Documento organizzativo - Consiglio Nazionale del 19/09/08

Una F.I.Te.L. operativa nell'interesse dell'associazionismo, dei cral e dei cittadini

1. I COMPITI E GLI OBIETTIVI DELLA F.I.Te.L.

1.1 - Il Cral: storia, attualità e welfare.

la FITeL nasce come l'organizzazione per le attività del tempo libero di CGIL CISL e UIL con particolare attenzione al recupero della esperienza sociale dei CRAL, (L. n. 300/70, art. 11), sostenere la loro rappresentanza negli ambienti di lavoro, supportare l'azione dei dirigenti, tutelando e coordinando attività aggiuntive, valorizzando l'esperienza della FCA.

1.2 - Il Congresso di Orvieto.

Dopo un inizio difficile che aveva messo in discussione la sua rappresentanza generale sulle attività del tempo libero, il suo mandato viene definito dalle Confederazioni e al Congresso del 1998 ad Orvieto, alla presenza di oltre 200 delegati in rappresentanza di oltre 70.000 soci aderenti, si perviene ad un documento unitario che precisa il ruolo, gli scopi e il mandato per la FITeL , imprimendo uno sviluppo importante alla federazione grazie anche ad un grande lavoro organizzativo che ha consentito un sensibile allargamento sia in termini di adesioni che di presenza sul territorio .

Questo lavoro ha permesso alla FITeL , negli anni a seguire, di essere riconosciuta come Ente assistenziale e di promozione sociale da parte del Ministero degli Interni e da parte del Ministero del Lavoro.

1.3. - Lo sviluppo della F.I.Te.L.

Da quel momento, lo sforzo maggiore della dirigenza è stato quello di consolidare e sviluppare la rappresentanza dei CRAL e creare strumenti di tutela e coordinamento, insieme alla costituzione delle strutture territoriali FITeL.

Un'ulteriore e fondamentale tappa del percorso fatto dalla FITeL è stato quello della adesione dei grandi CRAL Nazionali (Arca Enel – Telecom – Poste – Dopolavoro Ferroviario - Anciu – Ancam ……..) che ha permesso di ampliare la sua rappresentatività dell'associazionismo del tempo libero.

1.4. - Servizi, assistenza, formazione, informazione, documentazione .

Per rafforzare l'azione di sostegno al mondo dei CRAL vengono attivati servizi di assistenza amministrativa, contabile, fiscale, servizi di carattere statutario, legale, legislativo, servizi di natura informativa, formativa, documentale, a ssistenza alla stipula delle convenzioni e ulteriori strumenti essenziali come: l' Informatore fiscale , il rafforzamento dell'edizione del periodico " Tempo libero " e l'attivazione del sito nazionale “ www.fitel.it”

L'iscrizione nell'albo nazionale delle associazioni di promozione sociale, la presentazione e realizzazione di progetti riferiti alla legge 383/2000, l' adozione di modalità innovative di adesione delle associazioni no profit, l'introduzione di benefici assicurativi, per tutte le associazioni che aderiscono alla FITeL, adeguati alle necessità delle associazioni no profit, sono gli ulteriori fondamentali supporti all'azione politica della federazione.

1.5 – Forum III° settore

Per rafforzare la sua visibilità politica, la FITeL, che vuole essere un soggetto protagonista delle politiche sociali, è parte integrante del Forum del terzo settore dove partecipa alla formazione dei processi che interessano i cittadini per quanto riguarda la cultura, lo sport e la gestione del tempo di non lavoro. In questo ambito la nostra federazione ha la possibilità di un confronto paritario con le altre associazioni del Terzo Settore.

2. L'ORGANIZZAZIONE DELLA F.I.Te.L.

2.1. - L'organizzazione regionale.

Va detto che l'impegno maggiore della FITeL nel passato era teso al consolidamento e allo sviluppo quantitativo delle adesioni tralasciando di approfondire e verificare, molte volte, la qualità e la omogeneità del profilo organizzativo generale delle strutture che nascevano sul territorio.

Sostanzialmente lo sviluppo delle nostre organizzazioni regionali si è realizzato assecondando le scelte del territorio stesso attraverso un'autonomia che privilegiava le esperienze e le propensioni del gruppo dirigente locale se non addirittura sulla sola disponibilità degli operatori che si volevano impegnare.

Questa modalità di gestione territoriale, senza interferenza della dirigenza nazionale, è ormai consolidata ed ha prodotto realtà territoriali FITeL diverse fra loro, sia in termini di rappresentanza politica che in termini di servizi offerti ai soci.

Anche l'individuazione delle cose da fare sono il risultato di analisi molto diverse tra una struttura e l'altra, che sarebbe utile riportare ad omogeneità per creare la condizione migliore per rappresentare i bisogni delle associazioni locali e dei cittadini di quel territorio, ma troppe volte la funzionalità e la capacità di trovare risposte nasce dall'analisi personale di chi gestisce la struttura FITeL.

Un altro punto di riflessione che è necessario affrontare è l'apporto messo in atto dalle confederazioni regionali nei confronti delle FITeL territoriali, poiché non sempre c'è stata una omogenea sinergia, anzi questa è assai diversa a seconda delle sensibilità espresse dai vertici sindacali locali.

2.2 – Valorizzazione dei quadri territoriali.

E' necessario creare tutte le condizioni per garantire una valorizzazione dei quadri da impegnare negli incarichi di responsabilità, tenendo conto dell'esperienza venutasi a manifestare negli ultimi anni, che ha visto uno sviluppo territoriale funzionale quando si è data la possibilità di affidare le responsabilità a chi manifesta maggiori capacita operativa e volontà di partecipazione, coinvolgendo le organizzazioni sindacali in un processo volto alla loro valorizzazione .

2.3. – Valore unitario della F.I.Te.L.

Proviamo a rendere positivo e omogeneo il valore unitario della FITeL facendo in modo che chi assume l'onore e l'onere degli incarichi garantisca sia gli interessi della FITeL, che il mandato rappresentativo delle Confederazioni; infatti diventa determinante che il dirigente nominato nella FITeL continui ad essere aiutato dalle Confederazioni per impersonare la cerniera delle politiche sindacali utili alle Confederazioni stesse, specialmente quando si elaborano politiche sociali nell'interesse dei lavoratori-cittadini.

Questo potrebbe rappresentare una vera chance per l'attività della FITeL, ma dobbiamo avere la consapevolezza che la realtà è molto diversa da quella che rimane una ipotesi di collaborazione sinergica tra le Confederazioni e la FITeL. Per questa ragione è necessario che i l rapporto sinergico con il Sindacato debba passare per una nuova visibilità per riassumere dentro il mondo sindacale, ma anche al di fuori di esso, verso i cittadini lavoratori, precari, pensionati e giovani, una funzione di proposta politica per supportare una capacità di intercettazione rispetto alle altre sigle sindacali, proponendoci con proposte autonome ed autorevoli in grado di essere interlocutori credibili anche verso le sedi istituzionali, politiche, amministrative ad ogni livello.

2.4. - Il modello organizzativo.

Oggi dove le FITeL sono costituite ed operano normalmente, si hanno situazioni molto diverse, poichè si sono organizzate in modi molto differenziati. Non esiste un modello organizzativo omogeneo, non esistono direttive nazionali se non quelle che fanno riferimento agli statuti. Non sono stati previsti regolamenti attuativi relativi alle procedure da adottare per garantire alle strutture capacità operative e responsabilità funzionali; infatti i dirigenti territoriali hanno creato delle FITeL a seconda della visione che hanno della Associazione, privilegiando o una visione tutta indirizzata verso attività di servizio o tutta impegnata su un indirizzo politico.

Questa situazione crea una immagine molto diversa del ruolo e della funzione della FITeL, m anca sostanzialmente una visione unica in grado di dare sia all'interno dei dirigenti, ma soprattutto all'esterno una idea chiara di che cosa è la FITeL e di che cosa fa la FITeL.

2.5. - Le responsabilità di livello nazionale e territoriale.

Questo mette in discussione la responsabilità di tutti sia a livello nazionale che locale.

E' necessario che la struttura nazionale sia in grado di rappresentare quello che deve essere fatto e quello che non deve essere fatto per garantire alla nostra Federazione una gestione organizzativa funzionale assumendo e facendo assumere delle responsabilità che devono coinvolgere le dirigenze regionali e territoriali per svolgere un vero ruolo propulsore a garanzia della missione della FITeL.

Quale FITeL dobbiamo mettere in campo per continuare ad avere un ruolo politico e operativo ?

Alcune risposte sono già state delineate nei congressi e nei consigli nazionali, ma sembra che quei deliberati non siano diventati linee guida obbligate per tutti.

Proviamo a ricordare alcune di queste linee.

Essendo la FITeL un'Associazione che opera nel tempo libero in una società in forte fase di trasformazione non può limitarsi ad affiliare solo i Cral, ma deve guardare a tutto il mondo dell'associazionismo di base, che va dai CRAL ai circoli ricreativi, culturali, sportivi, non dimenticandoci anche degli altri lavoratori e cittadini che non hanno la possibilità di accedere ai Cral e che hanno tutto il diritto di aspirare ad una qualità della vita dignitosa e per questo furono attivati i CRT.

2.6 – Il regime di concorrenza.

Ricordiamo che la FITeL svolge questa azione non in regime di monopolio, ma in presenza di concorrenti agguerriti: per questo deve conoscere tutte le esperienze presenti nel territorio e d eve essere presente ovunque ci sia una richiesta di supporto ai Cral, alle associazioni e ai cittadini, garantendo una presenza efficace locale.

Per tali ragioni consideriamo non più sufficiente la struttura nel capoluogo regionale ma crediamo indispensabile avere altre sedi di riferimento (che però non siano istanze congressuali ) almeno in ogni capoluogo di Provincia.

Tale processo di decentramento non deve tuttavia essere frutto di scelte a tavolino e imposte dall'alto. Occorre coinvolgere i Cral e le strutture sindacali territoriali in un processo condiviso e individuare risorse dedicate e straordinarie nei bilanci dei prossimi anni.

3. I QUESITI ORGANIZZATIVI.

Insieme ai dirigenti territoriali dobbiamo dare risposte ai quesiti che sono emersi sia nel nostro seminario tenuto a Roma il 22 giugno 2007, che nei diversi consigli nazionali.

3.1. – Le possibili risposte.

E' utile ai fini del dibattito ricordare questi quesiti per cercare di dare risposte coerenti.

• La FITeL associazione di II° Livello: è assodato che la FITeL è un'associazione di secondo livello che associa sia i CRAL che anche altre associazioni di base presenti sul territorio.

• La FITeL presente nei capoluoghi: è un dato che la FITeL sia maggiormente presente nei capoluoghi di regione e poco sviluppata sulla grande maggioranza delle province.

• La FITeL fornitrice di servizi: è certo che la Fitel fornisce servizi amministrativi, fiscali e legali ai Cral e alle associazioni, ma quanto li rappresenta nei confronti degli enti istituzionali esterni e nei confronti delle OO.SS ?

• La FITeL interlocutrice istituzionale: l a FITeL è il soggetto interlocutore, per le politiche del tempo libero, del Governo Nazionale, delle Regioni, delle Province e dei Comuni ?

• La FITeL può instaurare un rapporto più stretto con le categorie per associare i Cral esistenti ma non ancora aderenti alla stessa?

Oggi la FITeL, proprio per l'evoluzione che il mercato del tempo libero ha assunto, deve analizzare la situazione generale della domanda di servizi che proviene dal mondo dell'associazionismo, ma anche da singoli lavoratori-cittadini, sempre di più coinvolti in un vorticoso giro di interessi economici che li vede più prede che utenti.

3.2. -La FITeL è in grado di aiutare questi utenti?

  • sistema dei servizi : è sufficiente affinare un sistema dei servizi senza porsi limiti sulla loro natura, ma adeguandoli alle esigenze espresse dagli affiliati, dai soci, dai singoli caratterizzandosi sul piano della qualità, della serietà, della affidabilità e della competitività? Può esistere un sistema di servizi senza una rete organizzata sul territorio in grado di far comunicare più soggetti operativi al fine di garantire un sistema in grado di proporre attività integrative da mettere a disposizione di tutti superando i limiti posti da associazioni che vogliono rimanere autoreferenziali ? Si può pensare di realizzare dei gruppi d'acquisto i quali possano relazionarsi anche nella propria zona con produttori singolo o associati da cui rifornirsi direttamente con acquisti collettivi per salvaguardare il potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati?
  • turismo: come vuole entrare in un settore come quello del turismo che rappresenta l'80% della domanda di servizi ai CRAL ?

• organismi bilaterali : può verificare assieme alle confederazioni e categorie sindacali interessate le possibilità di realizzare organismi bilaterali nei campi del tempo libero, in linea con quanto proposto dalle stesse OO.SS. su Welfare e riforma del sistema contrattuale ?

  • tutela del cittadino : c ome può acquisire e sprigionare il suo peso negoziale nei vari campi che influiscono sulla capacità di spesa dei cittadini?

4. COSA INTENDIAMO FARE

• Completare il mandato delle confederazioni e quanto ribadito al convegno del 22 giugno 2007;

• Completare e rafforzare la FITeL sul territorio;

• Rilanciare in chiave moderna il ruolo del CRAL nell'ambito aziendale e territoriale;

• Motivare maggiormente il sindacato, dalle confederazioni alle categorie, alle RSU:

4.1 . – Proposte su cui confrontarsi con le Confederazioni Regionali

• Fase

• Favorire la costituzione delle FITeL Regionali

• Essere di stimolo alle categorie

• Nominare il 40% dei dirigenti FITeL

• Intervenire sui sindacati territoriali affinché diano la loro attiva collaborazione

• Fase

• I sindacati territoriali devono favorire la costituzione delle FITeL Provinciali e dei CRRT, nominando il 40% dei dirigenti FITeL

• Essere di stimolo alle categorie e alle RSU per un nuovo sviluppo del CRAL e conseguente adesione alla FITeL

• Rendere coerente la contrattazione aziendale

• Applicare la Legge 383/2000

• Applicare la Legge 135/2001 sui buoni vacanza

4.2. - Proposte su cui confrontarsi le Categorie Regionali

1) Fase

• Coinvolgerli in una indagine sui CRAL esistenti per:

• Identificazione di quelli che già aderiscono alla FITeL

• Identificazione di quelli che già aderiscono ad altre associazioni

• conoscere lo stato della contrattazione di II° livello

• conoscere i contributi aziendali extra

• accertare il rapporto tra CRAL e RSU

•2) Fase

• Intervento sulle categorie e livello regionali per affermare le scelte politiche di fondo

• Intervento sulle categorie, sul CRAL e RSU:

• per migliorare il rapporto e la contrattazione aziendale

• per favorire l' adesione dei CRAL alle FITeL

• per costituire FITeL provinciali e circoli interaziendali

• ° promuovere nuovi CRAL aziendali

5. BUONI VACANZA:

- Considerata la necessità di trovare posizioni efficaci ed unitarie appare utile attrezzarsi, e:

1) Fase

• Costituire un gruppo di lavoro a livello nazionale con i membri della Presidenza che in collegamento con il ministero e gli organismi preposti per legge sia in grado di facilitare le pratiche relative alle gestione del buono vacanza. Chiarire in particolare:

• A chi rivolgere la domanda di accesso al B.V.

• Quali sono i documenti da presentare

• Le ipotesi di destinazione delle risorse eventualmente assegnate

• Con quali risorse finanziare il servizio

2)Fase

- Costituire un gruppo di lavoro a livello regionale per:

• assistere nelle politiche il cittadino sia nell'ambito del CRAL che a livello territoriale

LE NOSTRE FONTI

• La politica della FITeL e del Sindacato oggi (Convegno 22 giugno 2007 a Roma);

• La dichiarazione universale dei diritti umani ( 1948 ): articolo 24;

• Il codice mondiale per l'etica del turismo ( OMT e ONU ): articolo 7 ;

• La Legge 300/1970 e l'art. 11;

• La legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale;

• La legge 53/2000 sulla conciliazione tempo di lavoro e tempo libero;

• La legge 135/2001 sul turismo;

• La legge sul Servizio Civile ( legge 64/2001 e leggi di articolazione regionale ).

 
 

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