Calcio-Razzismo: stop ai match (e non solo) in caso di cori offensivi
di Rossella Ronconi
30/11/05

Quello che è accaduto domenica al San Filippo di Messina è a dir poco riprovevole ma che purtroppo nel calcio è all'ordine del giorno. Quasi ogni domenica dobbiamo assistere a scene di razzismo contro i giocatori di colore. Ieri, il giocatore ivoriano Mark Zoro del Messina, ha minacciato di abbandonare il campo a causa degli insulti e cori razzisti, a lui rivolti, dai tifosi dell'Inter. Un gesto quello del giocatore Zoro, che testimonia il bisogno di reazioni pronte e decise: l'arbitro dovrebbe avere il potere di interrompere la partita anche in caso di cori razzisti o offensivi come già accade in altri paesi, ad esempio l'Olanda. Ad oggi, il regolamento permette all'arbitro di sospendere il match fin quando gli striscioni razzisti non vengano totalmente rimossi. Per quanto riguarda i cori razzisti, Il regolamento non permette all'arbitro di interrompere una partita per cori razzisti. C'è solo da auspicarsi che, prima o poi, almeno la giurisprudenza, se non il legislatore, arrivi a considerarli grave turbativa e di conseguenza dare la possibilità alla forza pubblica e all'arbitro di sospendere la competizione. Di fronte a tutto ciò, l'intervento repressivo e di ordine pubblico, pur necessario, non è assolutamente sufficiente. L'esperienza di altri paesi, in particolare l'Inghilterra, ci insegnano che gli interventi più efficaci sono quelli volti alla corresponsabilizzazione dei tifosi associati e nel sostegno e valorizzazione delle loro attività sociali; investire quindi sulla promozione, sulla formazione e sulla cooperazione di attività indotte dal calcio. Il mondo del calcio, coma ha affermato anche il patron dell'Inter Massimo Moratti, avrebbe bisogno di un"gesto coraggioso, misurato e istintivo" organizzando un incontro con i suoi tifosi per discutere con loro per provare a spiegare la pericolosa stupidità del loro modo di fare tifo.

 
 

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