Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, è attiva ormai da diversi anni per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Che risposta avete ricevuto finora?
Oggi la pericolosità del gioco d’azzardo è piena
mente avvertita dall’opinione pubblica. Ci sono
tante persone e famiglie preoccupate per un
fenomeno che ha generato circa un milione di
persone affette da gioco d’azzardo patologico o
a grave rischio di dipendenza. Gli 85 miliardi di
euro giocati lo scorso anno dagli italiani indicano chiaramente l’enormità della questione che
stiamo affrontando. Anche i media sono ora
piuttosto sensibili, con articoli che presentano
vere e proprie tragedie causate proprio
 dall’azzardo. Tante Regioni e istituzioni locali
hanno cominciato a intervenire con normative
e regolamenti, tentando di limitare la diffusione
del gioco, se non proprio di ridurlo. Ma, a livello
centrale, tutto questo movimento di sensibilizzazione, di cui siamo stati artefici anche noi e le altre campagne impegnate sul tema, non ha trovato un riconoscimento adeguato a livello normativo. Continua a mancare, nel nostro paese, una legge di regolamentazione del gioco d’azzardo, una cornice che metta finalmente fine al far west in cui è cresciuto il settore, provocando tanti danni e problemi correlati.
Come mai governo e parlamento non assumono una posizione chiara e netta?
Senza dubbio pesano le pressioni della lobby dell’azzardo. Ma anche il fatto che, dal settore, lo stato ricava circa 8 miliardi di euro in tasse. Una cifra non indifferente con i problemi di finanza pubblica che continuiamo ad avere. Non vediamo nel governo e in quasi tutti i partiti la convinzione ad agire per regolamentare il settore e ridurne l’impatto sociale. Eppure la consapevolezza che qualcosa non va è ampiamente diffusa anche nel circuito politico. Lo stesso Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia con delega ai giochi, ha ammesso pubblicamente che si è andati troppo in là, si è lasciato troppo spazio all’azzardo.
Tuttavia, l’ottima proposta di legge quadro approvata in Commissione Affari sociale langue in parlamento, senza che si proceda verso una sua approvazione.
Negli ultimi mesi vi è stata un’iniziativa, promossa da più parti, per vietare la pubblicità del gioco d’azzardo.
E’ vero, in questi ultimi mesi ci siamo concentrati sulla pubblicità, un tassello fondamentale per arrivare a regolamentare il settore. Le promozioni dell’azzardo sono presenti ovunque e sono spesso al limite dell’ingannevole: lasciano credere che le vincite siano lì, a portata di mano, mentre invece le possibilità di vincita sono bassissime. L’interesse pubblico è quello di limitare la diffusione del gioco d’azzardo, che vede protagoniste anche tante persone disoccupate o sotto occupate, pensionati, ragazzi, soggetti più o meno deboli che sono sedotti dalla prospettiva di “svoltare”. Non si tratta tanto e solo di vietare la pubblicità in fantomatiche “fasce protette” che tutelino i minori. O di prevedere norme che vietino la pubblicità per poi introdurre così tante eccezioni da lasciare ampio spazio agli operatori del settore per promuovere la propria offerta, come forse qualcuno vorrebbe fare. Noi, e le altre campagne impegnate sul gioco d’azzardo, chiediamo il divieto assoluto, senza eccezioni, della pubblicità dei giochi, come già è previsto per il fumo. Ci sono tre disegni di legge in parlamento che prevedono proprio tale divieto. Che aspettiamo ad approvarlo? Insomma, la politica deve assumersi le sue responsabilità, senza lasciare che questioni così importanti per la collettività, per le gravi ricadute sanitarie e sociali che hanno, restino a marcire nelle aule parlamentari, in proposte normative che non diventano legge dello stato.
Come si può seguire la campagna e appoggiarla?
La campagna ha un proprio sito web (www.mettiamociingioco.org) ed è presente su Facebook e Twitter. Ha anche un proprio canale Youtube. Inoltre, sono nati una decina di coordinamenti regionali, che stanno coinvolgendo tante organizzazioni a livello locale. L’appoggio della società civile organizzata e dei singoli cittadini è cruciale per cambiare le cose. Seguiteci e sosteneteci!

 

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