Consiglio Nazionale FITeL

Castrocaro 21/10/2006

Il punto sulla politica per i CRAL

Premessa

Il V Congresso Nazionale della FITEL ha approvato un Ordine del Giorno in cui si evidenziano le principali problematiche che i CRAL hanno dovuto fronteggiare e stanno fronteggiando: le privatizzazioni, le esternalizzazioni, le frammentazioni delle aziende, i tentativi di superare la legge 300/1970.

Rispetto a queste problematiche Il Consiglio Nazionale dovrà individuare il possibile percorso futuro di questa importante architrave sociale che i CRAL rappresentano per la società italiana.

Lo stesso documento impegnava la FITEL ad operare per il rilancio della contrattazione sui temi del tempo libero e sul ruolo dei CRAL nella gestione del welfare.

E' utile ricordare come in questi ultimi anni la Fitel abbia raggiunt o obiettivi fondamentali per l'identità e l'attività di rappresentanza dell'organizzazione:

• i decreti del ministero dell'interno e del ministero del lavoro (il primo identifica la FITEL come associazione di assistenza nazionale e l'altro la iscrive tra le associazioni di promozione sociale);

• il riconoscimento dell'Agenzia delle Entrate per il “ 5 per mille”;

• l'adesione dei maggiori grandi CRAL (Telecom, Arca Enel, Poste, Ferrovie, Trasporti, Autoferrotranvieri; Enti pubblici, Dipendenti università, Dipendenti regionali e comunali);

• l'aumento degli iscritti e delle affiliazioni:

Oggi la FITEL rappresenta circa 800 Cral, 800.000 iscritti, 1.000.000 di pensionati e familiari. E nello slancio ultimo che ha contribuito a questo dato c'è molto della scelta compiuta nella politica del tesseramento e delle affiliazioni.

1. L'evoluzione del quadro economico finanziario

Il come “tutelare” , “muovere”, “utilizzare” e “indirizzare” oggi questo patrimonio presuppone un'analisi accurata dei mutamenti in atto nel nostro Paese nell'economia, nella società, nelle attività professionali, nelle possibilità economiche del cittadino lavoratore, nelle varie esigenze alla base della domanda di tempo libero.

Il modello di economia liberista che sempre più sta trovando spazio e sostegno in Europa, la non facile rincorsa anche in Italia verso tale standard, l'affannosa ricerca di rientro da parte del nostro Paese nei parametri di Maastricht, il vincolo della moneta unica europea e le conseguenti cicliche misure di risanamento finanziario, il permanere della crisi economica dentro i nostri confini, sta portando ad un'esasperazione del primato dei numeri, delle regole economiche, dei canoni finanziari con enorme sacrificio su altre fondamentali esigenze della società. Tra queste il mantenimento di uno stato sociale equo e giusto, garante di una qualità della vita accettabile attraverso lo sviluppo del tempo libero, della rigenerazione della persona, della visione umanistica di talune attività dal profilo anche, ma non solo, economico, che fanno capo ai settori del turismo nelle sue diverse accezioni, della cultura e dello spettacolo, dello sport.

2. La domanda di tempo libero

L'evoluzione circoscritta alla messa a fuoco di uno sviluppo economico di stampo liberista non pare, dunque, seguire le esigenze primarie della società, recando in sé il rischio di determinare ampie spaccature dentro la stessa. Riflesso di questa evoluzione, del modello economico smisuratamente liberista, è la competizione visibile e tangibile nell'ordinaria attività professionale. Lo spazio temporale dedicato al lavoro è divenuto talmente invadente nella quotidianità che viene occupato a ritmi ampiamente sostenuti, frenetici, come una sorta di lotta contro il tempo che, divenuta appunto quotidiana, diventa anche un'involontaria lotta contro il tempo libero.

Alcuni esempi da una recente indagine ISTAT:

• il 50% degli italiani pagherebbe in moneta corrente per avere più tempo libero per se stessi e per la propria famiglia. Tempo libero inteso come dedicato al cosiddetto “ozio creativo” o “svago costruttivo” o agli affetti.

• A fronte di ciò la legge n° 53/2000, ispirata dall'esigenza di conciliare orari ed esigenze di lavoro con il tempo libero, è rimasta di fatto disattesa, praticamente inapplicata dalle aziende, se non per quanto concerne quelle situazioni nelle quali l'ambiente di lavoro è stato dotato di asili nido e fitness center.

• Il 60% degli italiani sono occupati in orari rigidi. L'orario di lavoro medio in Italia continua ad assorbire le 8 ore comprese tra le 9 e le 17. Il solo 5% di occupati in questa fascia fruisce di un'ora di flessibilità. Le faccende domestiche sono sempre più concentrate al sabato.

• Oggi gli italiani sono ultimi in Europa per tempo non occupato.

3. Tra risanamento e sviluppo e qualità della vita

In considerazione della duplice esigenza del risanamento finanziario e del rilancio dello sviluppo, il nostro Paese, l'attuale Governo non si trova nelle condizioni più favorevoli per ridurre questa diffusa corsa verso la competizione, ma è pur vero che senza conferire consapevole e adeguato valore al tempo libero si rischia di dare vita ad iniziative che finirebbero per avvitarsi su sè stesse, sempre mirate alla competizione e senza mai trovare sfogo nel tempo del non lavoro, nel riposo, nello svago, in quella che abbiamo assunto come una definizione fondamentale del tempo libero: la “costruzione di società” in quanto tempo dedicato a quell'aggregazione sempre più preziosa di fronte ad un quadro sociale così frammentato e diviso com'è quello contemporaneo dentro e fuori i confini nazionali.

Se si condivide la “ricchezza” rappresentata del tempo libero, la risorsa che esso rappresenta, non è pensabile, e per nessuno auspicabile, chiedere sacrifici sociali sempre più gravosi senza la garanzia di tutela per questo patrimonio. E' come togliere il respiro a qualsiasi corsa al risanamento finanziario, al rilancio economico, allo sviluppo; saremmo nella stessa condizione del corridore che si presenta allo sprint che ha l'obbiettivo di partecipare al rush finale, ma con il fiato troppo corto per poterlo vincere.

L'analisi dell'evoluzione economica e sociale di cui sopra non può non toccare i primi provvedimenti del nuovo Governo. Occorre allora valutare con attenzione se e come la spinta verso le diverse liberalizzazioni proposte possa rappresentare un bene per la tutela e lo sviluppo del tempo libero.

4. Più occupazione, meno “tempo occupato”

Il principio che ispira le liberalizzazioni proposte dal Governo è quello della maggiore concorrenza a vantaggio di una competitività dell'offerta e, si immagina, dei consumatori. In alcuni casi è ipotizzabile la possibilità di un incremento occupazionale. In linea teorica queste paiono dunque misure positive, ma per esserlo fino in fondo anche nell'ottica di una migliore qualità della vita, che spesso sottintende la tutela e lo sviluppo del tempo libero, dovrebbero essere mosse da un baricentro maggiormente spostato sull'aumento occupazionale raccordato con un tempo e un ritmo di lavoro che non invade lo spazio per il riposo, lo svago, le attività culturali, sportive e turistiche che fanno capo alla sfera del tempo libero.

Oggi il lavoratore rinuncia al tempo libero per lavorare quanto più possibile; questo per arrivare alla fine del mese. A llora, appare evidente che anche il tempo libero è oggetto delle ricadute delle politiche economiche ed occupazionali. Per non implodere dentro una società sfinita e schiacciata dal peso di una vita dedicata quasi esclusivamente al lavoro, il sistema iperproduttivo, che cavalca il mondo occidentale, abbisogna di un apporto occupazionale corale, molto più ampio degli attuali indici di occupazione.

5. I margini di manovra: il telelavoro, l'appalto degli impegni

L'iniziativa economico finanziaria che il Governo ha individuato, per quanto emerge dalla manovra bis 2006, dal DPEF e, quindi, dai canoni che caratterizza la finanziaria 2007, è stretta nella morsa di un impossibile mantenimento o, addirittura, di un aumento dell'attuale spesa pubblica, giunta a livelli insostenibili a causa di errate, superflue o improduttive destinazioni del passato.

C'è ancora margine, tuttavia, secondo la FITEL , per operare una razionalizzazione finalizzata a rendere maggiormente produttiva la spesa pubblica possibile partendo da una programmazione delle fondamenta e di ciò che alimenta una migliore qualità della vita, tempo libero in primis. La tutela e lo sviluppo di questo settore della nostra vita legittima qualsiasi sforzo di risanamento delle finanze pubbliche e di rilancio economico del Paese. Altrimenti si è di fronte ad un vicolo cieco. Non solo, se si condivide quest'approccio per cui, in estrema sintesi, lo sviluppo di un Paese si misura dalla qualità della vita dei cittadini e, quindi, dal tempo libero disponibile, dal sostegno alla creazione di società, all'aggregazione sociale, al cosiddetto ozio creativo, si condivide allora l'opportunità di un'iniziativa di rilancio dei CRAL che la FITEL individua come la struttura portante di un indotto economicamente interessante quale è il tempo libero.

Ecco allora che nell'ambito di una manovra economico-finanziaria di governo ci si attendono, accanto alle misure di risanamento anche altre volte annunciate ad assicurare fondamenta solide ad una migliore qualità della vita. Negli sforzi che la finanziaria 2007 conterrà in materia di rilancio imprenditoriale occorre allora tenere presenta anche l'altra faccia dell'impresa, quella sociale, quella sancita dall'articolo 11 della legge 300/1970, che la FITEL ritiene essere attualissima:

“le attività culturali, ricreative ed assistenziali, promosse nell'azienda sono gestite da organismi formati a maggioranza dai rappresentanti dei lavoratori”.

In questo senso è opportuno che tra i provvedimenti di ordine fiscale che saranno varati con la finanziaria 2007 sia prevista un'iniziativa di defiscalizzazione per le attività sociali del tempo libero. E' argomento, questo, che ha ormai assunto una valenza trasversale rispetto agli interessi dell'intera collettività. La domanda di tempo libero, come confermano i recenti dati ISTAT sopra citati, è sensibile e in costante aumento. I CRAL sono il soggetto che può garantire l'equa offerta, l'incontro di questa pressante esigenza sociale e sul quale occorre puntare sapendo di non partire da zero.

Vanno dunque create le idonee condizioni affinché i CRAL possano ancora e a maggior ragione svolgere un ruolo di primo piano nella ricostruzione di un tessuto sociale in grado di guardare allo sviluppo ed al futuro con convinzione e fiducia nei propri mezzi e nel proprio ruolo di imprenditori sociali.

Si può andare oltre, nell'ambito di una politica rivolta al futuro delle imprese ed al futuro dei lavoratori. Su quali altri elementi insistere per dare corpo nel nostro Paese ad un'organica iniziativa politica in grado di superare l'attuale disattenzione o marginalizzazione del tema del tempo libero come opportunità di occupazione, di nuovo lavoro, di nuova organizzazione degli impegni sociali?

Merita attenzione un dato: Il 35% dei lavoratori utilizzano personal computer e mezzi di telecomunicazione che vanno dal telefono ad altri strumenti delle moderne tecnologie della comunicazione, rappresentando una finestra aperta per il telelavoro ed una migliore organizzazione del proprio tempo che, per le contrazioni delle distanze, contemplerebbe certamente maggior spazio extraprofessionale. In Spagna la situazione non si discosta molto da quella italiana, ma si è già chiaramente entrati nell'ottica della corsa ai ripari e proprio sulla moltiplicazione del telelavoro si sta concentrando una buona attenzione.

Occorre insistere, dunque a far percorrere la strada dell' approfondimento e la diffusione della telematica quale elemento di grande supporto alla conoscenza, al progresso, ma anche alla formazione professionale, propedeutico all'occupazione.

Ridurre tutte le distanze, abbattere le barriere tecnologiche, questo è l'elemento fondamentale per essere presenti attivamente nell'era globale.

6. L'impegno istituzionale

Tutelare e sviluppare il tempo libero, quindi, per migliorare la qualità della vita dei cittadini; questo principio dovrebbe trovare fondamenta organizzative e programmatiche attraverso una maggiore e tangibile iniziativa legislativa e di governo. L'esperienza positiva rappresentata dal Terzo settore, ci convince ad ipotizzare una richiesta di maggiore impegno da parte del Ministero del Lavoro e della Solidarietà Sociale nel predisporre una cabina di regia in grado di inserire la questione della qualità della vita, nelle attività nel mondo dell'Associazionismo.

7. Gestione e orientamento dei CRAL

Come sancito nel Documento conclusivo del V Congresso, la FITEL vuole riaffermare il proprio ruolo di soggetto sociale in grado di garantire spazi di partecipazione culturale, sportiva, solidale degli organismi di base come sono i CRAL, i circoli e le associazioni del tempo libero.

In questa ottica è sempre più urgente avere la conoscenza della realtà politica e organizzativa dei CRAL attraverso una fotografia aggiornata di questo settore.

La ricerca di autonomia dei CRAL spesso vissuta come una forte personalizzazione dell'attività dei circoli nei settori: turistico, sportivo e culturale ha provocato, talvolta, l'accusa di clientelismo e di scarsa trasparenza, come sottolineato anche nell'indagine del CNEL in collaborazione con la FITeL sull'organizzazione del tempo libero nella rete dei CRAL, e ciò fa correre il rischio di rendere poco credibile queste strutture sociali.

Non è certo questo il tipo di autonomia che può far uscire i circoli aziendali dalla crisi che li coinvolge, ma occorre ridare un immagine positiva al ruolo dei CRAL, partendo dallo loro funzione di tutela dei soci lavoratori e dei cittadini.

Per legittimare pienamente il proprio ruolo di rappresentanza e di supporto ai CRAL la FITEL deve riflettere sulla crisi che stanno attraversando e contribuire in modo determinante alla costruzione di un percorso nuovo.

I CRAL chiusi in sè stessi, avulsi da un contesto sociale sono destinati a soccombere, qualora venisse a mancare il finanziamento dell'azienda, ma un CRAL capace di solidarietà interna e verso l'esterno avrebbe nuove e importanti prospettive così come nuove opportunità arrivano con l'attivazione di intercral in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori di piccole aziende, del mondo del lavoro non aggregato, dei pensionati e della cittadinanza più in generale.

Questi CRAL potrebbero diventare soggetti protagonisti capaci di interpretare le trasformazioni dell'assetto produttivo avvenuto negli anni e, dunque, rispondere alle esigenze reali diffuse nel mondo del lavoro e nella società in genere.

Pensando al turismo, i CRAL hanno assunto e possono continuare ad assumere un ruolo fondamentale nell'offerta per la famiglie. Ed è la tutela e lo sviluppo del nucleo

familiare a soffrire particolarmente in Italia l'evoluzione economico finanziaria. I CRAL costituiscono, dunque, un'ancora e una finestra dove la fiducia delle famiglie può e deve riporsi senza indugi. L'azione svolta nella direzione del supporto solidale alle famiglie ed alla società in genere rappresenta un non trascurabile motore economico. Il principio non è, o comunque non lo è più, dettato dal mero assistenzialismo, ma dalla possibilità di dare accesso a quanti più cittadini possibile ad un bene, sia questo rappresentato dal turismo o dalla cultura o dallo sport.

8. Il rapporto con i sindacati confederali

Nell'ottica della riaffermazione del ruolo della FITEL appare opportuno rilanciare e “utilizzare” in maniera sinergica il rapporto con le Confederazioni e le Categorie Sindacali a tutti i livelli per rilanciare la contrattazione sociale, così da contribuire alla soluzione di problematiche che fanno capo al cosiddetto salario differito (la casa, gli asili nido, l'ambiente, il tempo libero) e tutto ciò è connesso all'agio e al disagio.

I Sindacati Confederali hanno già manifestato sensibilità e attenzione su diversi temi che attengono alla nostra iniziativa. Non sarebbe nata e non si sarebbe sviluppata quest'importante esperienza della FITEL che rappresenta l'unica struttura unitaria dell'iniziativa sindacale in Italia. Occorre allora richiedere con il sindacato confederale un'azione che consenta alla FITEL di essere presente su tutto il territorio italiano al fine di dar vita ad un'aggregazione attorno agli obiettivi del migliore utilizzo del tempo libero per i lavoratori e i cittadini, oggi costretti a moltissime rinunce.

Va dunque rilanciato il rapporto sinergico con le Confederazioni Sindacali ponendo alcuni obiettivi fondamentali di breve termine:

• la ripresa della contrattazione finalizzata alla determinazione di quote di salario per il tempo del non lavoro (defiscalizzazione delle spese di associazione dei CRAL, introduzione del sistema dei buoni vacanze);

• il rilancio della rappresentanza dei CR, potendo contare su un maggiore riferimento nella FITEL e quali interfaccia di Regioni, Province, Comuni;

• lo sviluppo del coordinamento delle attività dei CRAL e del territorio e la realizzazione delle reti sociali previste dai piani di zona (Legge 328/2000);

• l'utilizzo di permessi retribuiti per i dirigenti dei CRAL;

° la possibilità di attuazione dei buoni vacanza , individuando i soggetti operativi e le modalità esecutive;

° la possibilità della costituzione di un Ente bilaterale per il tempo libero con le Associazioni datoriali, per lo sviluppo delle attività sociali a livello aziendale.

Coerentemente con quanto sostenuto fin qui andrà affrontata anche la partecipazione e le funzioni della FITEL dentro il FORUM del Terzo Settore e gli altri organismi di coordinamento delle politiche sociali.

9. La politica organizzativa

La FITEL resta fermamente convinta della perdurante attualità del ruolo dei CRAL e vuole percorrere in quest'ottica nuove strade, più incentrate sullo sviluppo organizzativo e nell'iniziativa sul territorio ed a partire dal contributo delle R.S.U. per la condivisione degli obiettivi della difesa del salario nella solidarietà.

La presenza diffusa sul territorio della FITEL, il suo sviluppo organizzativo e di iniziativa è un obiettivo che richiede una precisa fotografia dei principali attori dai quali discende la funzione propulsiva della stessa FITEL. E' allora fondamentale l'accertamento della presenza attiva o da rilanciare dei CRAL in tutta Italia. Questo può e deve essere un obiettivo immediato.

La funzione propulsiva della FITEL si misura anche dal modello organizzativo che siamo in grado di darci: la funzionalità va affinata e migliorata, tenendo conto dell'opportuna partecipazione del territorio, del CRAL, dei soci fondatori (componenti sindacali).

Occorre rilanciare quanto già emerso nell'ultimo Congresso a proposito dell'individuazione di gruppi di lavoro o dipartimenti ad hoc dedicati a migliorare le capacità progettuali dell'organizzazione. Occorre essere presenti a proposito dei bandi del Ministero della solidarietà sociale per garantire all'intera organizzazione una crescita qualitativa oltre che quantitativa sui temi di propria pertinenza. Questo vale tanto a livello centrale che territoriale. Solo adeguando l'organizzazione a livelli di crescita e di costante e crescente credibilità si è in grado di svolgere il necessario ruolo di coordinamento delle attività dei CRAL, di indirizzare questi stessi verso canoni di gestione assolutamente aperti al contesto sociale, di sviluppare una politica di sostegno per il tempo libero, di essere seri interlocutori delle istituzioni e in sinergia con le stesse offrire ai soci servizi e prodotti vantaggiosi e accessibili da tutta la società e tra questi:

• le attività di servizio e di assistenza;

• la consulenza legislativa, fiscale, tributaria e amministrativa;

• la formazione dei quadri per la gestione amministrativa, culturale, sportiva e turistica;

• le attività di sostegno e valorizzazione dell'iniziativa dei CRAL;

• sostegno alla migliore utilizzazione delle strutture a partire dalla salvaguardia del patrimonio degli impianti sportivi, per la cultura e lo spettacolo.

10. Conclusioni

Il rapporto di interlocuzione con le istituzioni centrali e periferiche dovrà essere improntato sulla centralità delle politiche confederali nella difesa e nella riforma del welfare e sul ruolo specifico della FITEL nella difesa, nel presidio e nella promozione delle politiche del tempo libero come parte integrante della tutela della qualità della vita dei cittadini.

Partendo da questa base di comportamento ed iniziativa politica e passando per un aggiornamento del quadro d'azione dei CRAL e della sua affermazione nella prospettiva appare opportuno che la FITEL si faccia promotrice di un dibattito anche pubblico, e comunque con l'obiettivo di informare e stimolare pure l'opinione pubblica in materia, che potrebbe essere individuato in una conferenza da realizzarsi nei primi mesi del 2007.

Tale conferenza potrà essere preceduta e preparata da convegni regionali o interregionali che abbiano la capacità di mettere a fuoco tutte le varie e diverse situazioni organizzative, politiche e gestionali che vivono tali organismi e di coinvolgere la massima parte dei rappresentanti perché siano davvero promotori e protagonisti essi stessi dell'analisi, della riflessione, del confronto e della decisione che da tale percorso scaturisce.

Sosteniamo con forza, come conclude l'indagine realizzata dal CNEL in collaborazione con la FITEL , l'importanza crescente dei CRAL per il contributo al miglioramento degli stili di vita e dei bisogni degli individui nel “tempo liberato dagli obblighi lavorativi e sociali”.

Un documento in grado di mettere in parallelo l'evoluzione del quadro economico e sociale e “i numeri” dei CRAL, ed essere propedeutico al dibattito può costituire la base per la politica programmatica della FITEL da qui alla fine della legislatura interna alla FITEL e per i prossimi anni.

SCHEDA N. 1

IL NUOVO RAPPORTO CGIL-CISL-UIL E LA FITEL DEMOCRAZIA SOCIALE Tempo Libero / Tempo del non Lavoro

La sfera del Tempo libero per il cittadino lavoratore rappresenta una porzione fondamentale della sua personalità, ricca di motivazioni, di valori, tale da rappresentare una forte spinta rivendicativa di nuovi diritti di cittadinanza ed inclusione sociale fortemente intrecciata alla sfera del lavoro.

D'altro canto oggi le attività del tempo libero rappresentano veri consumi di massa, visto che circa il 50% della popolazione pratica abitualmente sport, turismo ed attività culturali ed hobbistiche in senso lato, ma soprattutto in una situazione economica che approfitta del consumo di massa occorre passare ad un diritto della qualità della vita che tenga conto di tutti i cittadini e per far ciò occorrono politiche pubbliche di sostegno da una parte e politiche contrattuali dall'altra.

Le statistiche ci dicono che ormai i consumi delle famiglie per le attività di tempo libero rappresentano una voce sempre più importante pari al 20% del loro reddito familiare.

Il sindacato con le battaglie degli anni 70, ha introdotto forme di garanzia e di tutele sociali, nell'ambito della legge n. 300/70 che istituiva i Circoli Ricreativi Aziendali, che avevano prodotto per il sindacato migliori rapporti con gli iscritti.

Oggi purtroppo a causa delle sempre più impegnative battaglie a tutela dei posti di lavoro e dei salari i temi relativi alla cultura, allo sport e al tempo libero dei lavoratori sono stati sempre più emarginati dai temi di confronto con le controparti sociali.

Una difficoltà che è andata tutta sulla capacità dei dirigenti dei CRAL che si sono visti sempre di più diminuire gli aiuti e i contributi assegnati ai dopolavori.

Per correggere questo atteggiamento negativo la CGIL – CISL – UIL che hanno costituito la FITeL (Federazione Italiana del Tempo Libero), dovrebbero riconsiderare le proposte di garanzia e di supporto all'azione dei CRAL per rafforzare le attività da loro elaborate nell'interesse dei lavoratori.

Oggi è sempre più urgente, per non perdere il patrimonio costituito dai CRAL , elaborare delle politiche contrattuali aventi lo scopo immediato di impedire una abrogazione di fatto della legge n. 300/70 e con una collaborazione funzionale con le RSU elaborare delle richieste contrattuali in grado di rendere visibile la funzione dei dirigenti dei CRAL riconoscendo a questi:

• la possibilità di usufruire di un minimo di permessi retribuiti per lo svolgimento delle attività del CRAL;

• mantenere quel poco di welfare sociale che i CRAL garantiscono defiscalizzando i contributi che ricevono dalle Aziende e dalla quota associativa dei soci;

LA PROPOSTA FITeL

Oggi la FITeL grazie ad una attenta politica ha individuato un percorso in grado di riproporre una politica sociale in grado di soddisfare i bisogni della gente, proponendo delle ipotesi di intervento su diversi settori come:

• turismo,

• sport,

• attività culturali.

Turismo

L'articolo 10 della legge quadro sul turismo n.135 del 2001, che istituisce il “Fondo di rotazione per il prestito e il risparmio turistico” ha un significato storico e strategico.

Storico perché per la prima volta il legislatore nel dare norme certe al settore turistico oltre ad intervenire sull'offerta turistica nelle sue articolazioni, interviene sulla domanda.

Un intervento modesto (7 miliardi l'anno per il triennio 2000-2001) sul quale si può innescare però, una politica di sostegno al turismo di soggetti oggi esclusi dal mercato.

Strategico in quanto oggi il prodotto turistico di mercato è acquistato dal 54% della popolazione, ciò ci fa dire che siamo in presenza di un consumo di massa che, se affidato esclusivamente al mercato, è soggetto a modesti incrementi fisiologici e ad una sostanziale saturazione della platea.

Altra cosa è invece una politica di sostegno alla domanda in grado di far accedere al consumo turistico fasce ampie di popolazione escluse e passare dal consumo di massa al turismo per tutti come nuovo diritto di cittadinanza.

Per tendere verso questo obiettivo, vi è uno strumento di indubbia efficacia sperimentato con grande successo in altri Paesi europei e cioè un sistema di buoni vacanze che ad esempio in Francia in pochissimo tempo ha consentito un incremento secco del 5% della domanda.

Sport

Il Sindacato deve contrattare con le Istituzioni locali (Regione, Provincia, Comune) norme quadro per garantire lo sviluppo sportivo amatoriale e condizioni d'accesso a circuiti d'impiantistica sportiva sul territorio.

Contattare finanziamenti per la costruzione di una rete di servizi e di scambi fra i CRAL, l' associazionismo e le istituzioni locali.

Promozione di attività sportive nelle varie discipline amatoriali (Sport per tutti).

Attività culturali

Contrattare condizioni d'accesso a circuiti culturali e di spettacolo (cinema, concerti, teatro, ecc.).

Promozione di attività culturali amatoriali (teatro, pittura. Cinema, fotografia);

Contrattare per i CRAL e più in generale per l'associazionismo no-profit, centri anziani, ecc.., condizioni d'accesso alla Pay-TV per i circoli aziendali, anche con l'ausilio di provvedimenti di defiscalizzazione mirata.

Solidarietà

IL RUOLO DELLELE CATEGORIE SINDACALI CONFEDERALI

Le Categorie dovrebbero assumere un ruolo fondamentale nel percorso di conoscenza e di sinergie da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra, infatti il 90% dei Consigli di amministrazione dei CRAL (i c.d. dopolavoro) sono formati da dirigenti provenienti dal mondo sindacale.

La CGIL–CISL–UIL hanno un consolidato parco dirigenti di Circoli e di Associazioni che ruotano nelle strutture del lavoro pubblico e privato.

Gelosie, paure, interessi personali hanno di fatto impedito che si sviluppasse l'obiettivo della collaborazione tra le Confederazioni, la FITeL e il mondo dell'Associazionismo.

Occorre ribaltare questa situazione cercando di far capire l'utilità che la FITeL rappresenta per l'associazionismo cercando di coinvolgere per primi i responsabili delle categorie, che influenzano - in modo diretto (scegliendo le persone) o in modo indiretto (appoggiando le liste che si candidano al governo delle strutture del tempo libero) - all'andamento di questo importante e delicato settore sociale.

Oggi è ancora più urgente elaborare un progetto in considerazione che la FITeL è riconosciuta come Ente di promozione sociale, con notevoli vantaggi per l'utilizzo di fondi pubblici per progetti di Servizio Civile e di Ente di assistenza con vantaggi per l'utilizzo di licenze di servizio.

Una collaborazione sinergica deve prevedere l'opportunità di utilizzare di più e meglio gli uomini e le donne che il Sindacato Confederale può mettere a disposizione della FITeL attivando rapporti veri con i rappresentanti delle categorie eletti nei Consigli direttivi dei CRAL.

Per questo è necessario costituire al più presto momenti di confronto sulle esperienze maturate organizzando seminari sul tempo libero, cultura e sport , sulle tutela ai CRAL e alla costituzione di Intercral zonali per i lavoratori che ancora non hanno queste strutture.

 
 

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