Siae, sono cambiati i consumi culturali
durante il tempo libero si và più al cinema e al teatro e meno a spettacoli di musica live

di Rossella Ronconi 20/11/06

Forse la mediocrità delle offerte televisive, soprattutto quelle domenicali che si autoalimentano con un reality e l'altro, hanno stancato i telespettatori. A rilevarlo sono i dati Siae (Società Italiana Autori ed Editori) sul consumo dello spettacolo nel nostro paese nei primi sei mesi del 2006, che evidenziano la disaffezione degli italiani dalla tv. Sono sempre di più i cittadini, nonostante la busta paga sia la stessa e la somma da sborsare per l'acquisto di biglietti e abbonamenti nei diversi settori sia aumentata del 6,50% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, disposti ad uscire la sera per andare specialmente a teatro e al cinema. Cambiano i consumi culturali e il modo di trascorrere il tempo libero in Italia, ma resiste la voglia di uscire di casa. E' boom per gli spettacoli teatrali e cinematografici, mentre calano gli incassi della musica dal vivo e delle discoteche.

L'immagine offerta dai dati Siae sul consumo culturale evidenzia un quadro abbastanza interessante: da gennaio a giugno gli italiani hanno speso oltre un miliardo di euro per i vari generi di spettacolo, oltre il 30% d' incasso in più nei botteghini del teatro (174 contro 135 milioni di euro rispetto al 2005), quasi il 15% in più in quelli del cinema (326 contro 285 milioni di euro) . In forte crescita quindi il teatro (29,4%) seguito dalle mostre d'arte (+ 20,27%) e agli spettacoli cinematografici (+ 14,38%). Al contrario una flessione di circa il 13% degli incassi nei settori della musica (75 contro 86 milioni di euro), si registra relativamente ai concerti in generale (-12,67%) concerti di musica leggera (- 8 milioni di euro) e al ballo (- 11,73%), mentre gli incassi delle discoteche fanno registrare quasi il 12% in meno ( 243 contro 275 milioni di euro). Un dato negativo questo della musica leggera probabilmente da attribuire, a nostro avviso, soprattutto al prezzo troppo alto dei biglietti dei concerti che spesso i giovani studenti, precari o disoccupati, non si possono permettere.

Dall'indagine Siae si evidenza che l'incremento della spesa del pubblico (in tutti gli spettacoli sono state rilevate oltre 116 milioni di presenze) è dovuta all'aumento della domanda considerato che l'offerta è rimasta la stessa. La città con più opportunità di svago è risultata Roma (114 milioni di euro di spesa) seguita da Milano (102 milioni), Torino (59 milioni), Firenze e Napoli. I cittadini romani hanno preferito i concerti di musica classica, cinema e teatro, i milanesi le opere liriche.

Se da un lato questi dati evidenziano una fuga degli Italiani dai programmi TV, dall'altro un crescente bisogno di fruizione di cultura durante il tempo libero.

 
 

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