Tutti insieme contro gli striscioni nazifascisti

di Rossella Ronconi – 6/02/2006

Lo sdegno per quello che è accaduto all'Olimpico: declamazione di slogan come “squadra de negri, curva de ebrei” a “Lazio e Livorno , stesso forno” svastiche, sequestro di sei bottiglie molotov e sfoggio di striscione con su scritto “ V'avemo bruciati vivi” e altro ancora riportato negli striscioni razzisti sventolati durante l'incontro Roma-Livorno ha pervaso molti di noi. Medesima retorica, pura consuetudine calcistica, croci celtiche e svastiche mostrate ormai agli stadi quasi ogni domenica. Un brutto fenomeno che nasce attorno al bello sport popolare che non può essere sottovalutato. Non è possibile continuare così. Il calcio è devastato da una crisi generale profonda, vedi pure il “caso Gaucci”, un decadimento che lo condurrà a non avere più attrazione del pubblico. Qualsiasi atto di violenza fisica, verbale o anche d'immagine, come avvenuto all'Olimpico, si deve denunciare con grande forza, chiedere alla politica di restare fuori dagli stadi e sostenere più energicamente l'attività di prevenzione. Alla rimozione di queste ingiurie vergognose che ormai si registrano con una certa allarmante continuita' deve accompagnarsi una grande e peculiare opera di educazione sopratutto nelle scuole, ambiti da considerarsi privilegiati dove acquisire gli anticorpi contro queste volgarità. Inoltre, al fine di individuare vie realistiche all'isolamento del fenomeno , forse dovremmo anche auspicarci più sinergia: da un lato, che la maggior parte della tifoseria, che conosce la storia, partecipi alla rimozione del fenomeno anche ricorrendo ad atti di disturbo come cori rumorosi, ritmi rimbombanti ecc… , fino a quando gli striscioni ingiuriosi non vengano rimossi, sostenendo così anche le forze dell'ordine, e dall'altro, arbitri e giocatori più coraggiosi che prendessero spunto da fatti accaduti, come nel caso dell'arbitro olandese Temmink che in presenza di cori antisemiti nel 2004 fece interrompere la partita, e dal giocatore ivoriano Mark Zoro, che recentemente ha minacciato di abbandonare il campo, in presenza di cori razzisti e insulti a lui rivolti dai tifosi. Una partita a porte chiuse non può bastare per porre rimedio al fenomeno del razzismo e della politica negli stadi.

 
 

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