OSCAR PISTORIUS NON VA ALLE OLIMPADI DI PECHINO MA……
di Gavino Deruda
28/07/08

A pochi giorni dall'inizio delle Olimpiadi e a qualche settimana dall'inizio delle Paralimpiadi di Pechino ci piace tornare a parlare di Oscar Pistorius.

Ne abbiamo già parlato e scritto altre volte ma crediamo di doverci ritornare anche perché, terminate quelle competizioni, pensiamo che per un pò di Oscar Pistorius si parlerà probabilmente molto meno o con meno enfasi di quanto si è fatto fino ad oggi. Ne vogliamo parlare e scrivere a prescindere dagli aspetti meramente sportivi perché la storia di questo ragazzo è emblematica di quanto lo spirito di sacrificio, il coraggio e la voglia di riscattarsi possano servire a sopperire a forme di handicaps o di disabilità congenita o acquisita.

Ma chi è Oscar Pistorius?

Noi ne parlammo l'anno scorso ai primi di luglio nel nostro sito in una nota dal titolo: Una storia fantastica da raccontare – Un autentico caso nel mondo dello Sport.

In quella nota scrivevamo: “Oscar Pistorius è un ragazzo ancora poco conosciuto da noi ma scommetto che sarà famoso e amato molto rapidamente anche qui. E' un ragazzo di 21 anni, nato il 22 novembre 1986 a Pretoria in Sud Africa. Ha molto sofferto fin dalla nascita. E' nato con una malformazione alle gambe. A 11 mesi gliele hanno dovute amputare sotto il ginocchio. Dopo due mesi dall'intervento gli hanno applicato una protesi che gli ha consentito di iniziare a muoversi e poi a camminare, e poi ancora a correre e a gareggiare in diverse discipline sportive.

Dall'intervento subito è scattato in lui una molla che lo ha portato a misurarsi con sé stesso, prima di tutto, e con gli altri con l'idea fissa di superare il limite fisico e psicologico e diventare un vero sportivo, anzi il più forte, il migliore, ovunque si sia esibito e si esibisca: pallanuoto, tennis, rugby, atletica, vincendo l'oro alle Paralimpiadi di Atene nei 200 metri . E' un velocista di razza. Nei 400 ma anche nei 200 e nei 100 metri .”

Lui voleva gareggiare con i normodotati a partire dai mondiali di Osaka in agosto 2007 per arrivare alle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Intanto correva al Golden Gala del 13 luglio 2007 allo stadio Olimpico di Roma. Noi già da allora ci schierammo dalla sua parte contro le resistenze provenienti dagli ambienti sportivi internazionali e ci emozionava quando diceva: “ io non sono una persona disabile. Sono semplicemente una persona senza gambe”, indicandolo come esempio per i tanti giovani che stavano nelle sue stesse condizioni o in condizioni similari.

Oscar ha vinto inizialmente la sua battaglia legale quando il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha corretto una decisione precedentemente assunta dalla Federazione internazionale di atletica (IAFF), che lo aveva escluso ingiustamente perché secondo lei l'atleta avrebbe tratto vantaggio dalle protesi. Ma figuriamoci!

Superate le logiche aride dei regolamenti, Pistorius avrebbe potuto correre i 400 metri , disciplina su cui primeggia, oppure la staffetta veloce 4x100 o la staffetta 4x400, quella del giro di pista, assieme agli atleti cosiddetti normodotati se fosse riuscito ad ottenere i risultati minimi necessari ossia i tempi migliori nelle gare di qualificazione. Non ce l'ha fatta. Altri quattro atleti hanno fatto meglio di lui. Pazienza. Sono le regole dello sport che valgono per tutti e lui certamente non cercava privilegi.

Egli potrà comunque partecipare alle Paralimpiadi di settembre che non sono meno importanti delle Olimpiadi di agosto e potrà partecipare ad altre importanti competizioni preparandosi a dovere per le Olimpiadi di Londra del 2012 che non vuole mancare.

Perciò si può dire che lui ha vinto comunque perché è riuscito a sconfiggere una ingiustizia e una prevenzione che non avevano senso.

Ha vinto questo ragazzo che dello sport ha fatto una ragione di vita e hanno vinto il buon senso e la razionalità contro la miopia e il cinismo; in definitiva ha vinto lo sport che deve integrare e non discriminare.

Noi, come ho già detto, che dall'inizio abbiamo preso una posizione netta a favore di questo atleta, non possiamo non restare ammirati di fronte al suo coraggio che costituisce un esempio per tante altre ragazze e tanti altri ragazzi che con spirito di sacrificio e con tanta abnegazione vogliono affrontare gli handicaps che la vita non di rado riserva, e in questo senso il nostro pensiero va ora ad altri casi similari, meno noti ma altrettanto significativi, come quelli di Natalie De Toit, sud-africana come Pistorius che nuota con risultati eccellenti senza una gamba, o di Richard Whitehead, un inglese che corre la maratona con le protesi al posto delle gambe che non ha mai avuto ,e ciò per limitarci a citare i più recenti di cui abbiamo scritto nel nostro sito, senza però trascurare le esperienze di tante altri giovani anche nostri connazionali che praticano con discreto successo l'attività sportiva pur dovendo sopportare forme più o meno gravi di disabilità.

Noi esaltiamo e diamo voce a questi casi perché siamo certi che essi sono la dimostrazione più lampante che lo sport può aiutare a risolvere queste tematiche rinnovando giorno dopo giorno la sua valenza positiva dal punto di vista fisico e psichico ma anche pedagogico, sociale e civile come cercava di fare l'ormai leggendario Terry Fox, l'atleta canadese amputato di una gamba e malato di cancro che, per sensibilizzare l'opinione pubblica , aveva tentato l'impresa di attraversare il Canada di corsa percorrendo 5.300 chilometri. 

 

 

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