Il rapporto dell'Istat sulla vita degli italiani nel 2015  mette in luce alcuni miglioramenti in campo economico ma anche l'acuirsi di diseguaglianze territoriali e generazionali. Cultura e turismo fra luci ed ombre

Nel 2015 in Italia c'erano 157 anziani per 100 giovani. Un Paese sempre più dai capelli grigi anche se paradosslmente la speranza di vita in questi ultimi anni, complice la crisi? si è leggermente ridotta, più per le donne che per gli uomini. Un terzo della popolazione italiana è concentrata in sole tre regioni, Lombardia, Lazio, Campania. Ma nella radiografia dell'Istat spuntano elementi che segnalano problemi antichi: restano diseguaglianze sociali e territoriali che chiamano in causa soprattutto la condizione delle regioni del sud. siamo un paese multetnico? Lentamente, anche se gli stranieri sono ormai più di 5 milioni. L'occupazione segue come sappiamo l'andamento della bassa crescita anche se i dati sulla disoccupazione segnalano una diminuzione, pur rimanendo forte il divario fra centro-nord e sud. E l'Italia si conferma un'economia popolata di piccole imprese: ce ne sono in media 62 su mille abitanti, con un numero di addetti mediamente inferiore a quello dell'Unione europea, ben sotto i 5.
E quale è il rapporto fra italiani e cultura? Poco meno della metà della popolazione, il 47,1% legge quotidiani ed altre pubblicazioni; cresce il numero di coloro che non si fano mancare un buon libro ma la quota complessiva resta sempre sotto il 50%. le percentuali più basse si riscontrano nelle regioni meridionali.
L'avvento della rete sta cambiando le abitudini: un giovane su due, 20-24 anni, cerca le news su internet; ma solo l'8,2% della popolazione legge o scarrica libri dalla rete.
In espansione invece le visite culturali, così come ssembra che sia in atto una riscoperta del recarsi al cinema per godersi un film. Ed in media le famiglie italiane destinano  per questo capitolo ricreativo circa il 6,5% della spesa complessiva per i consumi. In ribasso ma perchè si è dovuto fare i conti con la crisi.  La pratica sportiva seduce circa un terzo delal popolazione, più uomini che donne, menre la palma della vocazione sportiva appartiene al nord-est.
Infine il turismo: aumentano le strutture ricettive, ma la recessione ha ridotto la durata dei soggiorni divenuti sempre più brevi. Non è però, il nostro, un Paese che si abbandona al pessimismo: il 47,4% dichiara di essere soddisfatto della propria condizione economica ed anche coloro che si dichiarano moderatamente soddisfatti sono in crescita. Tutto questo non attenua però il dramma della povertà che riguarda un decimo delle famiglie italiane. Il reddito medio si aggira attorno ai 30 mila euro annui, circa 2500 euro al mese. Ma anche in questo caso le percentuali variano e non poco se si guarda alla composizione sociale e territoriale. Un Paese che mantiene insomma non poche potenzialità ma che registra anche notevoli fratture.
 

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