Tempo Libero: ristorante, palestra e vie del vino e i passatemi graditi agli italiani
di Rossella Ronconi

I passatempi preferiti dagli italiani, quando non sono impegnati nel lavoro o nello studio, sono il mangiare e l' attività fisica. Infatti, ristoranti e palestre rappresentano la parte più consistente dell'economia del tempo libero, "i consumi irrinunciabili degli italiani". Molto più contenuti invece gli altri settori a cominciare dall'enoturismo pari al 3,4% del fatturato. Le sale per il gioco Bingo, i locali notturni, gli stabilimenti balneari si attestano più o meno allo stesso livello con un fatturato rispettivamente su quote del 2,6%, del 2,4% e del 2,1%.
Questo è quanto si rileva da una ricerca del Censis, il Centro studi investimenti sociali, intitolata "Economia del tempo libero: una filiera ad elevato valore aggiunto" effettuata in collaborazione e per conto di un'associazione di pubblici esercizi.
In sostanza, gli italiani occupano il tempo libero innanzitutto andando a cena fuori casa. Dopo c'è la palestra, un impegno irrinunciabile per la maggior parte che, usciti dal lavoro, nonostante lo sfinimento, vanno a smaltire i chili di troppo accumulati al ristorante ed a tonificare i muscoli con qualche ora di ginnastica. Viene poi, l'enoturismo, ovvero le gite per degustare vini e cibi genuini e acquistare prodotti tipici. In realtà, nonostante la crisi, gli italiani spendono per il tempo libero circa 114 miliardi e 200 mila euro all'anno, circa 221 mila miliardi di vecchie lire.

E' cambiato il modo di trascorrere il tempo libero
Il modo di trascorrere il tempo libero in Italia, è indubbiamente cambiato ed evoluto. Se una volta per tempo libero si intendevano le ore libere dal lavoro da occupare essenzialmente in relax, oggi organizzare le serate da trascorrere con gli amici e pianificare i fine settimana è diventata una vera e propria occupazione. Fino a qualche anno fa ci si rilassava stando a casa, a leggere un libro o a vedere un bel film, oggi, invece, spesso per il timore di annoiarsi nel tempo libero, si finisce per avere gli stessi ritmi frenetici del lavoro, a costo di stancarci anche quando siamo a riposo. Infatti, nonostante il periodo di crisi che sta attraversando il paese, il settore del cosiddetto intrattenimento è uno dei più solidi della nostra economia. Malgrado l'aumento dei prezzi, agli italiani, come si evince dalla ricerca in questione, piace molto mangiare fuori casa, tanto che ogni anno spendono al ristorante 40 miliardi di euro, circa 77 mila miliardi di lire. Un passatempo, lo "stare bene a tavola", sempre più sinonimo di piacere, di gratitudine personale, sperimentazione e accrescimento culturale (ne sono un esempio i ristoranti etnici) e voglia di compagnia in un'epoca di stress e di solitudine. Inoltre, tra i maggiori fruitori del tempo libero, troviamo anche chi ama frequentare le palestre e i centri di benessere. Spendendo per fitness e cure per il corpo 10 miliardi di euro, circa 19 mila miliardi di lire. Potrebbe sembrare un controsenso, visto che la maggior parte degli italiani ama mangiare, ma solo in apparenza, perché in effetti la maggior parte dei circa 18 milioni di persone che praticano attività sportiva nell'ambito delle pressoché ventimila strutture apposite appartiene ad un'altra generazione rispetto a quella degli italiani che essenzialmente trascorrono il tempo libero nei ristoranti. Ormai la palestra per molti è diventata irrinunciabile , "Alla base di questa attenzione per la sfera corporea - riporta la ricerca - vi sono motivazioni diverse, ma legate al concetto che il corpo veicola la propria identità all'esterno con un'immagine che si vuole unica, irripetibile, in sostanza originale", magari frequentando anche gli stabilimenti termali, che sono diventati dei veri e propri centri benessere, dove gli italiani spendono 317 milioni di euro, circa 600 miliardi di lire.

Il tempo libero, oltre alla dimensione ludica e sociale, ha anche una dimensione economica
L'economia del tempo libero, infatti, ha dato negli ultimi anni segnali importanti di vivacità ed il suo impatto sull'economia reale è tutt'altro che trascurabile. Basta richiamare tre dati evidenziati dalla recente indagine CENSIS:
- il valore aggiunto attivato dal tempo libero nel 2003 ha raggiunto i 114,2 miliardi di euro. E' pari a più di tre volte il valore aggiunto realizzato dal settore alimentari-bevande e tabacco, a quattro volte quello realizzato dal comparto agricolo-alimentare e a cinque volte il valore aggiunto generato dal settore tessile e dell'abbigliamento;
- il segmenti del settore manifestano una forte interconnessione ed un carattere di trasversalità che si traducono in una elevata capacità di attivazione reciproca di processi economici;
- è un settore a domanda crescente: se la difficoltà di far tornare i conti della spesa incide sulla composizione dei consumi contribuendo al mutamento del paniere della spesa dei consumatori, il cambiamento non penalizza quelle voci di spesa legate al tempo libero. Tra i consumi più gettonati nel 2004 secondo l'ISTAT, nonostante i rincari, ci sono i servizi alla persona ed i servizi ricreativi.
Emerge quindi, che in Italia, nonostante la crisi e il caro prezzi, non si bada, pur in maniera più attenta, a spese per il tempo di non lavoro.

 
 

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