La Finanziaria e lo Sport
di Rossella Ronconi - 4/10/ 2006

Pur in situazione di grande complessità come quella dell'attuale elaborazione della legge Finanziaria, il Ministero dello sport ha saputo sostenere il gran bisogno di sport, che emerge dalla società, nell'ambito dell'agenda politica. Questo è quanto dimostrato dal Ministro Melandri in sede di conferenza stampa, per la presentazione degli aspetti della nuova legge finanziaria che toccano più da vicino l'attività sportiva in Italia.

Cinque i punti principali individuati dalla manovra che rappresentano un passo avanti nell'affermazione del valore sociale dello sport: promozione della pratica sportiva tra i bambini e i giovani con un intervento di politica fiscale a favore delle famiglie (detrazione del 19% delle spese sino ad un massimo di 210 euro all'anno per le iscrizioni di ragazzi dai 5 ai 18 anni ad associazioni sportive, palestre, piscine e strutture per lo sport dilettantistico); interventi per il potenziamento e miglioramento dell'impiantistica con l'assegnazione al credito sportivo di 20 milioni di euro l'anno per tre anni (inversione di tendenza rispetto all'ultima finanziaria di Tremonti che aveva tagliato all'istituto 450 milioni); un rinnovato sostegno finanziario ( 450 milioni di euro) all'attività del e del Coni; supporto al Comitato paraolimpico con un contributo di 2,5 milioni di euro per il 2007 e 2008 e 3 milioni per il 2009; lotta al doping ampliando gli interventi previsti dalla legge, con 2 milioni di euro a decorrere dal 2007, d'intesa con il Ministro della salute Livia Turco.Sempre nella stessa Finanziaria è previsto un accantonamento di 20 milioni di euro, da utilizzare nell'eventualità che l'Uefa assegni al nostro paese gli Europei di calcio del 2012.

Da evidenziare, tuttavia, "nella finanziaria - ha sottolineato Melandri - c'è un'attenzione specifica verso il doping, che è una realtà diffusa che rischia di colpire anche adolescenti di 12, 13 o 14 anni". La lotta al doping, rimane fondamentale. La Melandri intende, infatti, debellare non solo la cultura che porta all'assunzioni di sostanze chimiche per il miglioramento delle prestazioni a livello agonistico, ma anche quello, meno pubblicizzato ma forse anche più preoccupante, del cosiddetto "doping sociale". Un fenomeno, questo, che vede l'assunzione di sostanze farmacologiche estesa anche nell'esercizio di discipline amatoriali, molto più diffuse di quelle agonistiche ma non meno pericolose per la salute degli sportivi. "Bisogna intensificare i presidi del ministero della Sanità sul territorio e fare emergere quell'area grigia di associazioni sportive che sono effettivamente fuori controllo", ha aggiunto il Ministro. Per fare questo, Melandri ha spiegato di aver predisposto un'alleanza strategica con il ministro della Sanità con il supporto di un nuovo stanziamento di 2 milioni di euro dedicati specificamente a questa attività. Un alleanza, quindi, tra Ministeri che si sentono “contaminati” dal valore sociale dello sport è finalmente benvenuta anche alla luce d'anticipazioni d'impegni, fatte dal Ministro Melandri, che esulano dalla Finanziaria: l'annuncio di una sperimentazione con il ministero della Pubblica istruzione, in una serie di scuole per l'ingresso delle attività sportive nella scuola primaria; la riunione del 9 ottobre del tavolo dello sport con diversi sottotavoli (scuola, salute, impianti, doping) coordinati da Jury Chechi e l'intenzione del governo di inserire nella Costituzione della Repubblica, il principio della dimensione sociale dello sport.

Al termine della conferenza, unanime è stato il giudizio positivo espresso per il lavoro svolto dal Ministro e del Ministero. Dal presidente del Coni Petrucci al neo eletto Pancalli, da Gucci a Cucciniello, coordinatore degli Enti di promozione sportiva. Giudizio al quale ci associamo ma non senza fare un'osservazione che dal punto di vista sindacale ci sembra opportuna: ancora una volta, in fase di stesura di proposte riguardanti lo sport, nessun riferimento è stato fatto in merito all'osservanza delle regole sul lavoro, pur essendo noto che più di un milione di addetti allo sport sia che si tratti di lavoratori che di atleti, troppo spesso si vedono eludere i propri diritti.
 

 

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