Calcio, ancora una tragedia in campo

La tragica morte del giovane calciatore del Livorno, Piermario  Morosini, avvenuta sul campo di calcio, rimette al centro la questione della prevenzione della salute in campo. Uno sport, quello del  calcio, troppo spesso chiacchierato non solo per i suoi risultati sportivi ma anche per le sue disgrazie.

Ancora una volta il calcio colpisce al cuore: vi sono stati atleti che hanno perso la vita ed altri hanno scampato il pericolo.  Il binomio calcio e infarto, che al momento, sembra  si sia verificato anche nel caso del povero Morosini, non è una novità e allora perché non mettere in campo tutte le precauzioni? Se solo si avesse più cuore e umanità  e si applicassero forme di prevenzione atletica e organizzativa più accorte forse tragedie che lasciano senza parole come questa potrebbero essere evitate.

Oggi, più che mai, dopo il tragico evento che ha scioccato il mondo dello sport e non solo, che sia  in campo la prevenzione o la sicurezza, il calcio deve tornare ad assumere caratteristiche più umane e mettere al centro l’individuo. Non  può essere sufficiente, se pur dovuto di fronte alla disgrazia di un ragazzo perbene e sfortunato, esprimere dolore e commozione e fermare tutti i campionati per un fine settimana.

 

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