CGIL-CISL-UIL e sindacati dei pensionati firmano ogni anno parecchie centinaia di accordi territoriali con gli Enti Locali sulle politiche di carattere sociale. Il tempo libero e la promozione culturale e sociale delle persone sono materie assenti da questi accordi. Ciò è sicuramente dovuto alla crisi degli ultimi anni che ha condizionato la politica rivendicativa del sindacato a ogni livello, ma per saperne di più “TEMPO LIBERO” ne parla con gli esperti sindacali confederali: MARIA GUIDOTTI (Coordinatore dell’area contrattazione - CGIL), ALESSANDRO GERIA (Dipartimento Politiche Sociali e della Salute - CISL ), FRANCESCO MARIA GENNARO (Servizio contrattazione privata, politiche settoriali - rappresentanza e rappresentatività - UIL)

Intervista ad Alessandro Geria (Dipartimento Politiche Sociali e della Salute - CISL)

TEMPO LIBERO - Quali altre ragioni possono spiegare questo limite dell'azione sindacale sul territorio?

La contrattazione sociale territoriale è un asse strategico dell’azione sindacale, avviata già a partire dagli anni ’90, grazie soprattutto all’impegno dei pensionati, e sviluppatasi ampiamente nel corso degli anni anche se in maniera non omogenea sul territorio. L’Osservatorio sociale della contrattazione territoriale della Cisl, costituito proprio per monitorare e valorizzare gli accordi legati alle politiche di welfare (politiche socio familiari, socio sanitarie, fiscali e tariffarie, territoriali e di welfare occupazionale) ne ha archiviati e classificati infatti circa 4000 sottoscritti negli ultimi 5 anni., la gran parte firmati unitariamente da Cgil Cisl e Uil.
Vi è una ampia copertura nel Paese (18 Regioni su 20) ed i beneficiari vanno oltre la tradizionale rappresentanza di lavoratori e pensionati coinvolgendo cittadini e famiglie. Grazie a questa azione capillare svolta localmente il Sindacato ha tutelato e sostenuto soprattutto persone e famiglie più vulnerabili (disabili, non autosufficienti, minori, disoccupati) ha introdotto innovazione nelle politiche di welfare, ha attivato processi di partecipazione nella programmazione e progettazione sociale.
Dai nostri dati emerge che se è vero che negli ultimi quattro anni abbiamo svolto una funzione prevalente di difesa di quanto acquisito a fronte di un contesto in forte recessione (più del 70% degli accordi sono stati volti a stabilizzare l’esistente) è anche vero che oltre il 20% è stato orientato a fare innovazione.
Emerge una realtà sociale in evoluzione, con nuovi bisogni emergenti e fragilità crescenti, che ha imposto anche al sindacato di misurarsi con una contrattazione sociale parimenti in evoluzione, capace di accogliere e, insieme, accompagnare i mutamenti sociali.
In questo quadro il tempo libero, la promozione culturale, l’animazione e la socializzazione sono ancor più aree di interesse da sviluppare nella rinnovata contrattazione sociale.Ma anche in questo caso non partiamo da zero.
Infatti (vedi tabella allegata) vi è una quota non marginale di accordi che già prevedono interventi o azioni legate a questi temi (nell’ultimo anno 91 su 606), anche se con un anda-mento leggermente calante e con una concentrazione in alcune aree del Paese (in particolare Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) dove probabilmente il contesto socio economico ed il consolidamento delle pratiche di relazioni sindacali favoriscono intese rivolte alla più generale qualità della vita e benessere della popolazione.
Le azioni sono molteplici ed anche innovative, ed andrebbero meglio approfondite, ma si va dalla garanzia di agevolazioni (anche tariffarie) per l’utilizzo di servizi sportivi e culturali anche da parte di famiglie in condizioni economiche disagiate o con anziani minori o disabili nel nucleo; alla costituzione di centri o alla promozione di iniziative ricreative e di animazione culturale ( anche rivolte all’integrazione culturale delle persone straniere ed alla aggre-gazione “significativa” degli adolescenti ); ai soggiorni climatici e promozione del turismo sociale, al sostegno all’associazionismo impegnato nel tempo libero e nello sport.
Quindi godiamo di un patrimonio di competenze, di relazioni di pratiche su cui è possibile ora sviluppare una contrattazione di segno nuovo, che vada oltre la funzione, pur importan-te, di argine alle conseguenze negative della crisi, e che superi una logica puramente vertenziale e redistributiva delle sole risorse pubbliche.. La Fitel con la sua lunga esperienza sul campo, le idee e la sua capacità aggregativa rappresenta una risorsa importante nella strategia sindacale.
La produzione della ricchezza, la qualità della vita e la coesione sociale debbono e possono andare di pari passo generando al contempo efficienza, equità ed integrazione.


Dati Osservatorio Sociale CISL
In blu il numero complessivo degli accordi per anno
In rosso il numero di accordi che contem-pla azioni legate al tempo libero

La Fitel ha dato vita in molti territori ai CRT (Centri ricreativi territoriali) con l'intento di allargare e arricchire l'esperienza che i Cral aziendali hanno maturato nel corso degli anni nella politica ricreativa, culturale, sportiva. Queste strutture operative possono diventare un strumento di riferimento di un rinnovato impegno sindacale a livello territoriale per una politica del tempo libero rivolta alla cittadinanza e in particolare alle fasce più deboli delle comunità locali?

La rinnovata contrattazione sociale dovrà caratterizzarsi maggiormente quale un sistema di relazioni e di negoziazione diffusa che non si esaurisce nell’interlocuzione istituzionale, ma che è capace di ascolto e vicinanza ai bisogni delle persone e delle famiglie, che sviluppa competenze di analisi dei fenomeni socio economici che investono il territorio, che organizza le istanze sociali e definisce priorità, che sviluppa proposte di qualità per la comunità, che tesse legami sociali ed alleanze. Non tanto quindi solo “chiedere di più” ma anche “fare di più” per legittimare il sindacato dal basso grazie alla prossimità con i bisogni e le aspettative. In questo quadro quindi il pluralismo associativo e la valorizzazione della capacità di aggregazione e per ampliare le opportunità offerta alle persone di crescita culturale e sociale e di inclusione nel lavoro e nella società, vanno promosse dal sindacato, sostenute ed incoraggiate. I CRT mi pare vadano in questa direzione.
Come è possibile collegare la politica del tempo libero sul territorio alla contrattazione del welfare aziendale? Cosa deve fare il sindacato a livello politico e organizzativo perché questa integrazione si realizzi? Quale funzione devono esercitare le Istituzioni locali?
Contrattazione, decentramento e partecipazione sono sinteticamente le parole chiave dello sviluppo strategico dell’azione della Cisl affermate nella recente Assemblea Organizzativa. Con la contrattazione si incide sulla qualità della vita delle persone, sulla qualità dei contesti sociali e relazionali, sull'organizzazione del lavoro e sulla professionalità, sulle flessibilità orarie e organizzative e sul welfare sia sociale territoriale che aziendale in chiave di conciliazione e di benessere, sul salario legato ad obiettivi condivisi e sulla tutela socio-economica delle famiglie. Il territorio però non è uno spazio amministrativo (come tende a essere nella contrattazione sociale), né è definito su base aziendale o interaziendale (come generalmente accade in quella decentrata), ma ricomprende l’una e l’altra definizione, qualificandosi piuttosto in termini comunitari. Cardine di questo modello di welfare generativo comunitario divengono i processi di dialogo sociale e di negoziazione “aperta” tra tutti gli attori locali, capaci di coinvolgere in relazioni cooperative e alleanze le istituzioni e le parti sociali e le altre formazioni sociali del territorio..
Per questo contrattazione di secondo livello aziendale, contrattazione sociale territoriale e bilateralità non possono più essere pratiche non collegate, ma rappresentare vasi comunicanti per promuovere e tutelare le persone nella cittadinanza lavorativa ed in quella sociale. Ed i contrattualisti ai diversi livelli che interagiscono, rafforzano la capacità sindacale di leggere, interpretare, aggregare ed affrontare le nuove questioni sociali. I Cral, con il loro ruolo di promozione di attività culturali e ricreative in forma partecipata e democratica e la Fitel, possono essere di stimolo e sostegno all’ innovazione ed allo sviluppo di questa logica di integrazione dell’azione relazionale e negoziale. Per questo servono luoghi e modalità per far interagire dirigenti e quadri impegnati nella contrattazione e certamente un investimento sulla comunicazione, l’informazione, la formazione per sviluppare competenze ed abilità realizzati in forma congiunta e su obiettivi condivisi dalle strutture confederali, di federazione, di enti ed associazioni ai vari livelli.
 

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