AN INCONVENIENT TRUTH

Il film

IL COINVOLGIMENTO DI AL GORE

Per anni è stato per tutti il “futuro presidente degli Stati Uniti”; poi, in seguito alla controversa e, sul piano personale, devastante sconfitta alle elezioni del 2000, Al Gore ha fatto una scelta che ha sorpreso tutti. Si è messo in viaggio, non in cerca di esilio, ma come showman itinerante.

Il suo “spettacolo” è una presentazione imparziale e multimediale, condita da un'originale miscela di umorismo, cartoon e convincenti dati scientifici, sugli effetti che il surriscaldamento globale sta provocando nel nostro pianeta. Ma è anche una coinvolgente, stimolante “chiamata alle armi” che rivela l'opportunità irripetibile che la nazione si trova a dovere e a poter affrontare. Senza troppo clamore, Gore ha portato il suo show in oltre 1.000 località riempiendo puntualmente gli auditorium delle scuole e le sale conferenze degli alberghi di città grandi e piccole nella speranza di esortare la gente comune a fare qualcosa di importante per iniziare a ribaltare le sorti di quella che potrebbe rivelarsi la peggior catastrofe della storia umana.

Tra i tanti spettatori, due sono rimasti particolarmente colpiti dalle parole di Gore: l'attivista e ambientalista di punta Laurie David e il produttore cinematografico Lawrence Bender. David ha introdotto due esibizioni di Gore che hanno fatto registrare il tutto esaurito a New York e a Los Angeles. “Lo vedevo come il Paul Revere dei nostri tempi”, sostiene David, “in viaggio per il paese per esortare i cittadini a non ignorare questo appello vitale”.

David si rende conto che il messaggio di Gore non è di poco conto. “Avendo studiato il problema per quasi 40 anni, nessuno lo conosce meglio di lui e nessuno è in grado di spiegarne meglio le implicazioni”, osserva David. “Ma se anche viaggiasse per 365 giorni l'anno, Gore riuscirebbe a portare il suo messaggio soltanto a una minima parte di cittadini”.

“Quando ho assistito alla presentazione di Gore, ho subito pensato che si potesse trarne un film straordinario”, ricorda Lawrence Bender. “Eravamo tutti convinti che la verità di ciò che egli stava dimostrando meritasse di essere veicolata su scala più ampia”.

Decisi a passare all'azione, David e Bender hanno proposto il progetto a un vecchio amico e collega come Scott Z. Burns, scrittore, regista e vincitore del premio Clio grazie alle sue campagne pubblicitarie. Il team si è inoltre rivolto a Jeff Skoll di Participant Productions, una nuova società di produzione che dedica la propria attività a realizzare film su temi sociali di grande attualità, e nota per aver prodotto nel 2005 gli acclamati e provocatori Good Night and Good Luck e Syriana .

I quattro hanno quindi assistito insieme a uno spettacolo di Gore e hanno deciso di lanciarsi in questa sfida. Jeff Skoll ammette: “Pensavo di sapere molto su questo argomento perché l'ho studiato e mi sono informato per anni; ma quando ho assistito alla presentazione di Al Gore, mi sono dovuto ricredere. Avevo sempre pensato che si trattasse di un problema a lungo termine, qualcosa che avrebbe iniziato a incidere nei prossimi 20 o 30 anni; invece, la questione è ancora più impellente. I dati illustrati da Gore ci danno ancora cinque o dieci anni di tempo per affrontarla in maniera decisiva. Ma Al presentava i suoi dati a un pubblico di qualche centinaio di persone a ogni spettacolo: è ovvio che non poteva bastare. Così abbiamo cercato di portarlo sullo schermo in tempi molto rapidi”.

Al pari di Gore, i produttori ritengono che i rischi legati al surriscaldamento globale trascendano la partigianeria politica. Scott Burns commenta: “Mi ha molto colpito il fatto che, dopo aver ricoperto una posizione che gli consentiva di avere una visione a 360 gradi di tutti i problemi che il mondo d'oggi deve affrontare, Al Gore abbia preso la decisione di impegnarsi personalmente per far fronte a questo problema specifico. Non c'è niente di politico. La scienza è, per definizione, neutrale. Quando parlava sul palco, Al non chiedeva i nostri voti, ma di dedicare la nostra attenzione e il nostro impegno alla necessità di un cambiamento”.

Skoll aggiunge: “Al presenta i fatti in modo unico e coinvolgente, riesce a divertirti e a spaventarti allo stesso tempo. Il suo obiettivo è chiaramente quello di portare il tema al di fuori dell'agone politico presentandoci i fatti in maniera obiettiva: l'unico scopo è coinvolgere più persone possibile nella sua causa, perché a prescindere da razza, classe sociale, provenienza o quant'altro, questo è un problema che riguarda la vita di tutti noi”.

I produttori hanno capito ben presto che ciò in cui si stavano per cimentare non sarebbe stata la solita produzione cinematografica. “Eravamo ben consci che la posta in gioco”, conferma Laurie David, “in fin dei conti era il pianeta stesso. Non restava che convincere Gore”.

Così, questo gruppo di produttori hollywoodiani ha proposto l'idea all'ex vice presidente degli Stati Uniti, non senza una certa soggezione. “Sono abituato a incontri con personalità di ogni tipo, ma in questo caso si trattava dell'uomo che avrebbe potuto diventare presidente”, osserva Bender. Fortunatamente, Gore li ha subito messi a loro agio. “Si è rivelato molto pacato e affascinante”, continua Bender. “Ha immediatamente capito le potenzialità del progetto: anziché portare il suo messaggio a qualche migliaio di persone, un film avrebbe potuto raggiungere milioni di spettatori”.

“Il peggioramento continuo delle condizioni climatiche richiede un'azione coraggiosa, rapida e consapevole”, spiega Gore, che ritiene AN INCONVENIENT TRUTH un valido mezzo per attirare l'attenzione del mondo sull'urgenza della situazione.

I realizzatori hanno quindi reclutato il regista Davis Guggenheim per assicurare che il film avesse il giusto ritmo cinematografico e il giusto equilibrio tra intrattenimento e coinvolgimento emotivo. Cineasta molto duttile, Guggenheim vanta una vasta esperienza televisiva e recentemente si è distinto anche come produttore esecutivo dell'acclamata serie HBO Deadwood . Con AN INCONVENIENT TRUTH , Guggenheim ha colto l'occasione per tornare al documentario raccontando una storia intensa e densa di sorprese.

“Laurie David si è precipitata nel mio ufficio proponendomi quello che secondo lei sarebbe stato il film più importante di tutta la mia carriera”, ricorda Guggenheim. “Tuttavia, sono rimasto alquanto titubante fino a quando non ho visto lo spettacolo di Gore”.

Come era successo ai suoi colleghi, alla fine della presentazione Guggenheim ha sentito di dover fare qualcosa per unirsi alla causa e ha iniziato subito a immaginare il film che avrebbe potuto trarre dallo spettacolo a cui aveva assistito. “Mi ha letteralmente rapito e ho subito pensato che dovevo assolutamente raccontare al più presto questa storia al maggior numero di persone possibile”, riferisce il regista.

Più veniva a conoscenza delle ricerche scientifiche su cui si basavano le preoccupazioni di Gore sul surriscaldamento globale, più Guggenheim si interessava all'argomento. “Come cineasta, la cosa che più mi preme è trovare un soggetto che mi catturi totalmente e mi convinca a farne un film”, spiega, “ed è quello che mi è successo con questo progetto. Avevo la sensazione che se anche non fossi riuscito a realizzare nient'altro in tutta la mia vita, quest'idea era talmente grande che non potevo non perseguirla”.

All'inizio della produzione, per ammissione degli stessi produttori, non sono mancati i dubbi su come il pubblico e i media avrebbero potuto reagire a un film i cui due elementi principali (Gore e il tema del surriscaldamento globale) sono sempre stati causa di numerose controversie. Ma i timori si sono dissipati quando il film è stato accolto in maniera entusiastica al Sundance Film Festival, con ben 3 standing ovation .

“La domanda che ci ponevamo era: la gente andrà a vedere questo film con idee preconcette?”, commenta Jeff Skoll. “È gratificante che un pubblico così composito lo abbia apprezzato, e che anche coloro di cui inizialmente avremmo pensato il contrario si siano uniti nelle lodi. Conservatori, liberali, democratici, repubblicani... credo davvero che questa storia non abbia bandiere”. Lesley Chilcott aggiunge: “Il dibattito infuocato sul surriscaldamento globale ha ormai fatto il suo tempo. L'unico dibattito utile oggi è su quanto rapidamente dobbiamo agire”.

LA FIDUCIA DI GORE

Davis Guggenheim sapeva che l'elemento cruciale per la riuscita di AN INCONVENIENT TRUTH sarebbe stato convincere Al Gore a interpretare Al Gore. Impressionato dalla convinzione e dal carisma dell'ex vice presidente, Guggenheim sperava di far leva su tali motivazioni e di carpirne la fiducia.

Ma, inizialmente, il proposito sembrava difficile a realizzarsi. Anche dopo aver trascorso molto tempo in viaggio con Gore, Guggenheim non riusciva a rivolgersi a lui chiamandolo per nome anziché “signor vice presidente”. “Quando guardi quest'uomo ti rendi conto che avrebbe potuto finire nei libri di storia dei tuoi nipotini, per cui non puoi non averne soggezione”, ammette Guggenheim. “Ma più tempo passavo con lui, più ne scoprivo la profonda umanità. È un uomo divertente, arguto e affascinante, e vanta una conoscenza straordinaria sul problema del surriscaldamento globale”.

Man mano che si interessava alla questione, Guggenheim ha scoperto una storia ricca di umanità che ritroviamo al centro del film. “Ho cominciato a vedere Al Gore come un personaggio incredibile che, in un'epoca drammatica come la nostra, ha fatto una scelta eroica, rinunciando a tutto per dedicare la sua vita a una causa di cui nessun altro voleva occuparsi”, riassume il cineasta. “Sono il tipo di regista che ama le emozioni forti e ho trovato assolutamente coraggioso il modo in cui, dopo la sconfitta del 2000, Al Gore ha dato un nuovo corso alla propria esistenza cercando di salvare il mondo”.

Nel corso del tempo trascorso insieme, Gore ha raccontato molto di sé a Guggenheim, rivelando molti aspetti sorprendenti e talvolta commoventi: sempre seguendo la ferma convinzione che la Terra su cui viviamo sia la cosa più bella, santa e preziosa che abbiamo. Guggenheim porta sullo schermo tre eventi fondamentali che hanno spinto Gore a impegnarsi in prima persona nelle questioni ambientali: l'incidente automobilistico in cui suo figlio ha rischiato di perdere la vita; la morte della sorella per un cancro al polmone, soprattutto in relazione al fatto che la famiglia Gore coltivava tabacco da generazioni; e la storica sconfitta nella campagna presidenziale del 2000 contro George W. Bush.

“Mi ha concesso lunghe interviste, alcune delle quali sono state per lui molto dolorose ed emotivamente difficili”, racconta Guggenheim. “Sono questi i momenti che nel film si tramutano in una sorta di voce interiore, in un diario emotivo di Al”.

Durante la lavorazione, i realizzatori hanno dovuto fare i conti con i ritmi forsennati di Gore, che è costantemente in viaggio da una località all'altra. Lawrence Bender spiega: “Probabilmente, non esiste al mondo una persona più impegnata di Al Gore. È sempre in viaggio per il mondo, ma ha fatto del nostro film una priorità e si è sempre reso disponibile ogni volta che avevamo bisogno della sua presenza. Tuttavia molte riprese sono state letteralmente improvvisate. In qualsiasi situazione si trovasse, Davis tirava fuori la telecamera e cominciava a filmare”.

Una circostanza del tutto imprevista si è avuta quando, proprio a metà della lavorazione di AN INCONVENIENT TRUTH , il surriscaldamento globale ha dimostrato tutti i suoi potenziali effetti distruttivi. Nel momento in cui la produzione stava per fare tappa a New Orleans, l'uragano Katrina ha devastato la costa provocando il peggior disastro naturale della storia degli Stati Uniti e la quasi totale distruzione della città.

È stato un momento tragico per tutti i cittadini del paese, ma non ha fatto altro che rafforzare il convincimento di Davis Guggenheim nel sostenere il monito di Gore. “Avevamo i biglietti aerei e la troupe pronta per imbarcarsi alla volta di New Orleans quando Katrina ha colpito la città”, ricorda Guggenheim. “Ironia della sorte, stavamo andando là per discutere con le società di assicurazioni sui rischi crescenti che minacciano il loro settore a causa del surriscaldamento globale. Ovviamente, abbiamo dovuto annullare l'impegno. La tragedia ha dimostrato come ciò di cui parliamo non sia astratta teoria, ma realtà che ormai si verifica intorno a noi tutti i giorni”.

IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE

Durante lo spettacolo di Al Gore e nella parte più toccante di AN INCONVENIENT TRUTH vengono mostrate alcune immagini scioccanti: si tratta di fotografie scattate sul Kilimangiaro e sulla catena dell'Himalaya nelle quali si comprende con quale drammatica velocità si stiano sciogliendo i più grandi ghiacciai del pianeta. Ma situazioni simili capitano anche negli Stati Uniti: Gore dimostra infatti come nel suggestivo Glacier National Park siano ormai pochi i ghiacciai rimasti.

L'impatto che queste immagini hanno sull'immaginario collettivo è innegabile. Vista in un simile contesto, la perdita di questi luoghi a loro modo magici deprime e stimola lo spettatore allo stesso tempo. Se prima pensavamo alla natura come a qualcosa di eternamente stabile, i cui cambiamenti avvenivano troppo lentamente per essere avvertiti; o se vedevamo la Terra come un pianeta troppo vasto le cui forze erano troppo potenti per essere manipolate dagli esseri umani, adesso sappiamo che ci siamo sbagliati. Gore dimostra chiaramente come i mutamenti radicali che stanno avvenendo troppo in fretta costituiscano una minaccia seria, presentandoci dati scientifici incontrovertibili. Il decennio più caldo della storia si è registrato negli ultimi 14 anni. In particolare, la temperatura degli oceani sta aumentando rapidamente esponendoci sempre più al rischio di tempeste e uragani, come nel caso del disastroso Katrina e di altre terribili calamità abbattutesi negli ultimi tempi. I cambiamenti nei cicli delle piogge aumentano la gravità di alluvioni e siccità e le temperature più alte sono anche responsabili di epidemie in tutto il mondo. Nel frattempo, la scomparsa di habitat naturali dovuta alle condizioni climatiche sta causando l'estinzione di alcune delle più maestose specie animali, tra cui l'orso polare che, per la prima volta nella storia, come riferisce Gore, soccombe alla disperata ricerca di ghiacci su cui cacciare.

Tuttavia, nonostante le verità scientifiche ormai conclamate, Gore lamenta il fatto che troppi americani e troppi leader politici continuano a non riconoscere l'esistenza del surriscaldamento globale. Nella sua polemica, Gore fornisce dati statistici illuminanti: una recente analisi (pubblicata da “Science Magazine” nel dicembre del 2004) di tutti gli studi scientifici sulle variazioni del clima, dimostra che 928 pubblicazioni accademiche su 928 sostengono l'esistenza del problema. Su un campione simile di reportage e servizi forniti dai mass media, il 53% sostiene che l'esistenza del surriscaldamento globale non è dimostrata. In altre parole, il messaggio che arriva alla gente non corrisponde ai fatti.

Gore è convinto che il problema maggiore nasca dal grosso malinteso secondo cui, se il nostro pianeta è gravemente malato, non ci sia nulla che possiamo fare per guarirlo. Tutt'altro che intenzionato ad abbandonare il campo senza prima lottare con tutta la passione, la forza e la saggezza che lo contraddistinguono, Gore spiega come gli americani siano sempre riusciti a superare problemi e sfide a prima vista insormontabili: dall'abolizione della schiavitù al primo uomo sulla Luna, all'inversione di tendenza del buco nell'ozono. Ed egli è fermamente convinto che anche il surriscaldamento globale possa rientrare in questa grande tradizione di sfide impossibili e tuttavia vinte grazie alla forza di volontà.

Egli non accetta l'opinione diffusa secondo cui progresso economico e ambiente non siano compatibili. Infine, auspica un “secolo di rinnovamento” in settori chiave come quelli della conservazione dell'energia, delle tecnologie per l'estrazione del carbone, dei trasporti, delle fonti energetiche alternative e dell'ingegneria mirata a soluzioni efficienti per bloccare la spirale di distruzione e ristabilire la salute del pianeta.

Ma tutto questo accadrà soltanto se il popolo americano si unirà per affrontare la questione e farà pressione affinché i politici si impegnino maggiormente in questo senso. E, secondo Al Gore, questo sta già avvenendo. Un movimento di massa sta iniziando a unire i cittadini di tutti gli stati e di diversi orientamenti politici. Gore e i realizzatori sperano quindi che AN INCONVENIENT TRUTH possa agire da catalizzatore per ispirare e stimolare tale movimento.

Scott Burns conclude: “Al Gore non potrebbe mai riuscire a recarsi in ogni città della Terra per allertare ogni essere umano. Questo film, invece, potrà raggiungere milioni di spettatori in un momento cruciale della nostra storia”.

INTERVISTA CON AL GORE

D: Da tempo lei si occupa del problema del surriscaldamento globale. Come è nato questo interesse e cosa le ha fatto decidere di fare del suo impegno uno spettacolo itinerante?

GORE: Ho cominciato a studiare la questione alla fine degli anni ‘60, rispondendo al campanello d'allarme di uno dei miei professori universitari, Roger Revelle. Ho partecipato all'organizzazione del primo incontro ufficiale sul tema alla fine degli anni '70, dopo la mia elezione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Quindi, negli anni '80, ho iniziato a incontrare capi di stato di altri paesi organizzando una rete internazionale per sensibilizzare l'opinione pubblica. Come Senatore degli Stati Uniti, e poi come vice Presidente, ho preso parte a numerose negoziazioni, incluso il summit di Rio de Janeiro nel 1992 e quello per il Protocollo di Kyoto nel 1997.

Poiché ogni nuovo studio scientifico confermava e accresceva le ragioni della mia preoccupazione, ho cominciato a considerare il compito di comunicare l'urgenza della questione come una specie di missione. Ma non ci sono ancora riuscito. E ogni giorno cerco di imparare il modo di comunicare efficacemente questa problematica.

D: Può parlarci dell'incidente di suo figlio e di quanto questo evento privato abbia influito sulla sua “missione”?

GORE: La perdita di mio figlio è stata un'esperienza dolorosa che mi ha insegnato molte cose. Per esempio, fino a quel momento non avevo capito che uno dei segreti della condizione umana è che la sofferenza unisce le persone. E l'ho imparato quando altri che avevano provato lo stesso mio dolore mi hanno dato conforto e mi sono state vicine. In seguito, ho capito in un modo completamente diverso che stavamo correndo il rischio di perdere il nostro prezioso pianeta o, per lo meno, quella sua accogliente abitabilità che conosciamo da millenni. Ed è stata una consapevolezza emotiva e spirituale totalmente nuova per me.

D: Perché Participant è la società adatta per produrre questo documentario? Intende partecipare alle campagne di sensibilizzazione sociale che progettano per ogni loro film?

GORE: Jeff Skoll è venuto alla mia presentazione e quando ci siamo incontrati e abbiamo parlato della possibilità di fare un film, sono rimasto molto colpito dalla sua competenza e della sua passione. La sua società è unica e ammiro quello che sta facendo. E parteciperò molto volentieri alla loro campagna di sensibilizzazione. http://www.climatecrisis.net/

D: Nel film, lei sostiene che non dobbiamo commettere l'errore di passare “dalla negazione alla disperazione”. Può spiegarci cosa intende dire?

GORE: La nostra civiltà continua ancora a negare l'esistenza del problema. Ma le cose stanno iniziando a cambiare. Man mano che ci rendiamo conto che siamo di fronte a un'emergenza planetaria, dobbiamo evitare di credere che essa sia troppo grande per essere affrontata e risolta. Le soluzioni ci sono. La sola cosa che manca è la volontà politica, ma quella è una risorsa rinnovabile.

D: Lei parla anche di “una scomoda verità” che è poi diventato il titolo del film. Può spiegarci esattamente qual è questa verità?

GORE: Alcune verità sono spiacevoli perché se si desse loro ascolto e si capisse che sono tali, non si potrebbe più negare l'esigenza del cambiamento. E i cambiamenti spesso non sono ben visti.

D: A quanto pare esiste una reale urgenza riguardo a questo tema, ma sembra anche che si sia sprecato troppo tempo non avendolo affrontato subito. La qual cosa apre prospettive senz'altro deprimenti; tuttavia, lei sembra pensare molto positivo al riguardo. Può commentare il suo ottimismo?

GORE: A volte ci si sente davvero impotenti, ma ci sono tutte le ragioni per essere ottimisti se la persone che raccoglieranno il nostro appello si impegneranno a fronteggiare seriamente la situazione. Non ci è rimasto molto tempo per cambiarla, ma possiamo ancora farcela.

DATI SUL SURRISCALDAMENTO GLOBALE

CHE COS'È IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE?

• Il surriscaldamento globale è causato dall'emissione nell'atmosfera terrestre di diossido di carbonio e di altri gas che provocano l'effetto serra. I gas agiscono come uno spesso strato che, intrappolando il calore del sole, causa il riscaldamento del pianeta. L'aumento dei gas provoca l'aumento della temperatura terrestre. Questi gas sono originati dalla combustione dei combustibili fossili delle nostre automobili e delle centrali e sono favoriti dalla deforestazione e dall'abbandono dei terreni agricoli.

• Gli scienziati hanno trovato indizi sulle cause originarie del surriscaldamento globale studiando le tracce dell'era glaciale e i sedimenti oceanici come le barriere coralline.

• Il surriscaldamento globale rappresenta un problema per la civiltà umana in quanto causerà uragani devastanti sempre più frequenti, siccità, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, cambiamenti climatici, danni alla salute.

• Le automobili e le centrali a combustione sono le due maggiori responsabili fonti di emissione di diossido di carbonio negli Stati Uniti. A questo contribuisce anche la deforestazione su scala planetaria.

• Gli scienziati sostengono che se non freniamo le emissioni che provocano il surriscaldamento globale, le temperature medie potrebbero salire da 3 a 9 gradi centigradi entro la fine del secolo.

SORPRENDENTI DATI SCIENTIFICI SUL SURRISCALDAMENTO GLOBALE

• I recenti dati sulla calotta polare dell'Antartico indicano che le concentrazioni di diossido di carbonio sono attualmente più elevate di quanto non lo siano mai state negli scorsi 650.000 anni, limite massimo a cui si possono retrodatare le misurazioni.

• Il 2005 è stato l'anno in cui l'atmosfera ha raggiunto la temperatura più elevata di sempre. Mentre gli anni più caldi mai registrati si sono avuti dal 1990 in poi. Nell'estate del 2005, il caldo record ha interessato centinaia di città degli Stati Uniti.

• Nel corso degli ultimi 50 anni, la media della temperatura globale è aumentata più velocemente rispetto a quella registrata in tutta la storia del pianeta.

• Nel 2003, le ondate di caldo hanno causato la morte di oltre 30.000 persone in Europa e 1.500 in India.

• Dal 1978, i ghiacciai del Mare Artico si sciolgono a una media del 9 per cento ogni dieci anni.

• Nel 2000, per la prima volta, si sono avvistati gabbiani al Polo Nord.

• Sul Monte Kilimangiaro, secondo la velocità media di scioglimento attuale, non ci sarà più neve entro il 2020.

EFFETTI DELL'AUMENTO DELLE TEMPERATURE

• Il surriscaldamento globale causerà l'aumento dell'intensità degli uragani. Negli ultimi decenni, il numero di uragani di categoria 4 e 5, ovvero quelli di intensità maggiore, è quasi raddoppiato. Poiché le acque oceaniche stanno diventando più calde, le tempeste tropicali acquistano più energia e diventano molto più potenti.

• Mentre violente tempeste causano inondazioni in alcune aree, siccità e incendi aumentano in altre.

• Le isole più basse non saranno più abitabili a causa dell'innalzamento del livello del mare.

• Le foreste, le fattorie e le città si troveranno di fronte a nuove epidemie e malattie.

• La distruzione di habitat come le barriere coralline e le praterie alpine potrebbero portare all'estinzione di specie vegetali e animali.

SOLUZIONI POSSIBILI

• Conservazione e sfruttamento efficiente dell'energia, fonti rinnovabili e nuove politiche sono tutte soluzioni praticabili. Molte di queste tecnologie per invertire gli effetti del surriscaldamento globale esistono già. Le soluzioni immediate consistono nel costruire automobili ecologiche, impianti industriali più efficienti e conservare l'energia su scala internazionale.

• Ciascun individuo può intervenire riducendo la propria percentuale di emissione di gas che provocano l'effetto serra.

• Le multinazionali stanno già cercando dei modi per ridurre le emissioni di gas e nello stesso tempo risparmiare denaro, ma molto si può fare ancora in termini di innovazione.

• Sviluppare e rendere disponibili le nuove tecnologie per un'energia pulita, come quella eolica e solare, costruire macchine elettriche ibride e produrre carburanti alternativi, sarà una scelta cruciale per riuscire a contenere gli effetti del surriscaldamento globale.

PER SAPERNE DI PIÙ O PER IMPEGNARVI PERSONALMENTE:

• Visitate il sito www.climatecrisis.net

AL GORE

L'ex vice presidente Al Gore è il presidente di Generation Investment Management, una società con sede a Londra la cui attenzione è rivolta principalmente a un nuovo approccio all'investimento sostenibile. Gore presiede inoltre Current TV, una rete televisiva indipendente satellitare e via cavo che trasmette documentari rivolti ai giovani basati su contenuti creati dagli spettatori e su servizi giornalistici realizzati dai cittadini. Al Gore è membro del consiglio direttivo di Apple Computer e consulente di Google. È inoltre ‘visiting professor' alla Middle Tennessee State University di Murfreesboro (Tennessee).

Eletto alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti nel 1976 con un mandato di 4 anni, e successivamente al Senato nel 1984 e nel 1990, Gore è stato nominato 45° vice presidente il 20 gennaio 1993. Durante il suo governo, è stato una figura centrale nel gruppo economico del presidente Clinton. Ha lavorato come presidente del Senato, membro del Gabinetto e del Consiglio nazionale di sicurezza, e ha guidato numerose iniziative di governo.

Ha anche rivolto gli sforzi dell'amministrazione Clinton-Gore alla salvaguardia dell'ambiente globale ed è autore di un libro di successo dal titolo Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit (1992).

Al Gore e sua moglie Tipper risiedono a Nashville (Tennessee).

 
 

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