con la partecipazione diretta dei rappresentanti dei CRAL e fa sua la proposta della Presidenza Nazionale della FITeL di procedere nel lavoro di ricerca e studio, approfondimento e coordinamento, sia in termini di contenuti propositivi che di coinvolgimento della pubblica opinione, per rendere sempre più efficace tale percorso.

Resta prefissato l'obiettivo e il solco d'azione ribaditi a partire dal V° Congresso Nazionale della FITEL che abbiamo celebrato dal 30 settembre al 1° ottobre 2005, ridefiniti nelle successive riunioni degli organismi dirigenti e riconfermati nel convegno nazionale del 22 giugno scorso per opporre alle principali criticità dei CRAL, non ultime le manovre di superamento della legge 300/1970, le potenzialità reali che il sistema dei CRAL esprime e meglio potrebbe estrinsecare nella società italiana.

Dalla sua nascita (1993) ad oggi, la FITeL ha dimostrato di poter rappresentare un concreto polo d'azione per la tutela e la rivalutazione del tempo non occupato. Parlano a tal proposito i decreti del ministero dell'interno e del ministero del lavoro (e solidarietà sociale) che la identificano e la riconoscono, rispettivamente, come associazione di assistenza nazionale e come associazione di promozione sociale; il riconoscimento quale Ente per la gestione del servizio civile ; il riconoscimento dell'Agenzia delle Entrate come possibile destinatario del 5 per mille dell'IRPEF; l'adesione di tutti i grandi CRAL (Telecom, Arca Enel, Poste, Ferrovie, Trasporti, Autoferrotranviari, Enti pubblici, Dipendenti università, Dipendenti regionali e comunali); l'aumento degli iscritti e delle affiliazioni: ora circa 800 CRAL, 800.000 iscritti, 1.000.000 di pensionati e familiari.

Tali numeri legittimano ampiamente i nostri intenti, le nostre proposte, i nostri obiettivi, la nostra azione e impegnano l'organizzazione ad attivarsi ad ogni livello per la definitiva collocazione del sistema CRAL al centro delle aspettative presenti e future della società per quel che concerne il tempo libero.

Acclarato che la dimensione del tempo libero assume sempre più una importanza fondamentale, c'è da dire che l'espansione del modello di economia liberista, la non facile rincorsa anche in Italia verso tale standard, l'affannosa ricerca di convergenza da parte del nostro Paese dentro i parametri di Maastricht e della moneta unica europea e le conseguenti cicliche misure di risanamento finanziario, le crisi economiche ricorrenti dentro i nostri confini, impongono di operare per restituire dignità e giusto valore ad altre ed altresì fondamentali esigenze della società. Tra queste, il mantenimento di uno stato sociale equo e, in quest'ambito, lo sviluppo del tempo libero, della rigenerazione della persona, della visione umanistica di talune attività dal profilo anche, ma non solo, economico, che fanno capo ai settori dell'arte, della cultura, dello spettacolo, dello sport, del turismo nelle sue diverse accezioni.

La FITeL è consapevole della fragile situazione economica e sociale del nostro Paese che senza un'adeguata rivalutazione del valore della qualità della vita rischia di tramutarsi in una involuzione ad ogni livello della società con forti penalizzazioni delle componenti più deboli ed esposte di essa ( anziani, giovani, diversamente abili, non autosufficienti).

Lo confermano i seguenti dati:

Il 50% degli italiani pagherebbe in moneta corrente per avere più tempo libero per sé stessi o da dedicare allo svago, agli affetti familiari o ai rapporti interrelazionali; il 60% degli italiani sono occupati in orari rigidi; l'orario di lavoro medio in Italia continua ad assorbire le 8 ore comprese tra le 9 e le 17; il solo 5% di occupati in questa fascia fruisce di un'ora di flessibilità; le faccende domestiche sono sempre più concentrate al sabato; oggi gli italiani sono ultimi in Europa per tempo non occupato. (dati ISTAT)

A fronte di ciò la FITeL s'impegna a richiamare ulteriormente l'attenzione istituzionale per la quasi totale mancata applicazione della legge n° 53 del 8 marzo 2000, ispirata all'esigenza di conciliare orari ed esigenze di lavoro con il tempo libero.

La federazione conviene, altresì, sulla necessità di un maggiore e costante impegno rivolto alla sfera femminile e giovanile e ciò a partire dalla considerazione (fondata sempre su dati ISTAT) che nella propria scala dei valori i giovani pongono al primo posto la famiglia, seguita nell'ordine dagli amici, dal lavoro e dal tempo libero. Tali dati e, di più, le voci del nostro futuro non possono restare eluse.

In considerazione della duplice esigenza del risanamento finanziario e del rilancio dello sviluppo, ma anche degli ingenti sforzi fin qui richiesti alla collettività, la FITeL deve riaffermare che senza conferire concreto e adeguato valore al tempo libero si rischia di dare vita ad iniziative che finirebbero per avvitarsi su sé stesse, sempre mirate alla concorrenza e senza mai trovare sfogo nel tempo privo di ogni occupazione, retribuita o meno, nel riposo, nello svago, in quella che abbiamo assunto come una definizione fondamentale del tempo libero: la “costruzione di società” ( per usare un termine consolidato in ambito BITS a cui siamo affiliati) in quanto tempo dedicato a quella aggregazione sempre più preziosa di fronte ad un quadro sociale frammentato e diviso com'è quello contemporaneo dentro e fuori i confini nazionali.

Se si condivide il senso di “ricchezza” del tempo libero, la risorsa che esso rappresenta, non è pensabile, e per nessuno auspicabile, chiedere sacrifici sociali sempre più gravosi senza la garanzia di tutela per questo patrimonio. E' come togliere il respiro a qualsiasi corsa al risanamento finanziario, al rilancio economico, allo sviluppo; è come rincorrere l'obiettivo con il fiato troppo corto per poterlo perseguire.

Lo stesso DDL finanziaria 2008, sebbene condivisile in vari aspetti, non coglie questa esigenza perché se da un lato conferma le risorse destinate allo sport e alla cultura (soprattutto cinema), dall'altro trascura il rifinanziamento dell'articolo 10 della legge 135/2001 e le altre possibili forme di defiscalizzazione delle attività connesse al tempo libero.

La federazione s'impegna pertanto a chiedere la suddetta condivisione del senso del tempo libero al Governo ed alle istituzioni nazionali e regionali per farne elemento permeante della politica di rilancio del Paese.

Per proseguire dentro tale nostro percorso la FITeL assume l'obiettivo di base di avere una fotografia davvero chiara e nitida sul piano politico e organizzativo dei CRAL. I CRAL hanno assunto e possono continuare ad assumere un ruolo fondamentale nell'offerta per la famiglie. Ed è la tutela del nucleo familiare a soffrire particolarmente in Italia l'evoluzione economica e finanziaria. I CRAL costituiscono, dunque, un'ancora e una finestra dove la fiducia delle famiglie può e deve riporsi senza indugi. L'azione svolta nella direzione del supporto solidale alle famiglie ed alla società in genere rappresenta un non trascurabile motore economico. Il principio non è, o comunque non lo è più, dettato dal mero assistenzialismo, ma dalla possibilità di dare accesso a quanti più cittadini possibile ad un bene, sia questo rappresentato dall'arte, dalla cultura, dallo sport, dal turismo o dalla vita di relazione in genere.

Riflettiamo sul fatto che il diritto alla vacanza è precluso al 46% (40% su base europea) della nostra popolazione, il 30% del quale per motivi economici, con una ulteriore penalizzazione e discriminazione per il genere femminile.

Nell'ottica della riaffermazione del ruolo della FITeL appare opportuno rilanciare e rafforzare il rapporto con le Confederazioni e le Categorie Sindacali e porre al centro del confronto questioni non ancora risolte quali la contrattazione centrale e periferica, la contrattazione sociale, così da contribuire alla soluzione di problematiche che fanno capo al cosiddetto salario differito, quali la casa, gli asili nido, l'ambiente, il tempo libero stesso e tutto ciò che è connesso all'agio e al disagio. Occorre concertare con il sindacato confederale un'azione che consenta alla FITeL di essere presente su tutto il territorio italiano al fine di dar vita ad un'aggregazione generalizzata attorno agli obiettivi cardine del tempo libero per forze lavoro oggi scomposte e frantumate. Si rinnova allora l'esigenza di un rapporto sinergico con le Confederazioni Sindacali ponendo alcuni obiettivi fondamentali di breve termine: la ripresa della contrattazione finalizzata alla determinazione di quote di salario per il tempo del non lavoro (defiscalizzazione delle spese di associazione dei CRAL, introduzione del sistema dei buoni vacanze, facilitazione all'accesso delle attività sportive amatoriali); il rilancio della rappresentanza dei CR, potendo contare su un maggiore riferimento nella FITeL e quali interfaccia di Regioni, Province, Comuni; lo sviluppo del coordinamento delle attività dei CRAL e del territorio e la realizzazione delle reti sociali previste dai piani di zona (Legge 328/2000).

Appare davvero assurdo e intollerabile che un paese che ha una politica che costa 4 miliardi di euro, una burocrazia che incide per 70 miliardi di euro, una elusione ed evasione fiscale che ammonta ad almeno 100 miliardi di euro, che registra sprechi, inefficienze e privilegi dell'altro mondo, non trovi un po' di risorse per consentire l'esercizio dei diritti sanciti da leggi nazionali e dichiarazioni internazionali ( vedi ad esempio l'articolo 11 della legge 20 maggio 1970 n. 300, l'articolo 1 della legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale; oppure l'articolo 24 della Dichiarazione Universale sui diritti umani o l'articolo 7 del Codice Mondiale per l'etica del turismo ).

La FITeL resta, dunque, fermamente convinta della perdurante attualità del ruolo dei CRAL e vuole percorrere in quest'ottica nuove strade, più incentrate sullo sviluppo organizzativo e sull'iniziativa nel territorio, nella consapevolezza che anche in questo modo è possibile perseguire gli obiettivi della difesa del salario e della solidarietà. La presenza diffusa sul territorio della FITeL, il suo sviluppo propositivo e organizzativo è un obiettivo che richiede un preciso monitoraggio dei principali attori dai quali discende la sua stessa funzione propulsiva. Si ribadisce allora come fondamentale l'accertamento della presenza organizzata e da organizzare dei CRAL in tutta Italia.

Questo può e deve essere un obiettivo immediato con l'aiuto indispensabile delle categorie sindacali.

La funzione propulsiva della FITeL si misura anche dal modello organizzativo che siamo in grado di darci: la funzionalità va affinata e migliorata, tenendo conto dell'opportuna partecipazione del territorio, dei CRAL, dei soci fondatori (componenti sindacali). Solo adeguando l'organizzazione a livelli elevati di funzionalità e di credibilità si è in grado di svolgere il necessario ruolo di coordinamento delle attività dei CRAL, di indirizzare questi stessi verso criteri di gestione aperti al contesto sociale, di sviluppare una politica di sostegno per il tempo libero, di essere seri interlocutori delle istituzioni ( non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale tramite il BITS con la CES , il CES e altri organismi di pari importanza ) e in sinergia con le stesse offrire ai soci servizi e prodotti vantaggiosi e accessibili da tutta la società, tra i quali: le attività di servizio e di assistenza; la consulenza legislativa, statutaria fiscale, tributaria, amministrativa; l'informazione, la documentazione, la formazione dei quadri per la gestione delle attività nei vari campi di operatività; le attività di sostegno, coordinamento e valorizzazione dell'iniziativa dei CRAL; l'aiuto alla migliore utilizzazione delle strutture a partire dalla salvaguardia del patrimonio degli impianti sportivi, per la cultura e lo spettacolo; un impegno diretto per la tutela del potere di acquisto dei redditi attraverso gruppi di acquisto in grado di controllare la qualità e dominare il processo di formazione dei prezzi.

Forte della propria identità e rappresentanza, l'organizzazione non può non s ostenere, inoltre, una visione parsimoniosa e sobria della società e della vita, di rispetto per le persone e per la natura, come segno di gratitudine per quanto la natura ci ha generosamente messo a disposizione e per quanto i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità e che noi abbiamo il dovere di utilizzare ma anche di tutelare, conservare, proteggere e valorizzare per noi stessi e per coloro che ci seguiranno.

La FITeL deve impegnarsi dunque in tutte le sue attività affinché l'acqua, l'aria, la terra possano continuare ad essere fonte di benessere, di pace e di prosperità, condizioni base per il miglioramento della qualità della vita. Questo la FITeL chiede ai governi nazionali e internazionali, questo chiede alla società, ma questo deve anche chiedere a se stessa, e deve essere suo impegno diretto, nell'agire quotidiano, nel modo di pensare, di essere e di fare, nelle occasioni di confronto e di incontro, per superare l'errata convinzione che sviluppo economico e tutela ambientale siano incompatibili e per operare attivamente perchè siano davvero conciliabili in una visione accorta e intelligente per l'utilizzazione oculata delle opportunità che ci sono date per poter perseguire condizioni di vita dignitose per tutti.

 

 

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